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sabato 23 agosto 2008

Verbale n. 46

Il giorno 29 del mese di luglio il comitato si riunisce alle ore 18,30.
La seduta si apre sulla constatazione che il problema dell'alta percentuale di nitrati nell'acqua che proviene dai pozzi di Ramisella sembra sia percepito dalla cittadinanza come un problema già risolto. Non ne parla più nessuno.

Siamo a fine luglio, sta per scadere la proroga alla deroga e l'amministrazione si addormenta sul fatto che due decreti autorizzano l'erogazione di un'acqua che, comunque, è dannosa perché contiene una percentuale di nitrati superiore di molto al limite massimo consentito dalla legge (90 mg/l è quasi il doppio rispetto ai 50 mg/l ).

Dimentica l'amministrazione, o volutamente ignora, il fatto che i due decreti erano e sono condizionati alla ricerca e attuazione della soluzione definitiva.

Poiché ad oggi nulla è stato realizzato, si presume che nulla potrà essere realizzato ad agosto e a settembre.

Sui quattro pozzi scavati, questa amministrazione progetta di costruire i presupposti per una ulteriore proroga.

Ricordiamo il vergognoso iter, tra falsi annunci e lenti passi, che ha portato alla escavazione dei pozzi, ribadiamo l'inconsistenza dell'opera in ordine all'entità del disastro ambientale e la sua inutilità rispetto ai fenomeni che si presume lo abbiano generato.

Sia politici che burocrati hanno abbondantemente dimostrato di non essere capaci di risolvere alcunché, in quanto su questo evento disastroso hanno posto in essere solo chiacchiere e gestito qualche consistente spesa.

“Poveri” amministratori e “poveri” impiegati che non sanno fare nulla e fingono di aver fatto qualcosa!

Tutti incompetenti, a cominciare dal dirigente, facente funzione, dell'ufficio acquedotto.

Si reputano importanti per aver decretato -tardivamente- lo stato di emergenza con l'aspettativa dell'intervento della protezione civile. Ma l'ufficio locale della protezione civile è praticamente sguarnito, l'unica cosa che appare prepotentemente è una nuovissima LAND ROVER che non serve a nessuno.

Infatti l'ufficio esiste solo sulla carta, così come il dirigente. Non ci sono tecnici, il geometra Giacalone, l'unico competente per i corsi di specializzazione frequentati, inspiegabilmente, con il consenso dell'amministrazione, è stato distaccato in quel di Catania.

Se un evento straordinario dovesse colpire il nostro territorio, non si capisce quale ufficio comunale e quale tecnico potrebbe attivarsi.

In Italia ci sono le leggi, ci sono le circolari che chiariscono e regolano tutto, ma stranamente non se ne tiene conto. Tutto, poveri noi, rimane sulla carta. La negligenza impera, l'incompetenza regna. La soluzione dei problemi viene affidata alla provvidenza divina.

Questa è la pubblica amministrazione.

Ma dovrà cambiare!?

A livello regionale è confortante, in questo momento, seguire l'operato del magistrato Massimo Russo, chiamato a ricoprire l'incarico di assessore regionale alla Sanità nella giunta Lombardo.

Finalmente una persona che con la dovuta fermezza palesa la volontà di risanare un apparato della pubblica amministrazione! Un apparato che assorbe seimila miliardi, quelli di una finanziaria.

Fine degli sprechi e mira all'efficacia e all'efficienza.

Molte cose cambieranno, o meglio, necessariamente dovranno cambiare, anche per decisioni che saranno prese a livello nazionale.

A seguito del decentramento amministrativo e fiscale, il cosiddetto triangolo industriale, che tiene insieme sei, sette regioni, tratterrà per sé la maggior parte della ricchezza che produce e il sud dovrà fare i conti con le sue risorse, dovrà valorizzarle al massimo per sopravvivere.

Ma nulla si inventa dall'oggi al domani. La grande risorsa, rappresentata dal turismo, necessita di una professionalità che tutto l'indotto è ben lungi dal possedere.

E anche la pesca, settore in cui, invece, la professionalità è alta, attraversa una crisi difficile da superare nel breve periodo. Se nel tempo dello splendore gli addetti non si fossero dati agli sprechi personali e avessero, invece, investito, da oculati imprenditori, allargando e qualificando l'indotto, oggi la situazione sarebbe un'altra.

Ma la mentalità spendacciona ha pervaso la società, è entrata nelle sedi della politica e ha travolto
con gli sprechi tutta una economia. Un occhio rivolto solo al presente, un orizzonte limitato a pochi settori, nella ricerca dell'utile e dell'effimero.

Trascurati gli investimenti a lungo termine per un progetto di città futura, la città è oggi piegata in un presente cieco.

E tuttavia, se ciò accaduto, la colpa è di chi ha lasciato che accadesse. Se paragoniamo i settori della società alle corsie di una pista per una gara di velocità, a prescindere dal giudizio sul settore, vince chi sa correre meglio e più degli altri, e vince, quindi, per l'incapacità degli altri.

Senza entrare in analisi sociologiche, che non ci competono, ma contando sulla memoria, si ricorda
che negli anni che vanno dal '30, al '50 e oltre, a Mazara del Vallo, l'economia era fiorente: stabilimenti con banchi per la lavorazione del pesce, conserviere, case vinicole, mulini, pastifici. Ricordiamo, uno per tutti, un imprenditore come Vaccara, che partendo dalle esigenze della propria azienda ne creò altre e investì anche in cultura, dotando la città di un cine-teatro, l'attuale “Rivoli” ( gli hanno tolto il nome, non più “Vaccara”). Oggi si accumula e non si sa diversificare.


Nella marineria c'è un atteggiamento piratesco, niente di tutto questo altrove, dove cambiano i metodi di pesca e c'è cura per la riproduzione di alcune specie ( oggi i tonni depongono le uova in cattività ), considerato che la carenza di risorse alimentari è divenuto problema centrale, assieme a quello del risparmio energetico.

Qui, con la pesca a strascico, si ara il fondo marino e non basta rispettare l'obbligo di usare reti a maglia larga, perché nella trazione, le maglie si stringono e i pesci piccoli rimangono ugualmente catturati.

Ma deve pur nascere una nuova classe imprenditoriale, e si dovrà tutti imparare a vivere sobriamente anche quando si guadagna molto!

La seduta è tolta alle ore 20.15.

giovedì 14 agosto 2008

Le associazioni ambientaliste custodi dei beni pubblici

Fonte: greenreport.it
Newsletter del 11/08/2008

Una sentenza storica

Il WWF ha vinto il ricorso al Tar del Veneto contro la realizzazione della struttura alberghiera del "Park Hotel", situata in un´area dall'alto valore ambientale e paesaggistico a Bilione. Il giudice amministrativo ha stabilito che lo strumento urbanistico può e deve tutelare anche il bene ambiente ed il paesaggio e che un´associazione ambientalista è legittimata a ricorrere anche per provvedimenti riguardanti la materia urbanistico – edilizia, per contrastare gli interventi lesivi dei beni ambientali nella loro integralità. Come a dire che, laddove le autorità amministrative non siano in grado di tutelare il bene ambientale, un´associazione ambientalista diventa il custode dei beni pubblici e delle risorse naturali, anche sostituendosi alle autorità pubbliche nella tutela di un patrimonio comune e tutelato anche dalla Costituzione.

(Comitato)Un pro-memoria per gli amministratori distratti …

sabato 2 agosto 2008

Verbale n.45

Il giorno 22 del mese di luglio il comitato si riunisce alle ore 18,30. Aperta la seduta, si riflette sul nuovo tema affrontato con i recenti post, e cioè il verde pubblico.

In questa nostra città, sia impiegati comunali che amministratori mancano di due elementari capacità: osservare e confrontare. Non notano la differenza fra il verde di altre città e quello di Mazara del Vallo. Qui tutto sembra abbandonato, poi, ogni tanto, improvvisamente si interviene in modo brutale.

La potatura, che dovrebbe essere affidata a un potatore, una persona cioè che ha una qualifica e quindi sa fare il suo mestiere, a Mazara del Vallo è affidata anche a un muratore, purché abbia una sega.
Gli si dà l'appalto ed è presto fatto.

Il taglio è una vera stroncatura e può avvenire a prescindere dal tempo della potatura. Così accade che durante l'inverno si abbiano alberi frondosi e in estate, quando serve l'ombra, si abbiano alberi spogli o con ridicole chiome.

Una volta, a Mazara del Vallo, le aiuole erano curate, c'era chi controllava che non si calpestassero i fiori ( nelle aiuole c'erano, i fiori!), gli impiegati comunali avevano una professionalità: erano giardinieri. Oggi a mancare non è solo la professionalità, manca proprio il tipo di impiegato, il settore ne è sguarnito. Si danno appalti.

Anche la banda comunale non esiste più . E per i settori, che, giusto caso, non possono essere sguarniti, si assiste a un abbassamento del livello di professionalità, un vero e proprio de-grado.

Per quanto riguarda i lavori pubblici parlano le recenti opere di edilizia, in concorrenza con quella privata quanto a distanza da canoni estetici e modernità. Nuovi assetti urbani e costruzioni che fanno pena!

Le amministrazioni da un po' di tempo, troppo, gestiscono la cosa pubblica con la leggerezza, la spudoratezza e l'incoscienza degli improvvisatori. Non si documentano, né creano le condizioni di una riflessione prima dell'azione.

Nel primo dopoguerra si costruì con senso di responsabilità e pensando al futuro. Si disegnarono ampie strade a servizio di un nuovo quartiere di case popolari. E questo perché, dopo la guerra, si ritornava carichi degli scambi intellettuali fra ufficiali di varie nazionalità e con varie professionalità.

C'è chi riferisce di ufficiali in discussione, in Egitto, che davano vere e proprie lezioni di amministrazione, di urbanistica... Chi ebbe la fortuna di fruire di un'occasione di così alto livello, una volta eletto primo sindaco della città di Mazara del Vallo, dovendo fare costruire case popolari, diede ai progettisti precise indicazioni quanto a larghezza delle strade: 11 metri, secondo indicazioni degli ufficiali inglesi che, progettando la realizzazione di strade, le pensavano al futuro, strade per un traffico di macchine a venire.

Cosa avviene oggi? 474 aspiranti consiglieri comunali senza nessuna qualifica. I partiti non esprimono candidati degni di occupare la cosa pubblica. La corsa è allo stipendio.

Come fare per arrestare il circolo vizioso? Eliminare gli stipendi ai consiglieri e introdurre i gettoni di presenza? Una soluzione deve essere pensata per arrestare il de-grado della classe politica! O si deve arrivare proprio alla feccia per risalire la china?

Questa amministrazione, per qualità, è già al massimo del minimo. Oltre non si può andare, ma la gente non ne ha la percezione.

Il sindaco viene osannato perché ha risolto il problema dei cantieri Giacalone, invece non è vero i cantieri restano ancora chiusi.

Gli operai potrebbero accedere ai finanziamenti, ma per accedervi, le forze politiche dovrebbero attivarsi. Cento operai, più l'indotto, altre cento persone, al di sotto della soglia di povertà. Duecento famiglie sulla strada. Tu, sindaco, non hai capito come funziona il meccanismo.
Danni per decine di milioni di euro.

Una persona può pure delinquere, ma la soluzione del problema causato non può essere
essere affidata al caso, l'amministrazione deve farsene carico.

Se il sindaco avesse un peso politico e l'intelligenza per individuare le soluzioni, potrebbe adottare tutti i provvedimenti utili per garantire la prosecuzione del lavoro sospeso e il futuro della società, oggetto dei disastri ormai noti a tutti.

Ci sono degli esempi: quelli più vicini a noi sono il crac della Parmalat e quello della Cirio. In entrambi i casi, a seguito del disastro ascrivibile ai responsabili delle due aziende, è intervenuto lo stato e con una apposita normativa ha nominato un amministratore, ha finanziato il lavoro dell'azienda e ha garantito in tal modo il lavoro alle maestranze.

Nell'Italia di oggi siamo al massimo della corruzione, l'illegalità è collettiva.

Sempre nelle società ci sono stati i tempi del massimo della corruzione cui è seguito scandalo e rinascita.

Oggi è tempo di rinascita!

In Francia esistono le scuole di pubblica amministrazione, non c'è improvvisazione.
In Italia, chiunque può amministrare, mentre, per esercitare una professione qualsiasi, è obbligatoria l'abilitazione.

Dovrebbe esserci una scuola, anche se non di alta specializzazione, pure per l' impiegato comunale perché i concorsi, ormai si sa, sono fasulli. Escludendo la resa dei primi sei mesi, con la frequenza di una scuola, il beneficio sulla collettività sarebbe assicurato.

Vero è che i dirigenti partono per due, tre giorni di aggiornamento, ma se non esiste l'obbligo di relazionare al ritorno, può accadere che i corsi vengano considerati gite a carico dei contribuenti.
Di esempi se ne possono portare!

Si potrebbe istituire la qualificazione permanente del personale con corsi di aggiornamento propedeutici all'avanzamento di carriera. Sarebbe un vero stimolo per gli impiegati.

Ad attivarsi in tal senso dovrebbe essere la classe politica.

Si potrebbe cominciare con i vigili urbani, che non hanno alcuna preparazione, mentre in altre città, dopo regolare concorso, sono obbligati a sei mesi di prova e ad un corso, in cui l'aggiunto di segreteria tiene lezioni per mettere i vigili nelle condizioni di fronteggiare eventuali contestazioni. Non vengono buttati sulla strada grezzi di esperienza!

A Mazara del Vallo non c'è contravvenzione per chi sconosce le cinture di sicurezza, per chi usa il cellulare mentre guida o, sulla moto, non usa il casco.... Poi, a una certa ora, i vigili si eclissano, i negozianti depositano anche sulle vie principali scatoloni e materiali da imballaggio, la città diviene preda di scorribande che si danno a schiamazzi, che sfregiano le facciate anche di monumenti di pregio.

Il bello educa al bene, dicevano i greci.

E qui chi si cura del bello?

La fontana di Consagra, un'opera d'arte, per le incrostazioni non rimosse perde la sua singolarità, viene snaturata: l'acqua non fluisce più dall'alto, ma dal perimetro al centro.Gli alberi, che sono ben pubblici e per natura crescerebbero con eleganza, vengono deturpati con il benestare degli amministratori.

A Perugia, se una casa ha un giardino e se nel giardino cresce un cipresso, il proprietario, per intervenire sul cipresso, è obbligato a presentare regolare richiesta all'amministrazione, prima di abbatterlo e, successivamente, deve provvedere alla sostituzione sotto il controllo degli impiegati comunali che garantiscono il rispetto del piano paesaggistico.

Niente deve essere alterato, e si tratta di privato che opera su uno suo spazio di sua proprietà! Qui lo stesso pubblico fa scempio di ciò che è pubblico e deve essere il privato ad allertarsi per proteggere il verde della città.

Si è letto sui giornali di un professore giapponese che, turista in Italia, ha deturpato un monumento, scrivendo su di esso il proprio nome e cognome e indirizzo. Lo hanno denunciato i suoi stessi compagni di viaggio, al ritorno a Tokyo, ed è stato condannato al risarcimento dei danni all'Italia.

Didatticamente esemplare.

Come italiani dovremmo vergognarci per non averlo fatto noi!

Tanto di apprezzamento per l'educazione orientale. In Italia l'imbarbarimento.

La seduta è tolta alle ore 20.30
Il Comitato