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domenica 27 marzo 2011

Alex Zanotelli alla Manifestazione Nazionale per i referendum del 26 marzo 2011

L'intervento di Padre Alex Zanotelli durante alla manifestazione nazionale per i referendum su acqua e nucleare del 26 marzo 2011 a Roma





venerdì 25 marzo 2011

Capannori, modello di un'Italia che funziona


L’amministrazione di Capannori è stata presa a modello di un’Italia che funziona nel corso della puntata di “Presa diretta” andata in onda domenica 20 marzo 2011 su Rai Tre. La trasmissione di Riccardo Iacona ha dedicato un servizio sulle buone pratiche di Capannori, da quelle ambientali, come quelle della raccolta “porta a porta” dei rifiuti e della “Via dell’acqua”, a quelle dell’integrazione sociale, passando per gli esempi del risparmio energetico, vedi case popolari ecologiche di Marlia e pannelli fotovoltaici sul tetto del municipio, e per le politiche educative.

Notizia trovata al link http://www.ciaccimagazine.org/?p=5154



giovedì 24 marzo 2011

Si parla di nitrati, ma non è una cosa seria

COMUNICATO

Questo comitato, dopo tutte le azioni messe in atto per sensibilizzare la pubblica amministrazione sull'accertato pericolo di inquinamento chimico dell'acqua potabile distribuita nella rete cittadina, apprende con grande soddisfazione che il sindaco ha ritenuto di acquisire i risultati delle analisi effettuate dai ragazzi del terzo anno dell'istituto tecnico industriale "Ruggero D'Altavilla" per individuare la presenza di nitrati sui campioni di acqua a loro messi a disposizione.


Questi risultati sono stati resi pubblici a mezzo stampa al solo scopo di tranquillizzare l'opinione pubblica con la comunicazione che l'acqua potabile a Mazara del Vallo non è inquinata e può essere tranquillamente utilizzata.


Sarebbe stato più opportuno che l'amministrazione comunale avesse reso noti ai cittadini, con la stessa enfasi, i risultati di analisi più complete ed affidabili che periodicamente vengono effettuate sull'acqua dall'ente regionale all'uopo preposto, essendo relative, in conformità alla normativa sulla potabilità dell'acqua, ad oltre 40 distinti indicatori e non esclusivamente ai nitrati.


Si precisa che dette analisi dallo stesso ente vengono notificate, così come dice la legge, al comune di Mazara del Vallo, tenuto a informare i cittadini sulle condizioni di potabilità dell'acqua in distribuzione.


Domanda, a questo punto, di obbligo: perché utilizzare le analisi effettuate da ragazzi e non pubblicizzare le analisi che periodicamente vengono effettuate dall'ente regionale all'uopo preposto?


Si ricorda che questo comitato, sulla base di documenti ufficiali che qui si richiamano, nel tempo ha paventato il pericolo di inquinamento chimico della falda che approvvigiona la città e che ad oggi nessuno ha voluto o potuto comunicare quali atti e quali provvedimenti ha adottato l'amministrazione per scongiurare il pericolo.


Se gli amministratori agiscono in forza di mandato popolare nell'interesse dei cittadini, non si riesce a capire il motivo per il quale non sentano il dovere, avendo agito in assoluta trasparenza, di informare tempestivamente e periodicamente i cittadini che li hanno delegati.


E, rimanendo sul tema della trasparenza, perché non si decide di teletrasmettere tutte le riunioni che la giunta comunale periodicamente tiene al fine di adottare le delibere nell'esclusivo interesse dei cittadini, visto che nessuno ha alcunché da nascondere e tutti agiscono in assoluta trasparenza nell'interesse dei cittadini amministrati? Del resto a Mazara del Vallo le riprese televisive delle sedute del consiglio comunale da anni rappresentano una conquista in tal senso. Che un portavoce, quantomeno, metta a conoscenza dei cittadini il dibattito e le delibere di giunta.


Ci si augura che il sindaco, verso il quale il comitato vuole testimoniare apprezzamento e fiducia, voglia comportarsi in conformità a quanto auspicato.


Il Comitato

martedì 22 marzo 2011

LA RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO ADERISCE ALLA BATTAGLIA REFERENDARIA ACQUA-NUCLEARE E ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SABATO 26 MARZO A ROMA

ADESIONE ALLA BATTAGLIA REFERENDARIA ACQUA – NUCLEARE

E ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI SABATO 26 MARZO A ROMA


* Come è noto un quesito referendario sull’acqua è finalizzato a contrastare le privatizzazioni dei servizi pubblici locali di rilevanza economica ( art. 23 bis della l. 112 /2008 e successive modificazioni ) e quindi interessa da vicino il ciclo di vita e di trattamento/gestione dei rifiuti domestici e assimilati, tra cui gli industriali e gli ospedalieri.

Naturalmente basterebbe il richiamo alla difesa dei beni e dei luoghi comuni; tuttavia anche il quesito referendario in senso stretto riguarda le nostre resistenze, le nostre battaglie e le nostre proposte alternative.


* Il no al nucleare, da sempre e a maggior ragione dopo l' incidente alla centrale atomica di Fukushima in Giappone e la fuoriuscita di radioattività da una centrale in Canada, è coessenziale al NO all'incenerimento dei rifiuti e alle combustioni per ragioni di approvvigionamento energetico, nella direzione del risparmio esteso di materia-energia : allungamento ciclo di vita delle merci, dalla culla alla culla, energie realmente rinnovabili in una economia non basata sul mercato libero e sul profitto.


* La Rete Nazionale Rifiuti Zero e le tante realtà che con differenti sfaccettature lottano contro le nocività dovute alla combustione e all' incenerimento, per una diversa economia (bioeconomia), saranno al primo posto nella mobilitazione per questa scadenza di civiltà.


La Rete Nazionale Rifiuti Zero aderisce con entusiasmo, fattivamente e ufficialmente alla campagna per i tre referendum : acqua e no nucleare.

In questa stessa logica saremo a Roma sabato 26 dove si incontreranno i popoli delle resistenze e delle proposte di un' altra società, fuori dalle nebbie delle ideologie ma ben dentro il possibile che possiamo collettivamente costruire in comune. La Rete Nazionale Rifiuti Zero ADERISCE alla Manifestazione nazionale di sabato 26.



RETE NAZIONALE RIFIUTI ZERO



Giornata mondiale dell'acqua, una ricchezza da sottrarre alle leggi del mercato

Qui di seguito una parte dell'articolo che l'edizione di oggi, 22 marzo, "L'Osservatorio Romano" dedica alla Giornata mondiale dell'acqua.

"Se è vero che spesso per i poveri non è tanto la scarsità d’acqua in sé a portare sofferenza, ma l’impossibilità economica di accedervi, allora esiste, come ha ricordato il 24 febbraio il vescovo Mario Toso, segretario Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, intervenendo alla conferenza internazionale di Greenaccord a Roma, «un serio problema di indirizzo etico», perché, ha aggiunto rilanciando le parole del Compendio della dottrina sociale della Chiesa, l’acqua — diritto universale e inalienabile — è un bene troppo prezioso per obbedire solo alle ragioni del mercato e per essere gestita con un criterio esclusivamente economico e privatistico. Il suo valore di scambio o prezzo non può essere fissato secondo le comuni regole della domanda e dell’offerta, ovvero secondo la logica del profitto. Che è però quanto in più parti del mondo accade o si rischia in caso di privatizzazione, fino a giungere al paradosso che vede i poveri pagare molto più dei ricchi per quello che dovrebbe essere un diritto naturale"

L'articolo
è leggibile per esteso al link http://gaetanovallini.blogspot.com/
Nonostante il tema diverso della giornata, il pezzo è incentrato sulla necessità di sottrarre l'acqua alle leggi del mercato e ai tentativi di privatizzazione; si fa anche un riferimento al referendum.

sabato 19 marzo 2011

Rubbia: “L’errore nucleare. Il futuro è nel sole”

L'articolo è del 2009, ma opportunamente è ricomparso in questi giorni su internet.
L'abbiamo trovato al link
http://www.ciaccimagazine.org/?p=5089

Parla il Nobel per la Fisica: “Inutile insistere su una tecnologia che crea solo problemi e ha bisogno di troppo tempo per dare risultati”. La strada da percorrere? “Quella del solare termodinamico. Spagna, Germania e Usa l’hanno capito. E noi…”
di ELENA DUSI

Rubbia: “L’errore nucleare Il futuro è nel sole” Carlo Rubbia

ROMA – Come Scilla e Cariddi, sia il nucleare che i combustibili fossili rischiano di spedire sugli scogli la nave del nostro sviluppo. Per risolvere il problema dell’energia, secondo il premio Nobel Carlo Rubbia, bisogna rivoluzionare completamente la rotta. “In che modo? Tagliando il nodo gordiano e iniziando a guardare in una direzione diversa. Perché da un lato, con i combustibili fossili, abbiamo i problemi ambientali che minacciano di farci gran brutti scherzi. E dall’altro, se guardiamo al nucleare, ci accorgiamo che siamo di fronte alle stesse difficoltà irrisolte di un quarto di secolo fa. La strada promettente è piuttosto il solare, che sta crescendo al ritmo del 40% ogni anno nel mondo e dimostra di saper superare gli ostacoli tecnici che gli capitano davanti. Ovviamente non parlo dell’Italia. I paesi in cui si concentrano i progressi sono altri: Spagna, Cile, Messico, Cina, India Germania. Stati Uniti”.

La vena di amarezza che ha nella voce Carlo Rubbia quando parla dell’Italia non è casuale. Gli studi di fisica al Cern di Ginevra e gli incarichi di consulenza in campo energetico in Spagna, Germania, presso Nazioni unite e Comunità europea lo hanno allontanato dal nostro paese. Ma in questi giorni il premio Nobel è a Roma, dove ha tenuto un’affollatissima conferenza su materia ed energia oscura nella mostra “Astri e Particelle”, allestita al Palazzo delle Esposizioni da Infn, Inaf e Asi.

Un’esibizione scientifica che in un mese ha già raccolto 34mila visitatori. Accanto all’energia oscura che domina nell’universo, c’è l’energia che è sempre più carente sul nostro pianeta. Il governo italiano ha deciso di imboccare di nuovo la strada del nucleare.

Cosa ne pensa?
“Si sa dove costruire gli impianti? Come smaltire le scorie? Si è consapevoli del fatto che per realizzare una centrale occorrono almeno dieci anni? Ci si rende conto che quattro o otto centrali sono come una rondine in primavera e non risolvono il problema, perché la Francia per esempio va avanti con più di cinquanta impianti? E che gli stessi francesi stanno rivedendo i loro programmi sulla tecnologia delle centrali Epr, tanto che si preferisce ristrutturare i reattori vecchi piuttosto che costruirne di nuovi? Se non c’è risposta a queste domande, diventa difficile anche solo discutere del nucleare italiano”.

Lei è il padre degli impianti a energia solare termodinamica. A Priolo, vicino Siracusa, c’è la prima centrale in via di realizzazione. Questa non è una buona notizia?
“Sì, ma non dimentichiamo che quella tecnologia, sviluppata quando ero alla guida dell’Enea, a Priolo sarà in grado di produrre 4 megawatt di energia, 1 mentre la Spagna ha già in via di realizzazione impianti per 14mila megawatt e si è dimostrata capace di avviare una grossa centrale solare nell’arco di 18 mesi. Tutto questo mentre noi passiamo il tempo a ipotizzare reattori nucleari che avranno bisogno di un decennio di lavori. Dei passi avanti nel solare li sta muovendo anche l’amministrazione americana, insieme alle nazioni latino-americane, asiatiche, a Israele e molti paesi arabi. L’unico dubbio ormai non è se l’energia solare si svilupperà, ma se a vincere la gara saranno cinesi o statunitensi”.

Anche per il solare non mancano i problemi. Basta che arrivi una nuvola…
“Non con il solare termodinamico, che è capace di accumulare l’energia raccolta durante le ore di sole. La soluzione di sali fusi utilizzata al posto della semplice acqua riesce infatti a raggiungere i 600 gradi e il calore viene rilasciato durante le ore di buio o di nuvole. In fondo, il successo dell’idroelettrico come unica vera fonte rinnovabile è dovuto al fatto che una diga ci permette di ammassare l’energia e regolarne il suo rilascio. Anche gli impianti solari termodinamici – a differenza di pale eoliche e pannelli fotovoltaici – sono in grado di risolvere il problema dell’accumulo”.

La costruzione di grandi centrali solari nel deserto ha un futuro?
“Certo, i tedeschi hanno già iniziato a investire grandi capitali nel progetto Desertec. La difficoltà è che per muovere le turbine è necessaria molta acqua. Perfino le centrali nucleari in Europa durante l’estate hanno problemi. E nei paesi desertici reperire acqua a sufficienza è davvero un problema. Ecco perché in Spagna stiamo sviluppando nuovi impianti solari che funzionano come i motori a reazione degli aerei: riscaldando aria compressa. I jet sono ormai macchine affidabili e semplici da costruire. Così diventeranno anche le centrali solari del futuro, se ci sarà la volontà politica di farlo”.

(29 novembre 2009)

mercoledì 16 marzo 2011

Referendum - Verso la manifestazione del 26 marzo a Roma


Trasmissione in onda Martedì 15 marzo 2011 su TV6 Abruzzo
Verso la manifestazione di sabato 26 marzo a Roma a sostegno dei referendum.

venerdì 11 marzo 2011

mercoledì 9 marzo 2011

L’alternativa alla catastrofe è la strada della decrescita


Da un' intervista a Serge Latouche

"....Finora ci hanno, e ci siamo imposti, di continuare a subire questo modello di sviluppo economico vetusto e in fase terminale. Siamo un po’ carnefici di noi stessi e un po’ servi volontari. E nessuno è realmente innocente. Preferiamo la certezza presente di un inferno possibile all’incertezza futura di un paradiso perduto. Taranto rappresenta un po’ il platonico mito della caverna. Solo che ormai in molti abbiamo visto la luce del sole, fuori, e non ne possiamo più di vivere in quest’oscurantismo.
“Beh, sembra perfetto, – mi dice- sono stato invitato a parlare del mio libro, quindi ovviamente parlerò della scommessa della decrescita. Allora andrò a disseminare qualche piccolo seme di conoscenza sperando che il terreno sia fertile”.
Si, benissimo! Ma vede, professore, parlare della scommessa della decrescita serena in una città che da anni vive una (finta) crescita infelice è una vera e propria sfida politica. E quindi bisogna rivolgersi direttamente agli attori politici. Perché noi, platea di cittadini ed associazioni, la decrescita la vogliamo da tempo, eccome! Ma per ora la possiamo solo sognare. O urlare.
Per fortuna, deve sapere che le associazioni del territorio sono fantastiche, un’alta marea irrefrenabile. Guerrieri che si battono come delle fiere; studiosi che propongono soluzioni alternative ad un’economia castrante; chiedono che sia la popolazione a decidere sul proprio futuro; esigono un registro dei tumori; sviluppano analisi private per verificare lo stato di contaminazione delle acque, della terra, degli animali. Perfino del latte materno. “Ci rendiamo conto? E Lei che scrive nel suo libro che la ricchezza di un uomo inizia dal seno materno e finisce con la mano dell’infermiere che lo cura…Noi siamo allora molto poveri, caro professore”.
La cosa peggiore è che neanche il diritto riesce a trovare applicazione. Si confezionano perfino leggi e poteri che, anziché aiutare a salvaguardare i diritti fondamentali ci condannano ad una morte lenta, silenziosa. Non c’è nulla e nessuno politicamente che abbia davvero il coraggio e la voglia di tutelarci fino in fondo.
Quindi non ci resta che continuare a lottare. Solo con la lotta, la disobbedienza civile e le denunce si otterranno risultati importanti. Per esempio, che non si perdano i diritti di risarcimento per danni ambientali o per danni alla salute. O che si effettui un’indagine epidemiologica per verificare lo stato di salute dei tarantini, come hanno chiesto ultimamente i Verdi.
E’ fondamentale questo accertamento, tutto parte da qui: dal riconoscimento di un danno e dal suo risarcimento, lo dice anche Lei nel suo saggio. Un risarcimento che farebbe bene anche alle casse della città, che si dice siano sempre in bancarotta. “Ah, questo non lo sapevo!” si sorprende “Bancarotta, inquinamento, siderurgia, raffineria, inceneritori, avete proprio tutto allora!”, “Si non ci facciamo mancare nulla del peggio”. Asserisco, vergognandomi profondamente.
“Lei – continuo- dice che il principio di una svolta giusta sarebbe cominciare a far pagare, semplicemente, il costo dell’impatto ambientale”. “Vero- mi dice lui- è il programma con cui mi ero presentato alla presidenza francese. Ma Lei lo sa, siamo tutti certi che i politici con un simile programma provocatorio sanno di non poter rispettarlo a meno di essere assassinati il giorno dopo. E nessuno vuole essere martire!”.
Si. Ma neanche noi però vogliamo esserlo all’infinito, e non è giusto che a pagare le conseguenze siano sempre e solo gli inquinati, e mai gli inquinatori. Dobbiamo avere il coraggio di convincerci tutti che è necessario liberarci dal gran ricatto: il pugno di benefici economici che riceviamo non vale il costo pazzesco che sosteniamo in termini di perdita di natura, cultura e salute e di mancato guadagno a livello sociale e ambientale.
Per questo allora, professore, se mi permette, lei deve andare a Taranto a seminare come un giardiniere con tanta pazienza. Perché qui il terreno è molto fertile. Taranto è un perfetto laboratorio del dopo-sviluppo, e proprio da qui si può provare a sperimentare l’applicazione del suo modello delle 8 R: rivalutare, ridefinire, ristrutturare, rilocalizzare, ridistribuire, ridurre, riutilizzare, riciclare. Ecco, io voglio coniare una nuova R per Taranto : Rinascimento. Noi vogliamo rinascere.
E il cambiamento, come dice lei, per essere tale dovrà essere radicale: perché qualsiasi compromesso sarà ancora una volta una compromissione. Perché finché non si esce da questo sistema di disvalori che ci autodistrugge non ci sarà spazio per la realizzazione di economie di decrescita. Perché se non si parte dal rispetto del sacrosanto dogma del “chi inquina paga”, il pensiero ecologico non fiorirà mai, a nessun livello.
Latouche è una persona amabile, disponibile e affascinante, non posso fare a meno di permettermi di scherzare con lui e osare. Gli prometto, nel mio idealismo visionario, che il giorno in cui Taranto vivrà la sua decrescita, gli daremo la cittadinanza onoraria. Per quel tempo, allora, la meravigliosa sede dell’Università della città vecchia sarà aperta, e quindi lo insigniremo anche del titolo di professore emerito, ospitandolo per le sue preziose conferenze in un bel residence studentesco del borgo ristrutturato. Ovviamente, gli regaleremo una bicicletta, per poter girare per le strade di un centro storico finalmente nobilitato, dove regna l’obbligo della zona pedonale e la raccolta differenziata. Ed a partire dal quale potrà, con una pista ciclabile, circumnavigare il Mar Piccolo, le cui immagini lagunari stimoleranno ancor più la sua profonda riflessione filosofica. Non è un sogno ad occhi aperti. L’alternativa alla catastrofe è la strada della decrescita, un sentiero piccolo piccolo che cattura il mio sguardo e mi invita a percorrerlo. Ed io ho troppa voglia di camminare. Da subito.

Per gentile concessione dell’autrice, Pierangela Fontana"

Il testo nella sua forma integrale al link

http://www.decrescita.com/news/?p=18

venerdì 4 marzo 2011

Il governo ha paura del voto degli italiani

(Da Segretera Forum Acqua riceviamo e pubblichiamo)
"....questo il comunicato stampa congiunto inviato a tutte le testate (già ripreso da repubblica.it), in risposta alle dichiarazioni di Maroni. Ufficialmente le date non sono ancora state fissate, essendo necessario il passaggio in sede di Consiglio dei Ministri....."

Comunicato stampa


Il governo ha paura del voto degli italiani

Il ministro Maroni vuole far votare i referendum il 12 giugno,

a scuole chiuse, per evitare il quorum



Il ministro Maroni ha dichiarato oggi che al prossimo consiglio dei ministri proporrà il 12 giugno come giorno per lo svolgimento dei referendum.

Come è noto, si tratta dell’ultima data consentita dalla legge (che prevede che i referendum si svolgano tra il 15 aprile e il 15 giugno), altrimenti avremmo potuto anche rischiare di dover andare a votare a ferragosto.

E’ chiaro infatti che la scelta non è casuale: il 12 giugno le scuole saranno già chiuse e l’inizio della stagione estiva rappresenterà per chi può permetterselo un incentivo ad andarsene fuori città. Questo almeno nei desiderata del ministro e del governo di cui fa parte, che evidentemente teme che questa volta i referendum possano raggiungere il quorum e i sì vincere.

I timori del governo sono fondati - anche se non giustificano la decisione presa - come dimostra il 1.400.000 firme raccolte per i quesiti sulla ripubblicizzazione dell’acqua, un risultato mai ottenuto prima.

Per questo Maroni ha scelto la strada del boicottaggio, consapevole che la normale dialettica politica fra sostenitori del sì e del no lo vedrebbe perdente.

Meglio allora usare altri mezzi, pur di rendere difficoltosa la libera espressione della volontà dei cittadini.

Al ministro va inoltre ricordato che fu proprio su sua proposta che nel 2009 le elezioni amministrative furono accorpate alle europee. Allora era preoccupato che non si sperperassero inutilmente soldi pubblici (calcolò un risparmio di 400 milioni di euro) con più tornate elettorali. Oggi, malgrado si sia nel pieno della crisi economica, quella preoccupazione non c’è più.

Il comitato promotore dei referendum per la ripubblicizzazione dell’acqua e quello contro il nucleare hanno da tempo avviato una petizione, che ha raccolto migliaia di firme, per chiedere l’accorpamento delle date di amministrative e referendum. Hanno chiesto un incontro al ministro per illustrargli le ragioni che sostengono l’accorpamento: ragioni economiche ma soprattutto di maggiore garanzia di partecipazione.

La risposta è stata quella che apprendiamo dalle agenzie: una arrogante chiusura al confronto e l’assoluta indifferenza alla possibilità che cittadine e cittadini siano messi nelle condizioni migliori per esercitare il loro diritto al voto.

Già ci fu chi nel passato disse “tutti al mare” e gli andò male. Sarà così anche questa volta.

Roma, 3 marzo 2011

COMITATO REFERENDARIO 2 SI’ PER L’ACQUA BENE COMUNE

COMITATO VOTA SI’ PER FERMARE IL NUCLEARE

mercoledì 2 marzo 2011

I diritti e i beni comuni non sono sono in vendita

Interessante intervento di Marco Bersani al convegno "I diritti e i beni comuni non sono in vendita" del 23-02-2011 tenutosi a Campobasso.

martedì 1 marzo 2011

BARI 12 MARZO 2011 Giornata di MOBILITAZIONE nazionale



12 MARZO 2011

Giornata di MOBILITAZIONE nazionale

BARI


ACQUA PUBBLICA SI VOTA

SI per votare la legge per la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese

SI per sostenere i 2 referendum sull’acqua bene comune

SI per fermare il nucleare


PER LA DIFESA DEI BENI COMUNI

per bloccare gli inceneritori, le discariche inquinanti e lo scempio del territorio

per arrestare la privatizzazione dell’istruzione pubblica e dei saperi


In Italia, e in Europa, negli ultimi 15 anni le politiche liberiste dei governi che si sono susseguiti, indipendentemente dal loro colore, hanno portato a una vera e propria privatizzazione dei beni comuni e dei servizi pubblici, acqua compresa. L’ultima fase, in senso cronologico, di questo processo è rappresentata dall’art. 15 del Decreto Ronchi convertito in Legge, che sancisce l’obbligo della messa a gara della gestione dei servizi pubblici locali, ivi compreso l’acqua, e di cessione ai privati di almeno il 40% delle azioni detenute dagli Enti locali. I referendum, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e da un'ampia coalizione sociale costituita da forze culturali e sociali riunitesi nel "Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune”, costituiscono lo strumento costituzionale di cui disponiamo per fermare la loro privatizzazione, abrogando la legge Ronchi e l’art. 154 del DLgs 152/2006 (limitatamente alla parte relativa all'adeguata remunerazione del capitale investito). Dopo l’abrogazione di tali articoli si potrà avviare un percorso che porti all’effettiva ripubblicizzazione dei servizi pubblici locali e del servizio idrico integrato e si potrà eliminare la possibilità di fare profitto sull’acqua.

In Puglia, l’acquedotto è una Società per Azioni e, pertanto, pur essendo a totale capitale pubblico (la Regione Puglia detiene il 100% delle azioni), gestito secondo il diritto privato. Il pericolo che incombe sull’AQP è quello che una parte delle azioni venga venduta ai privati. Rischio che si è corso il 25 febbraio 2009, quando in consiglio regionale, il Partito Democratico, attraverso il suo capogruppo in Consiglio, presentò una mozione per vendere una parte delle azioni ai privati. Per fortuna, tale mozione venne ritirata grazie alla forte e costante mobilitazione dei Movimenti per l’acqua e, più in generale, della cittadinanza.

Nel giugno del 2009, dopo due anni di silenzio del Governo alle richieste di incontro, il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e la Regione Puglia avviarono, attraverso la nascita di un tavolo tecnico, l’iter che ha portato all’elaborazione, nel dicembre 2009, del disegno di legge (DDL) per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Il Presidente della Regione e l’Assessore Amati si impegnarono a portare il DDL in Consiglio prima della fine del primo mandato della Giunta Vendola, cosa che però non avvenne. In compenso, Nichi Vendola costruì la campagna elettorale per la sua rielezione alla presidenza della Regione proprio sul tema “acqua pubblica”, impegnandosi a nome della sua coalizione a trasformare il DDL in Legge entro i primi 100 giorni del suo nuovo Governo. Nichi Vendola e la sua coalizione sono stati rieletti a marzo del 2010 e oggi, a oltre un anno da quel giorno, il ddl per ripubblicizzare l’Aqp giace ancora nelle commissioni competenti. E, purtroppo, non è tutto: la maggioranza ha, infatti, partorito degli emendamenti che, se approvati, stravolgerebbero il ddl originario, mettendo a rischio soprattutto la trasparenza, il principio di partecipazione nella gestione degli enti locali, e il quantitativo minimo vitale di acqua garantito ad ogni cittadino.

Approvare il disegno di legge che sancisce la ripubblicizzazione dell’AQP, prima dello svolgimento dei referendum, che si terrà entro il 12 Giugno, costituisce un atto di grande rilevanza politica e di rispetto dell’impegno assunto dal Governo. Sancirebbe, infatti, la volontà della Regione Puglia di rivendicare l’autonomia ad assumersi la responsabilità in tema di gestione pubblica del servizi idrico rispetto agli obblighi imposti dalla vigente legislazione.

L’acqua, tuttavia, è solo la punta dell’iceberg della privatizzazione dei beni comuni promossa dalle politiche liberiste degli ultimi decenni che hanno prodotto l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori, arricchendo solo piccoli gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando l’attuale e drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia. All’interno di questo quadro generale si inserisce anche il processo di privatizzazione dell’Istruzione Pubblica, di “autonomizzazione” dei vari Atenei e Istituti scolastici, promosso dai vari governi di centro-sinistra e centro-destra susseguitisi negli ultimi vent’anni, i quali stanno dando sempre più spazio alle scuole e università private. La logica privatizzatrice è la stessa.

Sabato 12 marzo – h 9.30

Piazza Umberto, scendiamo in piazza:

- affinché il DDL sulla ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese (nella sua versione originaria e senza emendamenti) diventi Legge regionale a tutti gli effetti;

- per ribadire la nostra contrarietà alle politiche di privatizzazione dell’istruzione pubblica, dei saperi e della conoscenza;

- per dire NO al nucleare, agli inceneritori, alle discariche e agli impianti industriali inquinanti;

- per avviare un percorso comune per la riappropriazione sociale di tutti i beni comuni;

- per la realizzazione di un modello di gestione trasparente, pubblico e partecipativo attraverso politiche autoorganizzate e dal basso, di tutti i beni comuni.

- contro lo smantellamento dei diritti dei lavoratori e lavoratrici, per una piena occupazione fuori dalla logica “sviluppista” in un contesto di produzioni socialmente ed ecologicamente compatibili.


Insieme al mondo dell’istruzione e della formazione,

con tutti i comitati e gruppi territoriali che si battono per la salvaguardia dell’ambiente,

invitiamo tutte e tutti affinché esprimano la loro voce.


UN’ALTRA SOCIETA’ E’ POSSIBILE.

QUI ED ORA!


Promuovono:

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

Studenti per l’Acqua


Segreteria Operativa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax.06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00; Cell. 333 6876990
e-mail: segreteria@acquabenecomune.org
Sito web: www.acquabenecomune.org - www.referendumacqua.it