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sabato 30 aprile 2011

2 sì per l'acqua pubblica: passaparola


Riceviamo e pubblichiamo il video, fatto a Capannori, che oggi, 30 aprile 2011, alle ore 12.00, proprio nella stessa ora in cui decidiamo di postarlo, viene presentato in conferenza stampa a Capannori.

Domani lo manderanno prima del concerto del Primo Maggio e dopo lo faranno circolare nelle reti e nelle tv locali!






Ci vogliono muti come pesci. Sit-in alla Rai. Roma, 29 aprile 2011

venerdì 29 aprile 2011

Referendum: votare è un diritto

Per fortuna Radio Vaticana dà più spazio al Forum italiano dei movimenti per l'acqua di quanto ne abbia dato Anno zero.

Ieri, in una diretta sul referendum acqua, intervistati Luca Martinelli ( Altraeconomia e Forum Acqua Nazionale), Consiglia Salvio (JSN Italia, CVX Gesù Nuovo Napoli, Comitato Referendario Campano), Cuciniello ACLI Italia.


Dal sito

Il magistero papale e le Nazioni Unite considerano l'accesso all'acqua un diritto umano universale. Ma secondo circa un milione e quattrocentomila italiani questo bene universale fondamentale è oggi affidato in Italia alle logiche del mercato e del profitto. Sono nati così i due quesiti contro la privatizzazione dell'acqua inseriti nel referendum del 12 e 13 giugno e ampiamente sostenuti da molte realtà sociali cattoliche come il CVX e le Acli. 'Nonostante le dichiarazioni dei rappresentati del Governo su possibili interventi legislativi - spiega Luca Martinelli del Comitato Referendario - resta in piedi la necessità di andare a votare per riprendersi il diritto alla partecipazione, che come l'acqua è un bene comune'

Al link http://www.radiovaticana.org/105live/ è possibile ascoltare la diretta


giovedì 28 aprile 2011

Giù le mani dai referendum per l'acqua! Oggi abbiamo scritto ai Parlamentari

La Segreteria Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune sollecita l'invio ai Parlamentari della lettera qui di seguito riportata, per le seguenti motivazioni:

"Il Governo nei prossimi giorni ha intenzione di provare a fare una "leggina" sull'acqua e il servizio idrico, che, sebbene non potrà bloccare la consultazione referendaria, contribuirà certamente a creare confusione: la strategia sarà quella di creare una cortina fumogena, di confondere le acque e i cittadini e poter dire che non c'è più bisogno dei referendum.

E' in corso un pericoloso attacco alla partecipazione democratica in questo paese, si sta cercando d'impedire al popolo italiano di decidere su temi importanti come quelli sottoposti ai quesiti referendari.

Noi non ci stiamo!"


Ecco il testo inoltrato con una mail

Mazara del Vallo 28. 04.2011

Oggetto:giù le mani dal referendum per l'acqua!


Gentile Parlamentare,

è in corso un pericoloso attacco alla partecipazione democratica in questo paese, si sta cercando d'impedire al popolo italiano di decidere su temi importanti come quelli sottoposti ai quesiti referendari.

Noi non ci stiamo!

Come avrà avuto modo di apprendere, le dichiarazioni del Ministro Romani sull'intenzione di effettuare un “approfondimento legislativo” sulla normativa che regola la gestione del servizio idrico oggetto dei prossimi referendum del 12 e 13 giugno e quelle del Sottosegretario S. Saglia che propone di istituire un'Autorità terza e indipendente hanno suscitato grande attenzione e grande preoccupazione da parte di tutti quei cittadini e quelle cittadine che hanno a cuore la democrazia nel nostro Paese, così come la soluzione legislativa approvata dal Parlamento in tema di energia nucleare che non risponde all’intento dei promotori del referendum finalizzato a decidere l’uscita in modo definitivo da tale fonte di energia.

Come certamente saprà, i due quesiti per la ripubblicizzazione dell’acqua sono stati promossi grazie ad una straordinaria partecipazione popolare, che ha portato alla raccolta di oltre un milione e quattrocentomila firme, a dimostrazione della volontà dei cittadini e delle cittadine italiani di esprimersi in modo diretto sulla gestione del servizio idrico.

Sarà certamente concorde con quei cittadini e quelle cittadine sul fatto che degli affrettati interventi legislativi sulle norme oggetto della consultazione referendaria, a meno di due mesi dalla stessa, abbiano più il sapore di uno scippo di democrazia che di un “approfondimento legislativo”.

La invitiamo quindi ad agire, nel corso della Sua attività istituzionale, in modo da garantire l'espressione democratica, così come il Suo ruolo richiede, rifiutandosi di appoggiare qualunque provvedimento legislativo che possa inficiare il percorso verso la consultazione referendaria, che dovrebbe essere caratterizzato da un sereno confronto politico sul merito dei quesiti referendari, senza scappatoie di nessun genere.

A questo proposito sottolineiamo anche la gravità della situazione di stallo in cui si trova l'approvazione del regolamento in materia di comunicazione politica presso la Commissione di Vigilanza RAI, il cui ritardo, di fatto, impedisce alla maggior parte dei cittadini e delle cittadine italiani di accedere ad una corretta informazione sui referendum di giugno, come invece la Legge prevede.

E' evidente come questi elementi pongano una questione di rispetto della democrazia, di fronte alla quale, qualunque sia la posizione personale sui quesiti referendari in oggetto, Lei, come cittadino e come Parlamentare, non può rimanere indifferente.

Non permetteremo che i cittadini siano calpestati, faremo il necessario affinch
é

i referendum rimangano quello strumento garantito dalla Costituzione che permette la partecipazione attiva da parte dei cittadini alla vita politica del proprio paese.

Perch
é si scrive acqua ma si legge democrazia!

Cordiali Saluti

Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo

via Monsignore Audino, 9 – 91026 Mazara del Vallo
Tel. 0923 946330

cell. 3470432710
e-mail: comitatocittadino@gmail.com
Sito web: www.comitatocittadinomazara.blogspot.com

facebook:Comitato Tutela Ambiente




Nucleare: forse il referendum si farà - Intervista a Gaetano Azzariti, costituzionalista alla Sapienza di Roma

Wednesday 27 April 2011 referendumEcco perché la Cassazione potrebbe ritenere insufficiente la moratoria decisa dal governo

IL COSTITUZIONALISTA AZZARITI: SCOMMETTO CHE IL REFERENDUM NUCLEARE SI FARA'

"Il giudizio in Cassazione non è per niente scontato, il governo può avere brutte sorprese"

Il presidente del Consiglio Berlusconi ieri - in un accesso di candore durante il vertice italofrancese - ha ammesso che lo stop al nucleare è solo una mossa tattica, provvisoria. Una moratoria per far saltare il referendum popolare che, sull'onda emotiva di Fukushima, avrebbe affossato l'atomo una volta per tutte.

In molti hanno accusato Berlusconi di cinismo politico e di voler attuare un "furto di democrazia" , ma l'esito finale di questo espediente è tutt'altro che scontato. "Se dovessi scommettere oggi, direi che il referendum si farà comunque il 12 giugno", osserva Gaetano Azzariti, costituzionalista alla Sapienza di Roma.

"Non basta infatti aver abrogato la norma su cui si basava la richiesta referendaria", spiega Azzariti. "La Corte di Cassazione dovrà stabilire se la moratoria del governo, che si limita a rimandare al futuro le decisioni sul nucleare, accoglie in pieno anche il principio ispiratore del quesito referendario. Dato che è evidente che i referendari non volevano ottenere un semplice rinvio, ma un rifiuto totale del nucleare, non mi sorprenderei se la Cassazione decidesse a sfavore della maggioranza di governo".

L'articolo si trova al link http://www.ecoradio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=10972&Itemid=44 , dove puoi ascoltare l'intervista integrale a Gaetano Azzariti, realizzata da Silvia Lanzarotto









COOP UNICOOP FIRENZE appoggia il referendum per l'acqua pubblica

Prima del profitto, dev’essere garantita la disponibilità per tutti, la qualità, il controllo da parte dei cittadini
Small-arrow-down Di Antonio Comerci

Il prossimo mese saremo chiamati a votare su vari referendum abrogativi, dei quali due aventi a tema la gestione dell'acqua. Come al solito, alcuni si impegneranno per non far raggiungere il quorum perché la votazione sia valida. (Ricordiamo che deve andare a votare almeno il 50 per cento più uno degli aventi diritto). Questa, però, può essere la volta buona. Su un tema come l'acqua - e anche l'energia nucleare - non ci sono schieramenti precostituiti, come destra e sinistra, ma i cittadini possono farsi un'idea da soli, formata sulle proprie... bollette.
Sull'acqua la cooperazione ha dato una risposta netta con la campagna "L'acqua di casa tua", promuovendo un consumo critico dell'acqua in bottiglia, venduta a ettolitri nei supermercati, anche nei nostri. Una risposta parziale, certamente, di fronte a ciò che rappresenta l'acqua per l'ambiente e per l'umanità. Una campagna volta proprio all'uso dell'acqua del rubinetto. Ed è di questa che trattano due referendum di giugno. La Legge Ronchi stabilisce che le Società per azioni che gestiscono la rete idrica, devono diventare private, e che il capitale investito deve avere una resa alta.


In pratica si stabilisce il principio che l'acqua deve creare profitto. Un bene così essenziale, e che si avvia ad essere anche prezioso, perché insufficiente per una umanità in continuo sviluppo, secondo noi non può essere considerato come una merce. Prima e al posto del profitto, vengono altre esigenze: la piena disponibilità per tutti, la qualità, il controllo.
Certo non pensiamo di tornare alle municipalizzate, come prima: troppe, per essere efficienti e dare il miglior servizio al costo più basso. Spesso ci vogliono aree più ampie del piccolo territorio comunale per raggiungere buoni livelli di efficienza; quindi non mettiamo in dubbio la necessità di avere aziende più grandi. Quello che non va è la forma di società che si vuole imporre per queste aziende. La Società per azioni è controllata e guidata da chi detiene la maggioranza, o una quota di controllo, del capitale. Nelle Società cooperative, invece, vale il principio "ogni testa un voto": una garanzia affinché prevalga l'interesse comune e non la logica del profitto.

(Illustrazione di Lido Contemori)

articolo al link http://www.coopfirenze.it/informazioni/informatori/articoli/10889?sms_ss=email&at_xt=4db856eb1d686532%2C0

Presidi davanti alle Prefetture in tutta Italia

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COMUNICATO STAMPA


Giù le mani dai referendum, presidi davanti alle Prefetture in tutta Italia

Il Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune si mobilita contro il tentativo di scippo dei referendum da parte del Governo. Ogni tentativo di impedire ai cittadini di esprimersi rappresenta un attacco alla costituzione e alla democrazia. Per questo giovedì 28 e venerdì 29, in tutta Italia, verranno organizzati presidi davanti alle Prefetture, mentre il 5 maggio è previsto un sit-in davanti a Montecitorio. Il Comitato ha inoltre predisposto una lettera da inviare a tutti i membri del Parlamento in cui si chiede di attivarsi affinché venga impedito questo scempio democratico (testo disponibile su www.acquabenecomune.org).

Venerdì 29 aprile saremo davanti alla sede della Rai in Viale Mazzini a Roma, per chiedere l'immediata approvazione da parte della Commissione di Vigilanza Rai del regolamento in materia di comunicazione politica sui referendum. Vogliamo che i cittadini vengano informati, vogliamo che sappiano che i referendum ci saranno e come sarà possibile votare.

Giù le mani dai referendum, oggi più di sempre si scrive acqua ma si legge democrazia.


Roma, 27 aprile 2011

venerdì 22 aprile 2011

Acqua - Nucleare: una questione di vita e di morte

Fra etica, spiritualità e democrazia, l’incontro del 28 aprile a Trento si presenta come uno dei più importanti avvenimenti del percorso trentino verso i referendum di giugno, occasione impedibile per la società italiana di potersi esprimere su tematiche urgenti ed imprescindibili. Una serata che sarà anche momento di riflessione comune sulle scelte interlocutorie attuate dal nostro Governo, che minacciano una serena informazione ed il corretto svolgimento delle votazioni popolari del 12 e 13 giugno.

Referendum acqua pubblica: la Chiesa si schiera

Il testo che segue si trova al link http://www.italianostra.org/?p=10133

15-04-2011
Acqua bene comune: documento della rete interdiocesana

Una campagna per il tempo di Pasqua promossa dalla Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita

Acqua: dono di Dio e bene comune

1) L’acqua è uno dei grandi doni della creazione, tramite i quali Dio dona la vita a tutte le sue creature. Non a caso, gran parte delle religioni dell’umanità vede in essa un segno della presenza del Mistero e un simbolo di purificazione e rinascita. Lo stesso tempo pasquale invita a vivere alla luce del Risorto, scoprendolo come “sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv. 4, 14).

2) Noi stessi, come tanti altri esseri viventi, siamo fatti in gran parte d’acqua e dipendiamo dal suo continuo ciclo. L’acqua è quindi essenziale per la vita delle persone e l’accesso ad essa costituisce un “diritto universale inalienabile” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n.485; cf. anche Caritas in Veritate n. 27).

3) “Il principio della destinazione universale dei beni si applica naturalmente anche all’acqua” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n.484), ma la fruizione di tale diritto è preclusa a un gran numero di esseri umani, ponendo un grave problema di giustizia. Un quarto della popolazione del pianeta, infatti, non ha accesso ad una quantità minima di acqua pulita, mentre oltre 2,5 miliardi di persone non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari di base, determinando anche la diffusione di gravi malattie endemiche.

4) La campagna “Acqua, dono di Dio e bene comune”, una proposta cristiana al di sopra di ogni schieramento politico e ideologico, è un invito ad adottare stili di vita e comportamenti che tutelino questo prezioso bene comune, garantendone la disponibilità per tutti. Proponiamo alle Chiese locali, la costruzione di percorsi pastorali, adatti al proprio territorio, che conducano i cristiani a riscoprire lo sguardo di Francesco, che chiamava l’acqua “sorella”, rinnovando così coerentemente le proprie pratiche.

Stili di vita amici dell’acqua

5) L’acqua è un bene prezioso e la sua accessibilità è limitata; dobbiamo quindi imparare ad usarla con sobrietà e senza spreco. Tante sono le pratiche possibili: scegliere la doccia al posto del bagno, non lasciar il rubinetto aperto quando ci laviamo i denti o facciamo la barba, o ancora evitare le perdite, mettere sui rubinetti i riduttori di flusso che fanno risparmiare acqua miscelandola con l’aria.

6) Occorre attenzione anche nella scelta dei prodotti che mangiamo e che indossiamo, preferendo quelli che richiedono meno acqua per la produzione. Teniamo presente, ad esempio, che la produzione di carne esige molta acqua (un chilo di carne bovina comporta in media l’uso di 5.500 litri, mentre un chilo di carne di pollo ne richiede 3.900 litri) e che ci vogliono 10.000 litri d’acqua per produrre un paio di jeans e 2 mila per una maglietta di cotone.

7) È importante privilegiare l’uso dell’acqua del rubinetto, che è buona, controllata, comoda e costa poco. Il suo impatto ambientale è limitato anche perché non richiede né involucri in plastica, né trasporti inquinanti. In quelle situazioni in cui è assolutamente necessario l’uso dell’acqua minerale, andranno almeno preferite acque a chilometri zero (imbottigliate vicino a casa); si cercherà poi di acquistare confezioni grandi e/o in vetro per ridurre la produzione di rifiuti.

Un diritto da tutelare

8) La possibilità di usare l’acqua del rubinetto richiede necessariamente che ne sia garantita la qualità da parte delle diverse autorità a ciò preposte. Una puntuale vigilanza in tal senso è parte della pratica di custodia del creato cui sono chiamati i cristiani.

9) “L’acqua, per la sua stessa natura, non può essere trattata come una mera merce tra le altre e il suo uso deve essere razionale e solidale” La distribuzione dell’acqua ha dei costi, ma su di essa non si può fare profitto in quanto il diritto al suo uso si fonda sulla dignità della persona umana e non su logiche economiche (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n.485). L’acqua è quindi un vero bene comune, che esige una gestione comunitaria, orientata alla partecipazione di tutti e non determinata dalla logica del profitto.

10) Il diritto all’acqua deve dunque essere garantito anche sul piano normativo, mettendo in discussione quelle leggi che la riducono a bene economico. Sarà importante, quindi, partecipare attivamente al dibattito legato al referendum sulla gestione dell’acqua, che mira a salvaguardarla come bene comune e diritto universale, evitando che diventi una merce privata o privatizzabile, ma ripubblicizzandola mediante una forma di gestione pubblica e partecipata dei servizi idrici.

Vivere l’acqua

11) “E mi mostrò un fiume d’acqua viva, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città, e da una parte e dall’altra del fiume, si trova un albero di vita che da frutti dodici volte all’anno, portando frutto ogni mese; le foglie dell’albero servono a guarire le nazioni”. (Ap. 22, 1-2). Pasqua è tempo di vita nuova, nel quale siamo invitati a partecipare nello Spirito alla vita della nuova creazione. Contempliamo l’acqua – nella preghiera personale e comunitaria, come nelle pratiche – come un segno di quell’amore vivificante che Dio offre ad ognuno di noi ed alla famiglia umana.

Manifesto firmato dalle diocesi:

Acerenza

Agrigento

Belluno-Feltre

Bolzano-Bressanone

Brescia

Campobasso-Bojano

Carpi

Como

Concordia-Pordenone

Cuneo-Fossano

Fano

Lanciano-Ortona

Milano

Molfetta

Padova

Pescara – Penne

Pistoia

Reggio Emilia

Senigallia

Termoli-Larino

Treviso

Venezia

Vicenza

Vittorio Veneto

Aderiscono anche gli uffici diocesani:

Caritas di Andria e di Faenza; Centro Missionario di Fidenza; Commissione Stili di Vita di Verona; Pastorale Sociale, Ambiente e Turismo di Trento

mercoledì 20 aprile 2011

Nucleare: ecco l'emendamento oggetto dello scandalo

Proposta di modifica n. 5.800 al DDL n. 2665


5.800 (testo corretto)

IL GOVERNO

Sostituire l'articolo con il seguente:

«Art. 5.

(Abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari)

1. Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare.

2. L'articolo 7 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, è abrogato.

3. Alla legge 23 luglio 2009, n. 99, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) all'articolo 25, comma 1, nel primo periodo, sono soppresse le parole: "della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare," ed è soppresso l'ultimo periodo;

b) all'articolo 25, comma 2, lettera c), sono soppresse le parole: ", con oneri a carico delle imprese coinvolte nella costruzione o nell'esercizio degli impianti e delle strutture, alle quali è fatto divieto di trasferire tali oneri a carico degli utenti finali";

c) all'articolo 25, comma 2, lettera d), sono soppresse le parole: "che i titolari di autorizzazioni di attività devono adottare";

d) all'articolo 25, comma 2, lettera g), le parole: "la costruzione e l'esercizio di impianti per la produzione di energia elettrica nucleare e di impianti per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o per lo smantellamento" sono sostituite dalle seguenti: "la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi o lo smantellamento";

e) all'articolo 25, comma 2, la lettera i) è abrogata;

f) all'articolo 25, comma 2, lettera l), sono soppresse le parole: "gli oneri relativi ai" e le parole: "a titolo oneroso a carico degli esercenti le attività nucleari e possano essere";

g) all'articolo 25, comma 2, la lettera n) è abrogata;

h) all'articolo 25, comma 2, la lettera o) è sostituita dalla seguente:

"o) previsione di opportune forme di informazione per le popolazioni e in particolare per quelle coinvolte;

i) all'articolo 25, comma 2, la lettera q) è abrogata;

l) all'articolo 25 i commi 3 e 4 sono abrogati;

m) l'articolo 26 è abrogato;

n) all'articolo 29, comma 1, sono soppresse le parole: "gli impieghi pacifici dell'energia nucleare,", le parole: "sia da impianti di produzione di elettricità sia" e le parole: "costruzione, l'esercizio e la";

o) all'articolo 29, comma 4, sono soppresse le parole: "nell'ambito di priorità e indirizzi di politica energetica nazionale e";

p) all'articolo 29, comma 5, lettera c), sono soppresse le parole: "sugli impianti nucleari nazionali e loro infrastrutture,";

q) all'articolo 29, comma 5, lettera e), sono soppresse le parole: "del progetto, della costruzione e dell'esercizio degli impianti nucleari, nonché delle infrastrutture pertinenziali,";

r) all'articolo 29, comma 5, lettera g), sono soppresse le parole: ", diffidare i titolari delle autorizzazioni", le parole: "da parte dei medesimi soggetti", le parole: "di cui alle autorizzazioni" e la parola: "medesime";

s) all'articolo 29, comma 5, la lettera h) è abrogata;

t) all'articolo 29, comma 5, lettera i), sono soppresse le parole: "all'esercizio o".

4. All'articolo 133, comma 1, lettera o) del codice del processo amministrativo, di cui al decreto legislativo 2 luglio 2010, n. 104, sono soppresse le parole: "ivi comprese quelle inerenti l'energia da fonte nucleare,".

5. Al decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) l'articolo 1 è sostituito dal seguente:

"Art. 1. - (Oggetto). - 1. Con il presente decreto si disciplinano:

a) la localizzazione del Deposito nazionale, incluso in un Parco Tecnologico comprensivo di un Centro di studi e sperimentazione, destinato ad accogliere i rifiuti radioattivi provenienti da attività pregresse di impianti nucleari e similari, nel territorio nazionale;

b) le procedure autorizzative per la costruzione e l'esercizio del Deposito nazionale e del Parco Tecnologico;

c) i benefici economici relativi alle attività di esercizio del Deposito nazionale, da corrispondere in favore delle persone residenti, delle imprese operanti nel territorio circostante il sito e degli enti locali interessati.";

b) l'articolo 2 è sostituito dal seguente:

"Art. 2. - (Definizioni). - 1. Fatte salve le definizioni di cui alla legge 31 dicembre 1962, n. 1860, e al decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, ai fini del presente decreto si definisce:

a) "Agenzia": l'Agenzia per la sicurezza nucleare di cui all'articolo 29 della legge 23 luglio 2009, n. 99;

b) "Conferenza unificata": la Conferenza prevista all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni;

c) "AIEA": l'Agenzia internazionale per l'energia atomica delle Nazioni Unite, con sede a Vienna;

d) "AEN-OCSE": l'Agenzia per l'energia nucleare presso l'OCSE, con sede a Parigi;

e) "Deposito nazionale": il deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività, derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione di impianti nucleari, e all'immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dalla pregressa gestione di impianti nucleari;

f) decommissioning: l'insieme delle azioni pianificate, tecniche e gestionali, da effettuare su un impianto nucleare a seguito del suo definitivo spegnimento o della cessazione definitiva dell'esercizio, nel rispetto dei requisiti di sicurezza e di protezione dei lavoratori, della popolazione e dell'ambiente, fino allo smantellamento finale o comunque al rilascio del sito esente da vincoli di natura radiologica.";

c) l'articolo 3 è sostituito dal seguente:

"Art. 3. - (Documento programmatico). - 1. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, che può avvalersi dell'Agenzia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stabiliti gli indirizzi in materia di gestione dei rifiuti radioattivi e di decommissioning degli impianti dismessi.";

d) gli articoli da 4 a 24 sono abrogati;

e) all'articolo 26, comma 1, l'alinea è sostituito dal seguente: "La Sogin S.p.A. è il soggetto responsabile degli impianti a fine vita, del mantenimento in sicurezza degli stessi, nonché della realizzazione e dell'esercizio del Deposito nazionale e del Parco Tecnologico di cui all'articolo 25, comprendente anche il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. A tal fine:";

f) all'articolo 26, comma 1, lettera d), sono soppresse le parole: "riceve dagli operatori interessati al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti radioattivi il corrispettivo per le attività di cui all'articolo 27, con modalità e secondo tariffe stabilite con decreto del Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministero dell'economia e finanze, ed" e le parole: ", calcolate ai sensi dell'articolo 29 del presente decreto legislativo";

g) all'articolo 26, comma 1, lettera e), sono soppresse le parole: ", al fine di creare le condizioni idonee per l'esecuzione degli interventi e per la gestione degli impianti";

h) all'articolo 27, il comma 1 è sostituito dal seguente:

"1. La Sogin S.p.A., tenendo conto dei criteri indicati dall'AIEA e dall'Agenzia definisce una proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Parco Tecnologico, proponendone contestualmente un ordine di idoneità sulla base di caratteristiche tecniche e socio-ambientali delle suddette aree, nonché un progetto preliminare per la realizzazione del Parco stesso.";

i) all'articolo 27, comma 4, sono soppresse le parole: ", comma 2";

l) all'articolo 27, comma 10, sono soppresse le parole: "Si applica quanto previsto dall'articolo 12.";

m) l'articolo 29 è abrogato;

n) all'articolo 30, il comma 1 è sostituito dal seguente:

"1. Al fine di massimizzare le ricadute socioeconomiche, occupazionali e culturali conseguenti alla realizzazione del Parco Tecnologico, è riconosciuto al territorio circostante il relativo sito un contributo di natura economica. Il contributo di cui al presente comma è destinato per il 10 per cento alla provincia o alle province nel cui territorio è ubicato il sito, per il 55 per cento al comune o ai comuni nel cui territorio è ubicato il sito e per il 35 per cento ai comuni limitrofi, intesi come quelli il cui territorio ricada in tutto o in parte all'interno di un'area compresa nei 25 chilometri dal centro dell'edificio Deposito.";

o) all'articolo 30, i commi 2 e 3 sono abrogati;

p) gli articoli da 31 a 34 sono abrogati;

q) l'articolo 35 è sostituito dal seguente:

"Art. 35. - (Abrogazioni). - 1. Sono abrogate le seguenti disposizioni:

a) articoli 8 e 9 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230;

b) articolo 1, comma 100, della legge 23 agosto 2004, n. 239.";

r) nel titolo del decreto legislativo sono soppresse le parole: "della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare," e le parole: "e campagne informative al pubblico".

6. Al decreto legislativo 23 marzo 2011, n. 41, sono abrogati gli articoli da 1 a 23,25,26, comma 1, 28, 29, comma 1, lettera a), 30, 31, 32, comma 1, lettera c).

7. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31, come modificato dal comma 5 del presente articolo, è adottato entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto.

8. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali».

Conseguentemente, nel titolo del decreto-legge, sostituire le parole: «moratoria nucleare», con le seguenti: «abrogazione di disposizioni relative alla realizzazione di nuovi impianti nucleari».

Nucleare: una notizia buona e una cattiva

Firenze, 20 aprile ’11 Comunicato stampa

Nucleare: una notizia buona e una cattiva

NONOSTANTE LA PAVIDA RETROMARCIA DEL GOVERNO,

IL COMITATO “VOTA Sì PER FERMARE IL NUCLEARE” NON SMOBILITA

La notizia buona è lo stop al nucleare del Governo, quella cattiva è che potrebbe essere mero tatticismo.

Il Governo, ieri, ha presentato un emendamento con il quale si sospenderebbe a tempo indeterminato (nel senso che potrebbe essere molto lungo ma anche molto breve) il programma nucleare.

Questa mossa fornisce poche certezze: non è un reale disimpegno nei confronti del nucleare, perché non incide sul quadro normativo che dava vita al ‘rinascimento nucleare’ ma solo su apetti specifici, inoltre è recuperabile in qualsiasi momento con una disposizione uguale e contraria. Ma l’aspetto contingente più critico sta nel fatto che l’emendamento deve ancora essere approvato al Senato e dopo alla Camera, con un percorso che verosimilmente potrebbe portarci intorno al 20 maggio. Solo allora la Corte di Cassazione potrà pronunciarsi sulla necessità o meno di svolgere ancora il referendum, con esito tutt’altro che scontato perché l’emendamento non abroga esplicitamente gli articoli che sono oggetto del referendum.

Le poche certezze, invece, sono di tutt’altra natura: si inibisce l’azione dei Comitati fino a ridosso del referendum e, in caso venga eliminato, si sottrae agli italiani la possibilità di esprimersi (per la seconda volta) sul nucleare e rende più difficile il raggiungimento del quorum per i tre referendum rimasti in campo.

I dubbi su questa operazione sono concreti e fondati e rafforzano la convinzione che non si debba assolutamente abbassare la guardia, facendo grande attenzione ai colpi bassi e scorretti, e che l’impegno antinuclearista debba mantenere immutata la propria forza e la propria prospettiva sia di breve sia di lungo termine.

Ufficio Stampa di Fermiamo il Nucleare Toscana

Cosa si nasconde sotto lo stop al nucleare?

Cosa c’è dietro lo stop al nucleare. Acqua pubblica ai francesi e legittimo impedimento

Cosa c'è dietro lo stop al nucleare. Acqua pubblica ai francesi e legittimo impedimento

La notizia è giunta in redazione ieri: il Governo aveva deciso di dismettere il programma nucleare. Fonti interne ci hanno chiarito lo scenario e le ragioni di questa scelta che vedono un accordo Parigi Roma che da una parte toglie la costruzione delle centrali ad AREVA e dall'altra affida la gestione dell'acqua pubblica a VEOLIA.

Nucleare in Italia: il Governo decide di soprassedere sul programma nucleare, lo fa inserendo una moratoria nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, che prevede l'abrogazione di tutto l'impianto normativo che attiene la realizzazione di impianti nucleari nel Paese.

L'emendamente recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".

Ad abbracciare la linea Berlusconi in persona, da sempre scettico nei confronti del programma atomico ma schiacciato dalla lobby nucleare. Sebbene alcune voci leghino questa scelta ad un sondaggio realizzato la scorsa settimana che avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno (quindi oltre il quorum) le ragioni sono più ampie.

Prima di prendere questa decisione il Governo ha intavolato accordi con la Francia per dare una "contropartita" alla perdita economica che ne sarebbe derivata. Raggiunta l'intesa, stamane, AREVA - il colosso mondiale francese del nucleare che si sarebbe dovuto occupare della costruzione delle nostri centrali - ha iniziato la dismissione dei suoi uffici romani.

Il Governo era ben cosciente che il raggiungimento del quorum avrebbe comportato la bocciatura non solo della legge sul Nucleare ma anche quelle sul Legittimo Impedimento e sulla Privatizzazione dell'acqua.

E' stato proprio su quest'ultimo punto che è nata la contropartita da offrire oltralpe, attraverso un patto che sposta gli interessi economici dal nucleare all'acqua e dovrebbe garantire a VEOLIA una consistente presenza nel suo processo di privatizzazione (l'azienda francese è uno dei leader mondiali nel settore della gestione urbana degli acquedotti, dei rifiuti e dei trasporti). I mediatori italiani hanno dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di giungere ad un accordo che soddisfacesse Parigi e che potesse essere ratificato già il 23 Aprile, giorno dell'incontro tra Berlusconi e Sarkozy.

Il Governo ha, così, trovato il modo di liberarsi di un referendum chiave che rappresentava, dopo Fukushima, il vero motore della votazione e l'elemento che avrebbe portato i cittadini alle urne.

In un colpo solo si è disinnescata una possibile bomba elettorale in mano alle opposizioni (il pericolo nucleare), si è portato a casa il Legittimo impedimento e si è continuato il processo di privatizzazione dell'acqua pubblica.

La controversia, poi, lascia ancora margini di manovra a futuri colpi di mano "nucleari" poiché l'emendamento di oggi in Senato elimina l'obbligo della stesura dei decreti legislativi di applicazione sul nucleare. Ma i decreti approvati finora non decadono, così come la legge numero 133/08 che dà il via alle centrali. E' uno stop, non una abrogazione mentre il referendum avrebbe abrogato la legge.

L'articolo al link http://www.agoravox.it/Cosa-c-e-dietro-lo-stop-al.html

martedì 19 aprile 2011

Il denaro non è misura di tutte le cose

L'acqua sta diventando un fatto speculativo che ha alla base la corruzione. Dare prezzo a un elemento riconosciuto come bene, come elemento essenziale della vita, indispensabile alla vita, significa rendere possibile la mercificazione di tutte le cose, la mercificazione dell'uomo stesso.

Se non ritorniamo a credere negli ideali tutto avrà un prezzo e potrà essere acquistato solo da chi ha denaro. Anche l'aria che respiriamo.

"...il denaro è una misura piccola che niente ha a che vedere con la verità che è in ogni cosa, con la verità di ogni cosa. La quale nasce, cresce, esiste per ragioni che nulla hanno a che vedere con noi. Stabilire il prezzo delle cose può servire a noi per ragioni di scambio, di avvicinabilità del mondo alla nostra statura, della loro reperibilità, ma nulla ha a che vedere con le cose in sé e con il loro valore: che si tratti di un pensiero, di un’ape, di un rapanello, di una frase musicale, di un verso di una poesia, di un cane.
Riuscire a capire il valore in sé delle cose che ci circondano e il modo in cui questo valore è in relazione con noi... beh, direi che può essere considerato con buona approssimazione il fine di ogni vita umana." ( tratto dal post "Per 50 euro" sul blog della casa editrice Topipittori. Sagge riflessioni a proposito del leggere. Ne consigliamo la lettura)

Campagna referendaria: voci cristiane in difesa di "sora acqua"

CAMPAGNA REFERENDARIA:
VOCI CRISTIANE IN DIFESA DI «SORA ACQUA»

36102. ROMA-ADISTA. Si allarga la mobilitazione, anche fra i cattolici, in vista delle convocazioni referendarie previste per il 12 e 13 giugno, quando i cittadini italiani saranno chiamati ad esprimersi su privatizzazione dei servizi idrici, nucleare e legittimo impedimento.


L’acqua non obbedisce alle ragioni del mercato


Sullo spinoso tema dell’acqua aveva preso posizione, lo scorso 22 marzo, L’Osservatore Romano in occasione dell’annuale Giornata mondiale dell’acqua, con un lungo approfondimento di Gaetano Vallini. Ricordando l’impegno di molte realtà ecclesiali nella battaglia referendaria per l’acqua bene comune, il quotidiano aveva ribadito che l’acqua «è un bene troppo prezioso per obbedire solo alle ragioni del mercato e per essere gestita con un criterio esclusivamente economico e privatistico. Il suo valore di scambio o prezzo non può essere fissato secondo le comuni regole della domanda e dell’offerta, ovvero secondo la logica del profitto».


Per una gestione comunitaria e partecipata


A scendere in campo anche la Rete Interdiocesana per i Nuovi Stili di Vita che ha promosso una «campagna per il tempo di Pasqua» – sottoscritta da 24 diocesi – dal titolo “Acqua, dono di Dio e bene comune”: «Un invito ad adottare stili di vita e comportamenti che tutelino questo prezioso bene comune, garantendone la disponibilità per tutti. Proponiamo alle Chiese locali, la costruzione di percorsi pastorali, adatti al proprio territorio, che conducano i cristiani a riscoprire lo sguardo di Francesco, che chiamava l’acqua “sorella”, rinnovando così coerentemente le proprie pratiche». Con lo sguardo fisso sul Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, la Rete chiarisce il significato, attribuito all’acqua, di “bene comune”, «che esige una gestione comunitaria, orientata alla partecipazione di tutti e non determinata dalla logica del profitto». «Il diritto all’acqua deve dunque essere garantito anche sul piano normativo», invita la Rete, «mettendo in discussione quelle leggi che la riducono a bene economico. Sarà importante, quindi, partecipare attivamente al dibattito legato al referendum sulla gestione dell’acqua».


Sacralità dell’acqua


In linea con la sua vocazione al dialogo interreligioso, il Cipax (Centro interconfessionale per la Pace), in un appello diffuso lo scorso 11 aprile, ha ricordato che l’acqua è «anche un elemento simbolico centrale di tutte le fedi religiose». «Per la difesa del diritto di accesso all’acqua potabile, senza la barriera spesso insormontabile per i più poveri causata da lucri commerciali», si legge nel comunicato, «hanno ormai preso posizione numerosi uomini di Chiesa» e molte testate cristiane. Contro il Decreto Ronchi – «che obbliga la privatizzazione dell’acqua potabile» e «assicura al gestore profitti garantiti senza vincoli di re-investimento» – il Cipax invita a partecipare al voto, il 12 e 13 giugno prossimi, affinché si raggiunga il quorum necessario per la vittoria dei referendum. Il Centro si rivolge, in particolare, ai religiosi e alle religiose italiane, perché «approfondiscano la conoscenza di questa tematica» e si impegnino in prima persona come «promotori della partecipazione al referendum».


La Chiesa gridi la sua indignazione


L’acqua come diritto irriducibile e come «valore simbolico e sacramentale» è anche al centro dell’Appello alle comunità cristiane, diffuso lo scorso 3 aprile dal comboniano p. Alex Zanotelli. «Per noi cristiani – afferma il missionario – l’acqua è sacra, l’acqua è vita, l’acqua è la madre di tutta la vita sulla Terra. Senz’acqua, gli esseri umani non possono vivere, per cui diventa, fin dalla nascita, un diritto fondamentale umano. E allora, come mai le comunità cristiane non hanno protestato coralmente e alzato la voce, quando il nostro Parlamento (primo in Europa!) ha votato il 19 novembre 2009 la legge Ronchi, che dichiara l’acqua un bene di rilevanza economica?». L’apatia nel mondo cattolico risulta ancora più contraddittoria, denuncia p. Zanotelli, di fronte alle esortazioni di Benedetto XVI che, nell’enciclica Caritas in veritate, parla dell’acqua come diritto umano fondamentale. Le stesse parole impugnate da Pax Christi ed altri movimenti di base lo scorso 26 marzo, per motivare la loro partecipazione alla manifestazione nazionale per l’acqua pubblica e contro il nucleare.


«Come cristiani non possiamo accettare la legge Ronchi», è l’affondo di p. Zanotelli: «Per questo, alla vigilia del referendum, ci appelliamo a tutte le comunità cristiane perché si impegnino, insieme a tutti i cittadini, in questa fondamentale sfida referendaria. Ci appelliamo nuovamente alla Conferenza episcopale italiana perché aiuti i credenti a capire che l’acqua è un bene di non rilevanza economica, e che dobbiamo togliere il profitto dall’acqua»; «ci appelliamo ai sacerdoti e ai catechisti perché proclamino nelle omelie, nelle celebrazioni e nelle catechesi il valore sacrale dell’acqua. E ci appelliamo a tutti i cristiani perché si impegnino a difendere “sorella acqua” come diritto fondamentale umano e a far nascere una cultura di profondo rispetto e risparmio di un bene così prezioso e così scarso». (giampaolo petrucci)


lunedì 18 aprile 2011

Convegno "Sorella Acqua" - Mons. Crociata, Segretario della Cei, a favore del referendum

Abbiamo ricevuto la notizia che Mons. Crociata, segretario della Cei, che a Mazara del Vallo ha compiuto i suoi primi studi e nella cui diocesi è stato nominato nel 2003 Vicario Generale, al Convegno "Sorella Acqua", che si è tenuto sabato 16 aprile ad Assisi, si è espresso a favore del referendum per l'acqua pubblica.

Qui di seguito riportiamo l'intervento introduttivo di saluto

16 aprile 2011

Convegno «Sorella Acqua» - Assisi

La sete, esigenza primaria e manifestazione di vita

Testo del saluto di S. E. Mons. Mariano Crociata, Segretario della CEI, al convegno “Sorella Acqua”, organizzato dai dieci distretti di Italia, Albania, Malta e San Marino del Rotary International, sabato 16 aprile alle ore 10.00 ad Assisi, presso il Teatro Lyrick, Santa Maria degli Angeli.

«Ogni uomo ha sete e passa da un pozzo all’altro; un vagare incessante, un desiderio inesauribile, rivolto ai molteplici bisogni del corpo e dello spirito. L’uomo è una grande domanda, che può essere soffocata con l’evasione o con l’attivismo». Prendo a prestito questo passaggio del Catechismo degli adulti, perché ci aiuta a collocare la nostra riflessione – e quindi la nostra attività – in un orizzonte culturale di ampio respiro. Né potrebbe essere diversamente.

Lo stesso itinerario quaresimale – parabola che dalla schiavitù conduce, attraverso l’aridità del deserto, a una terra di libertà – ripropone il simbolismo della sete come una delle esigenze primarie della vita; al tempo stesso, proprio la sete è manifestazione di vita.

Uno degli episodi evangelici più straordinari di questo tempo liturgico narra l’incontro del Cristo con la samaritana nell’ora più calda del giorno (Gv 4,1ss): ai bordi di un pozzo, l’umiltà di Gesù che chiede da bere incrocia la sete d’amore che la donna ha cercato di soddisfare moltiplicando le esperienze («Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito…»); sete d’amore che rinvia a Colui che solo può dissetare l’arsura della nostra ricerca («Viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano»).

È significativo rilevare che l’incontro narrato da san Giovanni avviene appunto ai bordi di un pozzo. Così era stato per il servo di Abramo, che vi aveva incontrato Rebecca, in vista del matrimonio con Isacco. Così è stato per Giacobbe, che vi trovò la futura sposa Rachele. Così per Mosè, che s’imbatté con Zippora, che diventerà poi sua moglie… Quante suggestioni sono, dunque, legate all’acqua! Acqua che lava, purifica, disseta; acqua che addirittura fa incontrare.

A nostra volta siamo qui perché non stentiamo a sentirci rappresentati in questa storia, che è storia sacra. Ed è proprio muovendo da questa storia che ci sentiamo coinvolti, custodi e responsabili di quella risorsa preziosa che anche oggi è l’acqua, bene troppe volte ridotto a merce, a valore economico, a oggetto di scambio, da cui si vede escluso chi non ha possibilità di reddito per assicurarsela.

A questo diritto umano fondamentale, legato al diritto stesso alla vita, circa un miliardo e mezzo di persone manca di un accesso adeguato; e più ancora sono quelle prive di una sufficiente disponibilità di acqua potabile: nel Sud del mondo l’acqua contaminata rimane causa diffusa di malattia e di morte, specialmente fra i bambini. Come osserva Benedetto XVI, «all’origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono le disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salute» (Messaggio per la Giornata mondiale della pace, 2007).

L’acqua rimane una risorsa male distribuita e male sfruttata. Senza indulgere in facili catastrofismi, accanto a zone nelle quali la scarsità di acqua è un fattore endemico – penso, in particolare, alla fascia dell’Africa Settentrionale – oggi ci misuriamo con un incremento significativo del processo di desertificazione; con il calo di disponibilità idrica, anche a fronte della crescita della popolazione mondiale; con un aumento dei consumi nell’attività produttiva; con l’inquinamento che ne frena, quando non ne impedisce l’utilizzo; con problemi di raccolta e di distribuzione che degenerano in sprechi, espressione di una politica sociale che non considera il dovere e la necessità di economizzare questo bene essenziale.

In questo scenario conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l’acqua in affare, a detrimento dell’accesso alle fonti e quindi dell’approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi.

Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per un uso equo e responsabile di questa risorsa, bene strategico – l’oro blu! – attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l’acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale.

L’Italia, fra l’altro, è tra i più grandi produttori e consumatori al mondo di acqua in bottiglia, con cifre in costante aumento, a beneficio di un’industria che diventa speculativa, quando si assicura enormi fatturati grazie a concessioni rilevate a prezzi irrisori.

A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune, la Corte Costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi nel prossimo mese di giugno: il primo riguarda la privatizzazione dell’acqua, le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; il secondo la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.

A tutto ciò è doveroso aggiungere una riflessione sul nostro stile di vita individuale, spesso poco incline a riconoscere l’importanza di educarsi e di educare ad un uso attento, sobrio e consapevole di beni che ci sono stati affidati perché li custodiamo quali doni preziosi, meritevoli di attenta cura; risorse essenziali, da rispettare e condividere secondo giustizia, avendo a cuore anche il futuro del nostro pianeta.

Il discorso sull’acqua, a ben vedere, ci porta veramente lontano, fino a farci sentire tutta l’urgenza di una diversa cultura, che porti anche a politiche diverse, attente a salvaguardare l’accesso a questo bene comune non mercificabile, capaci quindi di sostenerne una gestione che ne garantisca a tutti la distribuzione.

In questa luce, la Chiesa plaude ad ogni iniziativa volta a sensibilizzare sulle tematiche ambientali, causa per la quale la Conferenza Episcopale Italiana ha istituito anche una Giornata per la salvaguardia del creato, che viene celebrata ogni 1° settembre. La vostra partecipazione attiva a progetti di solidarietà non può, dunque, che incontrare una cordiale approvazione, per le possibilità che date a popolazioni già povere di accedere alle risorse idriche e quindi a condizioni igienico-sanitarie migliori; tanto più che il loro coinvolgimento nella difesa e nella gestione dell’acqua diventa via ad una partecipazione democratica e responsabile della cosa pubblica.

Se è vero che anche i luoghi parlano, l’esempio e l’intercessione di san Francesco d’Assisi ci aiuti a riscoprire il senso di quello sguardo di lode all’Altissimo, espresso nel Cantico delle Creature, al cui centro sta proprio il riferimento a “Sorella acqua”, portatrice di vita e di pace, la quale è «multo utile et umile et pretiosa et casta».

Mariano Crociata

domenica 17 aprile 2011

Attentato al referendum del 12 -13 giugno!

Il referendum del 12 - 13 giugno 2011, voluto dai cittadini-elettori, è boicottato dai parlamentari che con la loro inerzia, nel tentativo di ostacolare il successo dei sì, stanno tradendo la volontà del popolo.

Eppure i parlamentari altro compito non hanno se non quello di accogliere e rispettare istanze e volontà dei cittadini.

Su http://notizie.radicali.it/articolo/2011-04-15/editoriale/referendum-campagna-gi-fuorilegge-lettera-dei-radicali-zavoli-napolit la lettera a tal proposito, a firma dell'OnMarco Beltrandi e di Mario Staderini, Segretario Radicali Italiani.

La riportiamo integralmente.


Marco Beltrandi Mario Staderini

Referendum, campagna già fuorilegge. Lettera dei Radicali a Zavoli, Napolitano, Schifani e Fini



15-04-2011

Al Presidente della Commissione parlamentare di vigilanza On. Sergio Zavoli
p.c. Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Senato Sen. Renato Schifani, al Presidente della Camera On. Gianfranco Fini

Caro Presidente Zavoli, ti scriviamo per il rischio, oramai molto vicino a realizzarsi, che anche questa volta il diritto degli italiani ad esprimersi attraverso la “seconda scheda” che la Costituzione gli riconosce, quella referendaria, sia radicalmente negato anche a causa dei comportamenti delle istituzioni italiane.
A meno di due mesi dal voto, i cittadini non hanno potuto conoscere praticamente nulla delle contrapposte tesi in campo e quindi non sono stati messi nelle condizioni di esercitare un voto responsabile.
Rispetto all’incapacità strutturale della Concessionaria di servizio pubblico di assicurare quanto leggi e regolamenti le impongono, è di una gravità assoluta l’assenza del regolamento attuativo che la Commissione parlamentare di vigilanza avrebbe dovuto di già adottare ai sensi della legge 28/2000.
Come noto, la campagna referendaria radiotelevisiva sarebbe dovuta iniziare almeno dal 4 aprile 2011, data di indizione della consultazione referendaria nazionale per i giorni 12 e 13 giugno 2011.
Ciò nonostante, il regolamento attuativo –emanato invece dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per il settore privato- non è stato ancora approvato dalla Commissione, malgrado nessun ostacolo impedisse alla Commissione stessa di iniziare per tempo l’esame del regolamento, anche in contemporanea con quello per le elezioni amministrative.
Diamo volentieri atto della tua azione volta a raggiungere un risultato utile nella giornata di mercoledì 13 aprile , che è stata resa inefficace da una improvvisa ed inopinata scelta politica della attuale maggioranza parlamentare: quella di legare il percorso di approvazione del regolamento al percorso di votazione dell’atto di indirizzo del Sen. Butti sul pluralismo in periodo non elettorale, atto quest’ultimo che a differenza del primo non riveste alcun carattere di urgenza, tanto più che il periodo non elettorale (e referendario) inizierà non prima del 14 giugno 2011.
Siamo oramai davanti alla certezza che almeno un mese di campagna referendaria dovuta per legge, ovvero metà della campagna stessa, andrà irrimediabilmente perso, e ciò poiché quando sarà approvato, il regolamento attuativo – così come impostato nella bozza di testo proposta dal sen. Pardi e tenuto conto degli oltre cento emendamenti presentati- non produrrà effetti immediati prima di almeno 15 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale
Si tratta, come converrai, di un grave vulnus al diritto costituzionale degli italiani a conoscere il merito e gli obiettivi dei quesiti referendari, con conseguenze facilmente prevedibili per una consultazione che per la sua validità deve vedere la partecipazione alla consultazione della metà più uno degli aventi diritto.
Riteniamo pertanto quanto mai necessario l’utilizzo rigoroso di ogni tua prerogativa di Presidente della Commissione affinché sia quantomeno ridotto il danno che le stesse istituzioni stanno arrecando a diritti garantiti dalla Costituzione, arrivando ad una rapida approvazione del regolamento per la campagna referendaria che tenga conto del tempo perduto e per questo preveda obblighi stringenti e controllabili.
A questo fine, Presidente, sai di poter contare sul nostro aiuto, tecnico e politico, come sempre è accaduto in questi anni di legislatura. Inviamo la presente per conoscenza anche alle massime istituzioni della Repubblica affinché le stesse possano valutare la necessità di un loro intervento a sostegno dell’istituzione che presiedi, dei diritti e principi democratici fondamentali che sono ad oggi negati.
Con Osservanza
On. Marco Beltrandi
Mario Staderini, Segretario
Radicali Italiani


venerdì 15 aprile 2011

Acqua libera - Lettera al vescovo

COMITATO CITTADINO

PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE ED AMBIENTALI DEL TERRITORIO DI

MAZARA DEL VALLO



A sua Eccellenza Mons. Domenico Mogavero

Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo


Mazara addì 13.04.2011

Oggetto: Referendum Acqua - Lettera di Alex Zanotelli alle comunità cristiane


Eccellenza Reverendissima,

alle prime ore del 10 aprile 2011, ci è giunta la lettera appello di padre Alex Zanotelli, che riportiamo in allegato, indirizzata alle comunità cristiane per sollecitare la loro mobilitazione in vista del referendum che si terrà il 12-13 giugno.

Forse Vi è già pervenuta, ma noi Ve la inviamo ugualmente perché ci sentiamo in dovere, eventualmente, di sollecitare la V/s attenzione sul grande tema dell'acqua e riaccendere la sensibilità, già dimostrata in varie occasioni, verso le problematiche ad essa legate, sia locali (ricordiamo i suoi interventi in consiglio comunale, quando si è discusso di inquinamento della falda a causa della presenza di nitrati) che nazionali (sulla privatizzazione dell'acqua indimenticabile l'incontro con Rosario Lembo, voluto da V/s Eccellenza).

Nel silenzio di stampa e tv, sull'acqua spontaneamente si è creata una grande rete che dal basso collega donne e uomini di buona volontà in una azione di sensibilizzazione delle masse.

Le stesse donne, gli stessi uomini. che con fatica ma senza stanchezza si sono mobilitati per raccogliere 1 milione e quattrocentomila firme per la richiesta di referendum, oggi sono pronti a superare se stessi perché il referendum raggiunga il quorum.

Noi facciamo parte di questa rete e vi siamo entrati naturalmente, non casualmente, avendo alle spalle un impegno storico sulle battaglie per l'acqua e per l'ambiente.

Abbiamo imparato a svegliare i nostri concittadini quando il loro diritto all'acqua stava per essere minacciato dalla richiesta di insediamento di una megadistilleria in territorio di Mazara del Vallo (1.416 firme raccolte per rendere possibile un referendum), abbiamo continuato con la sensibilizzazione della cittadinanza quando fu scoperta l'alta presenza di nitrati in falda (ancora raccolta di firme per richiedere interventi risolutivi e ancora lettere, denunce, interventi in consigli comunali aperti e non è finita).

Sappiamo che dal basso si può fare molto perché sui problemi ambientali la sensibilità dei cittadini è alta e lo ha dimostrato il numero di firme raccolte per la richiesta di questo referendum, il più alto che mai si sia registrato in Italia, al cui raggiungimento Mazara del Vallo ha concorso con un contributo che ha sfiorato il numero di 2000 firme.

Oggi abbiamo bisogno di essere più forti e contiamo sul V/s appoggio, che chiediamo anche attraverso le parole di padre Alex Zanotelli, al fine di realizzare le iniziative che sono in essere in vista del referendum.

Quindi chiediamo un incontro interlocutorio e ci auguriamo di conoscere le azioni che V/s Eccellenza vorrà mettere in atto nella diocesi, utili a far capire a tutti i credenti "che l’acqua è un bene di non rilevanza economica, e che dobbiamo togliere il profitto dall’acqua. E su queste due domande si fonda il referendum del 12 e 13 giugno."

Augurandoci che la richiesta Vi giunga gradita e venga accolta, porgiamo i nostri più rispettosi saluti e ci rendiamo disponibili ad accettare la data dell'incontro che vorrà fissare in relazione ai suoi numerosi impegni.

Il Comitato

Non un partito, non uno schieramento politico, ma un popolo dovrà cantare vittoria quando sarà liberata l'acqua dalle mani dei sequestratori.”


Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo

via Monsignore Audino, 9 – 91026 Mazara del Vallo
Tel. 0923 946330cell. 3470432710
e-mail: comitatocittadino@gmail.com
Sito web: www.comitatocittadinomazara.blogspot.comfacebook:Comitato Tutela Ambiente



mercoledì 13 aprile 2011

Comitato Promotore Referendario dei Movimenti Siciliani “DUE SI PER L’ACQUA BENE COMUNE”: pianificate le tappe della prossima campagna referendaria

COMUNICATO STAMPA


IL Comitato promotore referendario dei Movimenti siciliani “DUE SI PER L’ACQUA BENE COMUNE”

PIANIFICA LE TAPPE DELLA SUA PROSSIMA CAMPAGNA REFERENDARIA REGIONALE

Ieri, Domenica 10 Aprile 2011, si è svolta a Palermo la terza Assemblea ordinaria del Forum Siciliano dei Movimenti per l’acqua ACQUAINSICILIA.ORG.

Durante la riunione operativa, alla presenza degli aderenti al Comitato promotore referendario dei Movimenti siciliani “DUE SI PER L’ACQUA BENE COMUNE”, sono state tracciate le linee guida per la conduzione dell’imminente campagna elettorale che vedrà il Comitato regionale impegnarsi in prima persona nell’organizzazione di giornate di sensibilizzazione ed informazione sull’importanza dell’esercizio del diritto di voto durante la consultazione referendaria del prossimo 12 e 13 Giugno per l’affermazione dei due SI per l’acqua bene comune e del terzo SI per fermare il nucleare.

E’ stata dunque presentata un’agenda di iniziative, banchetti e manifestazioni che si svolgeranno in tutta la Regione, visibili sul sito ufficiale: www.acquainsicilia.org, dove le date, i luoghi di svolgimento e le tipologie saranno aggiornate quotidianamente.

Il Forum Siciliano dei Movimenti per l’acqua ACQUAINSICILIA.ORG ha infine deliberato la sua partecipazione attiva ai lavori della 10.ma edizione del Forum Sociale AntiMafia “Felicia e Peppino Impastato” in programma a Cinisi dal 6 al 9 del prossimo mese di Maggio.

Palermo, 11-4-2011

Acquainsicilia.org - Forum siciliano dei Movimenti per l’acqua

al quale aderiscono:

- Adaciu Associazione per la cultura del Tempo – Partanna (TP)

- Associazione culturale ArkNoah – Messina

- A Sud Sicilia

- A.Svi.T. – Associazione per lo Sviluppo Territoriale – Palermo

- Ass. Antimafie “Rita Atria”

- Ass. Antimafie Rita Atria – Catania

- Associazione “Bayty Baytik casa mia è casa tua” – Palermo

- Associazione “CittàInsieme” – Catania

- Ass. RADIO AUT – Palermo

- Associazione “I Cittadini del Villaggio Globale”

- Associazione “Il Clandestino” – Modica (Rg)

- Associazione Culturale Riportiamo alla Luce – Palermo

- Associazione di promozione sociale L’AltraSciacca – Sciacca (AG)

- Associazione Malausséne

- Associazione Omosessuale Articolo Tre di Palermo

- Casa del consumatore – Siracusa

- Casablanca (Storie dalla città di frontiera)

- Centro Sociale La libertà – Siracusa

- Cittadini Invisibili? No Grazie – Palermo

- Confederazione Cobas Sicilia

- Confederazione Cobas – Messina

- Collettivo ARCI Link – Monreale

- Collettivo Malefimmine

- Comitato cittadino “Sciacca per l’acqua” – Sciacca

- Comitato Acqua – Leonforte (En)

- Comitato Addiopizzo

- Comitato “Giù le mani dall’acqua” – Termini Imerese (PA)

- Comitato Civico “No acqua salata” – Siracusa

- Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio – Mazara del Vallo (TP)

- Comitato Messinese Acqua Libera in Sicilia

- Comitato NO PRIV – Castelbuono (PA)

- Comunisti Sinistra Popolare

- Costruire Contropotere – Messina

- Federconsumatori – Misterbianco (CT)

- GAS Tapallara

- Laboratorio Zeta – Palermo

- Laici Comboniani Palermo

- Libera Catania. Associazioni nomi e numeri contro le Mafie

- Libera Palermo. Associazioni nomi e numeri contro le Mafie

- Meetup “Grilli di Sciacca” – Sciacca (AG)

- MIR – Palermo

- Movimento Cristiano Lavoratori – Provincia di Messina

- Movimento 5 Stelle – Aci Catena

- Movimento 5 Stelle – Caltanissetta

- Movimento 5 stelle – Catania

- Movimento 5 stelle – Messina

- Movimento 5 Stelle – Palermo

- Movimento 5 Stelle – Paternò

- Movimento giovanile “Freedom” – Sciacca

- Presidio “Rita Atria” Libera – Milazzo

- Presidio Libera presso Circolo Arci – 20 Gennaio – Caltavuturo

- Rete Lilliput – Isola delle Femmine – Capaci – Carini

- Rete Lilliput – Messina

- Verdi Sicilia

- WWF Caltanissetta

- WWF Madonie

- WWF Sicilia

e numerosi cittadini