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giovedì 29 settembre 2011

Ai Comuni la difesa dei Beni Comuni

DAI COMUNI PER I BENI COMUNI
Alberto Lucarelli e Gianfranco Bettin*
Non è stata sufficiente l’inedita manifestazione degli amministratori locali per le strade di Milano il
29 agosto scorso, né il primo “sciopero” dei sindaci, giovedì 15 settembre, contro i micidiali effetti
della manovra governativa per le autonomie locali: tagli, ancora tagli nei trasferimenti a Comuni e
Regioni e un ulteriore irrigidimento dei criteri del Patto di stabilità interno.
Sono drammatiche le prevedibilissime conseguenze sociali dell'operazione, approvata dal
Parlamento più delegittimato dell’intera storia repubblicana: riduzione dei servizi offerti ai cittadini
(dai trasporti pubblici al welfare) e contrazione della capacità di stimolare investimenti. Pagano
sempre gli stessi – è stato detto non a torto – e vengono messi in discussione non solo diritti
fondamentali, ma la possibilità stessa di affrontare la crisi economica e finanziaria con coraggiose
risposte alternative.
Nel dibattito pubblico delle ultime settimane, poca attenzione è stata però dedicata alla portata degli
articoli 4 e 5 del Decreto Legge 138. Articoli che contraddicono il pronunciamento di oltre
ventisette milioni di italiani (la maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto) che, con i
referendum del 13 giugno scorso, avevano detto un secco NO alla gestione privatistica del servizio
idrico integrato, ma avevano anche segnato una netta inversione di tendenza nei confronti di tre
decenni di cultura e pratica della privatizzazione selvaggia di tutto ciò che è patrimonio comune.
Articoli che impongono, con la scadenza vincolante del prossimo 31 marzo 2012 e pochissime
eccezioni, la forzata vendita (perciò la svendita) della gestione dei servizi pubblici essenziali, che
oggi i Comuni, anche attraverso le aziende partecipate, assicurano ai cittadini. Decenni di
ubriacatura neoliberista hanno dimostrato come le privatizzazioni non abbiano affatto risolto i
problemi di inefficienza, burocratizzazione e spartizione partitica delle vecchie municipalizzate, ma
si siano invece tradotte in nuovi monopoli ed oligopoli, che hanno comportato aumenti
indiscriminati delle tariffe, peggiore qualità dei servizi e smarrimento di qualsiasi potere di indirizzo
e controllo democratico.
Per questo, proprio nel momento in cui sono sottoposti, al pari dei diritti e delle condizioni di vita
dei “molti”, al più pesante attacco mai registrato, non solo alle proprie finanze, ma alla capacità
stessa di esercizio della propria costituzionale autonomia, e quindi alla possibilità effettiva di
autogoverno dei beni comuni da parte delle comunità territoriali, si rivela più che mai necessaria
una nuova stagione di protagonismo politico dei Comuni.
Occorre ripartire dalla partecipazione diretta dei cittadini al governo locale e dalla costruzione di un
nuovo patto: anche da qui può nascere una reale alternativa, sociale e politica, alla crisi che abbiamo
di fronte. Per queste ragioni abbiamo partecipato, come amministratori locali, all’assemblea che si è
svolta sabato scorso a Roma in vista della grande mobilitazione del 15 ottobre. Per queste ragioni,
riteniamo sia giunto il momento di ritessere una fitta ed estesa rete che connetta chi, nei Comuni,
cerca di sperimentare la difesa e il governo, democratico e partecipato, dei beni comuni. Per queste
ragioni, vogliamo confrontarci con chiunque sia disponibile a “sabotare” praticamente gli effetti
della manovra governativa per le nostre città: dai ricorsi costituzionali alla costruzione di una
possibile proposta referendaria. Noi ci siamo.
Per contatti e adesioni: comuniperibenicomuni@gmail.com
* assessori comunali ai beni comuni di Napoli e Venezia

domenica 25 settembre 2011

Napoli si candida a Capitale dell'Acqua Pubblica

La Giunta comunale, il 23 settembre scorso ha approvato l'ABC, azienda di diritto pubblico "Acqua Bene Comune"

Comunicato stampa
Napoli, 23 settembre 2011

Il 23 settembre c.a. la giunta del Comune di Napoli ha deliberato per la trasformazione dell'Arin da SpA in Azienda di diritto pubblico, denominata: "ABC Napoli (ABC sta per Acqua Bene Comune)". Delibera a firma dell'Assessore ai Beni Comuni Alberto Lucarelli e dell'Assessore al Bilancio Riccardo Realfonzo.

Un passo in avanti, più in avanti certamente di altri Comuni d'Italia, che ancora non danno seguito a quanto 27 milioni di elettori hanno espresso, attraverso i referendum, nel giugno scorso, con il loro "No alle Società di capitali, perchè non fanno dell'acqua un bene comune bensì una merce.
Ora il passo successivo è l'approvazione in Consiglio Comunale, attraverso una delibera che ratifichi questa decisione.
Se tutto ciò accadrà. e ci auguriamo avvenga quanto prima, Napoli sarà, come auspicavamo da tempo, la capitale dell'acqua pubblica, traguardo per il quale sin dal 2004 i comitati napoletani per la gestione pubblica si sono battuti.


Comitato Acqua Pubblica Napoli

Il commento di Ugo Mattei su "il manifesto"