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giovedì 19 gennaio 2012

"Il mio voto non si tocca"

A Roma, aderenti ai comitati per l'acqua pubblica hanno manifestato di fronte al ministero dell'Economia di via XX Settembre al grido "Il mio voto non si tocca". Chiedono lo stralcio, dal decreto sulle liberalizzazioni, delle norme che attaccano l'esito referendario e riporterebbero alla privatizzazione dell'acqua.

Nessun impegno è arrivato dal funzionario del ministero che ha ricevuto una delegazione dei manifestanti che avevano effettuato un bliz all'interno del dicastero.
I comitati non si arrendono. Domani presidi sotto le prefetture in molte città d'Italia.

al link http://youtu.be/0IZiSyTNHo8 il video
altro ai seguenti link

http://www.corriere.it/cronache/12_gennaio_18/indignados-manifestano-ministero-economia_0d73844c-41c6-11e1-9408-1d8705f8e70e.shtml

http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/438805/


http://www.repubblica.it/politica/2012/01/18/news/indigranti_nel_ministero_dell_economia_sgomberati_lanci_di_fumogeni-28352158/?ref=HREC1-5

martedì 17 gennaio 2012

Un voto a garanzia e rispetto dell'esito referendario 12 13 giugno- La richiesta ai Parlamentari

Il Governo intende aggirare i referendum: nella bozza di decreto legge sulle liberalizzazioni l’attacco al risultato referendario dello scorso giugno è diretto e soprattutto indirizzato verso la possibilità di ripubblicizzazione del servizio idrico.

Abbiamo inoltrato ai parlamentari una lettera con la quale chiediamo di opporsi a provvedimenti che tradiscano la volontà popolare.


Il testo della lettera

COMITATO CITTADINO
PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE ED AMBIENTALI DEL TERRITORIO DI
MAZARA DEL VALLO


Gentile Onorevole,
le scrivo questa lettera dopo che, in diverse trasmissioni televisive e quotidiani, sono apparse dichiarazioni di più esponenti di Governo che attaccano esplicitamente il voto referendario dello scorso giugno, attraverso il quale la maggioranza assoluta del popolo italiano si è espressa contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico integrato fuori da ogni logica di profitto.

E' sempre più evidente come i provvedimenti allo studio dell'attuale Governo, che saranno discussi nel corso del prossimo Consiglio dei Ministri, riprendano quelli già approvati dal Governo precedente, riproponendo l’idea di una gestione dell’acqua e dei servizi pubblici locali secondo logiche di mercato, azzerando di fatto l'esito referendario.

Tale azzeramento può essere perseguito anche in forma indiretta, tramite provvedimenti, come l'art.20 della bozza di DL sulle liberalizzazioni, che mettano in discussione la possibilità di gestione del servizio idrico attraverso enti di diritto pubblico, quali le aziende speciali: modalità che, ricordiamo, è espressamente prevista e consentita dalla vigente disciplina comunitaria e che è stata resa esplicitamente praticabile in Italia proprio a seguito dei voto di giugno.

Di fatto dopo un esito referendario inequivocabile, frutto di una mobilitazione sociale che ha dimostrato il desiderio di protagonismo diretto di milioni di donne e di uomini di questo Paese, i governi e le istituzioni, invece di procedere in direzione della volontà popolare democraticamente espressa, procedono in direzione esattamente contraria.

Un simile attacco ai fondamenti della democrazia richiede ad ogni parlamentare di schierarsi a garanzia e rispetto del voto del popolo italiano, aldilà della propria collocazione politica.
Le chiediamo quindi, in sede di discussione parlamentare, di esprimere la sua contrarietà nei confronti di ogni provvedimento che, direttamente o indirettamente, tradisca la volontà popolare, stravolgendo il quadro normativo emerso dai risultati del 12 e 13 giugno.

Certi dell’attenzione con cui vorrà considerare la presente e del Suo personale impegno in difesa della democrazia colgo l’occasione per porgerle i più cordiali saluti.

Mazara del Vallo 17.01.2012

Per il Comitato
Silvana Mannone

Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo
via Monsignore Audino n. 9 - 91026 Mazara del Vallo
Sito web: www.comitatocittadinomazara.blogspot.com - facebook:Comitato Tutela Ambiente

lunedì 16 gennaio 2012

Salviamo il referendum dell'acqua

Tradimento Monti - Salviamo il referendum dell'acqua
Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune: ”Ubriachi eravamo di gioia… le spalle cariche dei propri covoni!" (Salmo, 126).
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto...” (Salmo, 126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosidetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale Governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori. Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A. Catricalà, Sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato. E C. Passera, Ministro allo Sviluppo Economico, ha affermato: ”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.” E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G. Polillo ha rincarato la dose: “Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico. E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato”. E non meno clamorosa è l’affermazione del Ministro dell’ambiente C. Clini: ”Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso…. La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione”.
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del Governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art. 20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico (ARIN) in ABC (Acqua Bene Comune - Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro. E’ il tradimento del Governo dei professori. E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell’acqua (Veolia,Suez,Coca-Cola…) che da Bruxelles spingono il Governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso - ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua - si sta impossessando dell’acqua del pianeta. E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce: l’acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale. Perchè è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana”.
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo Governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica.
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico disobbedendo così al Governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo dal proprio balcone, uno striscione con la scritta: ”Giù le mani dall’acqua”!
In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
"E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia" (Salmo,126)

Alex Zanotelli

Napoli, 13 gennaio 2012