Il giorno 29 del mese di luglio il comitato si riunisce alle ore 18,30.
La seduta si apre sulla constatazione che il problema dell'alta percentuale di nitrati nell'acqua che proviene dai pozzi di Ramisella sembra sia percepito dalla cittadinanza come un problema già risolto. Non ne parla più nessuno.
Siamo a fine luglio, sta per scadere la proroga alla deroga e l'amministrazione si addormenta sul fatto che due decreti autorizzano l'erogazione di un'acqua che, comunque, è dannosa perché contiene una percentuale di nitrati superiore di molto al limite massimo consentito dalla legge (90 mg/l è quasi il doppio rispetto ai 50 mg/l ).
Dimentica l'amministrazione, o volutamente ignora, il fatto che i due decreti erano e sono condizionati alla ricerca e attuazione della soluzione definitiva.
Poiché ad oggi nulla è stato realizzato, si presume che nulla potrà essere realizzato ad agosto e a settembre.
Sui quattro pozzi scavati, questa amministrazione progetta di costruire i presupposti per una ulteriore proroga.
Ricordiamo il vergognoso iter, tra falsi annunci e lenti passi, che ha portato alla escavazione dei pozzi, ribadiamo l'inconsistenza dell'opera in ordine all'entità del disastro ambientale e la sua inutilità rispetto ai fenomeni che si presume lo abbiano generato.
Sia politici che burocrati hanno abbondantemente dimostrato di non essere capaci di risolvere alcunché, in quanto su questo evento disastroso hanno posto in essere solo chiacchiere e gestito qualche consistente spesa.
“Poveri” amministratori e “poveri” impiegati che non sanno fare nulla e fingono di aver fatto qualcosa!
Tutti incompetenti, a cominciare dal dirigente, facente funzione, dell'ufficio acquedotto.
Si reputano importanti per aver decretato -tardivamente- lo stato di emergenza con l'aspettativa dell'intervento della protezione civile. Ma l'ufficio locale della protezione civile è praticamente sguarnito, l'unica cosa che appare prepotentemente è una nuovissima LAND ROVER che non serve a nessuno.
Infatti l'ufficio esiste solo sulla carta, così come il dirigente. Non ci sono tecnici, il geometra Giacalone, l'unico competente per i corsi di specializzazione frequentati, inspiegabilmente, con il consenso dell'amministrazione, è stato distaccato in quel di Catania.
Se un evento straordinario dovesse colpire il nostro territorio, non si capisce quale ufficio comunale e quale tecnico potrebbe attivarsi.
In Italia ci sono le leggi, ci sono le circolari che chiariscono e regolano tutto, ma stranamente non se ne tiene conto. Tutto, poveri noi, rimane sulla carta. La negligenza impera, l'incompetenza regna. La soluzione dei problemi viene affidata alla provvidenza divina.
Questa è la pubblica amministrazione.
Ma dovrà cambiare!?
A livello regionale è confortante, in questo momento, seguire l'operato del magistrato Massimo Russo, chiamato a ricoprire l'incarico di assessore regionale alla Sanità nella giunta Lombardo.
Finalmente una persona che con la dovuta fermezza palesa la volontà di risanare un apparato della pubblica amministrazione! Un apparato che assorbe seimila miliardi, quelli di una finanziaria.
Fine degli sprechi e mira all'efficacia e all'efficienza.
Molte cose cambieranno, o meglio, necessariamente dovranno cambiare, anche per decisioni che saranno prese a livello nazionale.
A seguito del decentramento amministrativo e fiscale, il cosiddetto triangolo industriale, che tiene insieme sei, sette regioni, tratterrà per sé la maggior parte della ricchezza che produce e il sud dovrà fare i conti con le sue risorse, dovrà valorizzarle al massimo per sopravvivere.
Ma nulla si inventa dall'oggi al domani. La grande risorsa, rappresentata dal turismo, necessita di una professionalità che tutto l'indotto è ben lungi dal possedere.
E anche la pesca, settore in cui, invece, la professionalità è alta, attraversa una crisi difficile da superare nel breve periodo. Se nel tempo dello splendore gli addetti non si fossero dati agli sprechi personali e avessero, invece, investito, da oculati imprenditori, allargando e qualificando l'indotto, oggi la situazione sarebbe un'altra.
Ma la mentalità spendacciona ha pervaso la società, è entrata nelle sedi della politica e ha travolto
con gli sprechi tutta una economia. Un occhio rivolto solo al presente, un orizzonte limitato a pochi settori, nella ricerca dell'utile e dell'effimero.
Trascurati gli investimenti a lungo termine per un progetto di città futura, la città è oggi piegata in un presente cieco.
E tuttavia, se ciò accaduto, la colpa è di chi ha lasciato che accadesse. Se paragoniamo i settori della società alle corsie di una pista per una gara di velocità, a prescindere dal giudizio sul settore, vince chi sa correre meglio e più degli altri, e vince, quindi, per l'incapacità degli altri.
Senza entrare in analisi sociologiche, che non ci competono, ma contando sulla memoria, si ricorda
che negli anni che vanno dal '30, al '50 e oltre, a Mazara del Vallo, l'economia era fiorente: stabilimenti con banchi per la lavorazione del pesce, conserviere, case vinicole, mulini, pastifici. Ricordiamo, uno per tutti, un imprenditore come Vaccara, che partendo dalle esigenze della propria azienda ne creò altre e investì anche in cultura, dotando la città di un cine-teatro, l'attuale “Rivoli” ( gli hanno tolto il nome, non più “Vaccara”). Oggi si accumula e non si sa diversificare.
Nella marineria c'è un atteggiamento piratesco, niente di tutto questo altrove, dove cambiano i metodi di pesca e c'è cura per la riproduzione di alcune specie ( oggi i tonni depongono le uova in cattività ), considerato che la carenza di risorse alimentari è divenuto problema centrale, assieme a quello del risparmio energetico.
Qui, con la pesca a strascico, si ara il fondo marino e non basta rispettare l'obbligo di usare reti a maglia larga, perché nella trazione, le maglie si stringono e i pesci piccoli rimangono ugualmente catturati.
Ma deve pur nascere una nuova classe imprenditoriale, e si dovrà tutti imparare a vivere sobriamente anche quando si guadagna molto!
La seduta è tolta alle ore 20.15.
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