Mercoledì 13 ottobre, secondo appuntamento dalla ripresa dei lavori.
Come al solito la discussione va sull'onda dei fatti di cronaca nazionale e locale, per approdare ai temi che il comitato privilegia e che non prescindono dal quadro generale della società.
I TG straripano di casi di imbarbarimento, sembra che la gente, esacerbata dalla mancanza di lavoro e da una vita che perde senso e valore, agisca e reagisca a nervi scoperti su fatti che, pur negativi, non sono che di ordinaria normalità. A una coda non rispettata davanti a uno sportello, a un incidente d'auto, che causa la morte di un cane, si reagisce fino ad uccidere.
Il livello di imbarbarimento cui si è giunti non è solo locale, è generale e Berlusconi è visto come il maggiore responsabile di questa deriva. Gli effetti del suo governo sono, infatti, da considerare più gravi in campo sociale, economico e culturale che in quello strettamente politico.
Intanto lui dichiara che il partito è da rifondare, è il partito che ha sbagliato, non il governo.
Il tema dei partiti, del loro proliferare e dei politici e dei loro voltafaccia è un tema senza fine ed è per questo che la discussione, con brusca virata, passa agli apporti che dagli amici giungono al Comitato. Uno di essi ci ha inviato il link di un interessante video sul riciclaggio.
I rifiuti possono divenire risorsa, materia prima che un'industria utilizza per creare una materia prima-seconda.
È l'uovo di Colombo: i cittadini "regalano" alla ditta i rifiuti selezionati con scrupolo, la ditta regala ai cittadini il disinquinamento. E ci guadagna! Perché attraverso la lavorazione di quel rifiuto, vende un prodotto che ha già un mercato e in più crea occupazione, che, di questi tempi, non è cosa da poco.
Ma si mandino a quel paese gli Ato Rifiuti e si impiantino industrie del riciclaggio! La verità è che il problema non si vuole risolvere. Certo un tempo non esisteva, eppure l'uomo ha sempre mangiato e consumato.
Alla pagina delle spigolature, su un recente numero della settimana enigmistica, si legge che, a New York, nel '700, la spazzatura, buttata nelle strade, veniva smaltita da maiali appositamente mandati a nutrirsene.
A Mazara del Vallo, negli anni 50, Manzo aveva l'appalto della spazzatura e allevava maiali, gli avanzi li vendeva ai contadini che li usavano per la concimazione della terra.
Una volta, la gran parte di ciò che veniva buttato era umido, di altro si buttava veramente poco. Ogni oggetto veniva costruito perché durasse nel tempo e veniva riparato cento volte prima di essere buttato. Oggi, invece, si costruisce per la breve durata e il consumo perpetuo.
Ed è così che cresce la montagna di rifiuti, di cui l'umido è appena il 5%.
Abbiamo creato un mostro.
Chi ha voluto che il mondo si inquinasse? Abbiamo una imprenditoria che crea un eccesso di rifiuti, una imprenditoria che ha voluto utilizzare il sottoprodotto del petrolio per creare la plastica, causa prima dell'aumento dei rifiuti, e tanto altro di nocivo.
La differenziata può riportare l'orologio indietro: far tornare al riutilizzo, non attraverso la riparazione del manufatto, ma attraverso il riciclaggio.
Il 95% della spazzatura è riciclabile al 100%, il 5% di umido, che resta, può essere avviato al compostaggio.
Costruire inceneritori per risolvere il problema-rifiuti è un delitto, se poi si pensa che sono costruiti con i nostri soldi.....
Piuttosto si parli di centrali di compostaggio per creare ottimo concime, che poi si vende come fertilizzante. Concime senza chimica. Ma, si sa, così si cozza contro la speculazione che c'è dentro il grande affare-rifiuti.
Come per la droga - che rimane un problema perché crea un mercato di cui anche le stesse comunità per tossicodipendenti sono parte - anche per i rifiuti si è creato un problema per alimentare un mercato, quello degli Ato e degli inceneritori.
Un'orrenda speculazione innescata su un bisogno.
E non si pensi che il responsabile dell'inquinamento sia solo chi lo causa, è anche, e tanto quanto, chi lo giustifica. Occorre sanzionare chi ha creato la causa prima.
Volendo fare un paragone tra chi immette sul mercato clandestino la droga e chi immette sul mercato ufficiale oggetti inquinanti, entrambi sono da considerare parimenti responsabili della devastazione, l'uno della società e l'altro dell'ambiente.
In assenza di provvedimenti che producano una inversione di tendenza, rimane, come unico rimedio, l'esercizio del consumo critico.
Il cittadino, che non discrimina i prodotti non inquinanti da quelli inquinanti, si fa esso stesso responsabile, in quanto, con il suo dissennato comportamento, alimenta non solo il trend speculativo dei produttori di manufatti inquinanti, ma anche il malaffare che in questi ultimi tempi è cresciuto sulla gestione dei rifiuti.
Nessun commento:
Posta un commento