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giovedì 3 luglio 2008

Affinità

Il pensiero è una merce di scambio particolare, passa da una mente ad un'altra e nell'operazione chi dà non perde e chi prende non priva.

La legge del mercato non funziona, non si generano ricchi e poveri. Tutti si diviene più ricchi.

La crescita è esponenziale, avviene oltre i limiti dello spazio e del tempo. Infinite le varietà di aggregazioni.

E così oggi può avvenire che un amico ti invii con un link un video che è una summa di riflessioni maturate nel tempo dal comitato e accenda nella memoria percorsi segnati dal passo di altri.

Inseriamo qui di seguito il video ricevuto, ma prima ricordiamo Alex Langer.

Accettare oggi la positiva necessità ....di una contrazione di quel “troppo” e di una ragionevole e graduale de-crescita, e rilanciare, di fronte alla gravissima crisi, un'idea positiva di austerità come stile di vita più compatibile con un benessere durevole e sostenibile, sarà possibile solo a patto che essa venga vissuta non come diminuzione, bensì come arricchimento di vitalità e di autodeterminazione.
E ciò dipende, ovviamente da tutto un intreccio di scelte personali e collettive, di condizioni culturali e sociali, di sinergie ed intese. Ma qualcuno dovrà pur cominciare, e indicare e vivere un privilegio diverso da quello della ricchezza e dei consumi: il privilegio di non dipendere troppo dalla dotazione materiale e finanziaria, il privilegio di preferire nella vita tutte le cose che non si possono comprare e vendere, il privilegio di usare con saggezza e parsimonia l'eredità comune a tutti, senza recinti e privatizzazioni indebite.
L'austerità di una vita più frugale, meno riempita da merci usa e getta, più ricca di doni, di servizi mutui e reciproci, di condivisioni e co-usi a titolo gratuito, di ricuperi e riciclaggi, di soddisfazioni senza prezzo.
Riabilitare e rendere desiderabile questo genere di austerità come possibile stile di vita, liberamente scelto e coltivato come ricchezza, comporterà...una notevole rivoluzione culturale ed una cospicua riscoperta della dimensione comunitaria. Perché, con meno beni e meno denaro si può vivere bene solo se si può tornare a contare sull'aiuto gratuito degli altri, sull'uso in comune di tante opportunità....sulla fruizione della natura come bene comune, non riducibile a merce.”

da “ Una vita più semplice” -Terre di mezzo editore

Ecco il prezioso video

LA STORIA DELLE COSE sélectionné dans N.C.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

su greenreport.it ho trovato:

21/05/2008 Vivere con cura di M.Correggia


La valigetta della decrescita

ROMA. Nella casa ecologica dimostrativa itinerante gestita dall’associazione Paea e che gira l’Italia a mostrare un altro modo di abitare (energie alternative, risparmio idrico, bioedilizia), c’è una vecchia valigia di quelle di cartone, aperta a chi vuole curiosare fra i materiali alla rinfusa che contiene. L’hanno chiamata “valigia della decrescita”.

Pescare dentro è trovare un piccolo giacimento di oggettini saggi, strumenti semplici per un comportamento ecologista e indipendente. Fra gli altri: borraccetta, calza di nylon rotta convertita in raccoglipolvere, busta di tela per la spesa, loffa (spugna vegetale alternativa a quelle sintetiche e animali), riduttori di flusso per rubinetti e docce, lampadine a risparmio energetico, tazza di melanina per non usare i bicchierini di plastica in giro, giocattolini solari, ricette di detersivi e detergenti autoprodotti, un pupazzo fatto con una maglietta usata, un blocco note fatto con fogli già scritti da una parte. E la lista poterebbe continuare. Sarebbe interessante inventarne una con i bambini che si hanno intorno. Spiegando il senso della decrescita, del far da sé, delle piccole cose che non pesano sul pianeta e sugli altri, dell’indipendenza ecologista.

A proposito di indipendenza ecologista: anche chi nell’organizzazione di casa propria si è “resettato” sul basso impatto, spesso fuori casa si trova privo delle dotazioni d’uso necessarie. Ed ecco che rischia di bere un caffé in bicchierino di plastica sul treno, di comprarsi la bottiglia di minerale in caso di viaggio o in ufficio perché non si fida dei tubi, di usare bicchieri e piatti usa e getta nelle feste di piazza o in raduni improvvisati, di uscire da un negozio per un acquisto improvviso con un inutile shopper di plastica ecc. Insomma, altrettanti rifiuti e usa e getta. Tutto perché non si è equipaggiati. Eppure non occorre viaggiare con una borsona, per avere tutto il necessario all’indipendenza quotidiana.

Il nécessaire quotidiano prenderà poco spazio nella tracolla o nello zaino (certo è incompatibile con la baguette e altre borsine di pura apparenza). Ecco gli oggetti “mai più senza” (oltre a un libro per tempi morti): una borsa di tela ben ripiegata per acquisti anche improvvisi; un bicchiere da campeggio pieghevole di acciaio (quelli di plastica si rompono subito) che servirà per bevande fredde o calde; una borraccia per l’acqua da attingere a qualunque rubinetto, o un thermos per contenere bevande calde; un cucchiaino di plastica per assaggi improvvisi (non siamo contro la plastica ma contro la plastica usa e getta). E poi, come abbiamo detto in un’altra puntata, in caso di feste e raduni, prevedere anche un contenitore da frigo come piatto rinchiudendovi due posatine; sarà anche ecoutile la radio a manovella; ma di questa diremo in un’altra puntata.

Anonimo ha detto...

Tema interessantisimo, complimenti!
Ce n'è di strada da fare per cambiare il mondo! Piccoli gesti come i vostri sono fondamentali per aiutare a far riflettere!

Il sito www.storyofstuff.com : da visitare!

Anonimo ha detto...

E’ uscito di recente, pubblicato da Bollati Boringhieri, un volumetto di circa 135 pagine (e soli 9 euro), dal titolo invitante e curioso: “Breve trattato sulla decrescita serena“. Ne è autore Serge Latouche, professore di scienze economiche all’Università di Paris-Sud, Specialista dei rapporti economici e culturali Nord-Sud e dell’epistemologia delle scienze sociali.
notizia interessante trovata sul sito
www.grey-panthers.it

Anonimo ha detto...

trovato su greenreport.it
1 settembre 2008

La Recensione. 1001 modi per salvare il Pianeta
Idee pratiche per cambiare il mondo

Coopereditore 2008

LIVORNO. "1001 modi per salvare il pianeta", che non a caso ha come sottotitolo "idee pratiche per cambiare il mondo", è uno di quei piccoli-grandi libri che ci insegnano a vivere con un passo più lieve sul pianeta. Forse non basterà a salvarlo, ma seguirne alcuni dei consigli ci aiuterà a vivere meglio, anche con noi stessi.

Un libro semplice e coloratissimo che dimostra come idee semplici possono avere importanti impatti ambientali su un mondo così complicato. Ci trovate facili suggerimenti per tutte le tasche: dall´uso di borse di tela per fare la spesa a quello dell´acquisto di energia verde per compensare le emissioni di gas serra. Imparerete come diventare dei veterani del riciclaggio e del risparmio energetico.

Lo sapevate che mangiare al bar piuttosto che dietro al monitor del computer fa è meglio, non solo all´umore, ma anche all´ambiente? E chi sospettava che una festa potesse essere ancora più bella abbassando anche le emissioni di carbonio? Oppure che addirittura fare shopping selvaggio, far fruttare il conto corrente in banca, ubriacarsi, sposarsi, siano attività che si possono fare in maniera ecosostenibile? Lo sapevate che in media un forno a microonde utilizza più energia per alimentare il suo orologio digitale che per scaldare il cibo? Insomma, questo mini-libro è pieno zeppo di fatti, cifre e suggerimenti quotidiani che ci svelano i misteri dei nostri insospettabili consumi.

Il libro è la traduzione in italiano di "1.001 Ways to Save the Earth", di Joanna Yarrow, che ha avuto un grande successo nel mondo anglosassone. La Yarrow, è la fondatrice di Beyond Green Ltd, una società che produce piani d´azione per una vita più ecologica, insomma, uno dei nuovi guru dell´ecologia londinese e questo suo lavoro mette su coloratissima carta ecologica e da foreste certificate, le sue eclettiche idee per vivere bene e salvaguardando il pianeta a basso impatto ambientale, senza alambiccarsi il cervello o rinunciare alle comodità: basta mettere in pratica qualcuno dei 1001 accorgimenti proposti da questo mini-manuale d´istruzioni per l´uso delle risorse naturali, pensando sempre a come assicurare ai posteri un mondo vivibile e a quanto le nostre cattive abitudini odierne lo rendano sempre più difficile. Il tutto senza spendere troppo tempo o denaro.

Qualcuno ha detto che la Yarrow «ha scritto una specie di piccolo manuale delle giovani marmotte con lo scopo di educare insieme genitori e figli, e devo dire che ci riesce abbastanza bene». Alcuni consigli sono noti, ma secondo la Yarrow il rumore del vetro che si spezza nelle campane per il riciclaggio ha addirittura una funzione antistress e non c´è niente di più moderno che far riutilizzare uno scatolone di cartone come fortezza o casa per signore per bambini e bambine.
Il libro suggerisce, per evitare "l´esaurimento da eco-evangelista", di non mettere in pratica i 1.0001 modi per salvare il pianta tutti insieme, vanno presi a piccole dosi, diciamo 10 alla settimana, alla fine sarete un essere umano nuovo e in armonia col pianeta (o almeno con la coscienza più a posto con Madre Terra).

«Non sono necessari più tempo o denaro, né i poteri di un supereroe per fare la tua parte per occuparsi del pianeta - dice la Yarrow - Praticamente quasi tutto ciò che facciamo ha un impatto sul mondo naturale. così le modifiche a una qualsiasi delle nostre attività quotidiane rappresentano un´opportunità per guardare ad un futuro migliore per il pianeta migliore, senza aggiungere troppo al nostro"´fare"».