Il giorno 1 del mese di luglio dell'anno 2008, alle ore 18,30, dopo una pausa di due settimane, torna a riunirsi il comitato.
Registrati gli interessanti commenti all'ultimo post, la discussione si avvia sull'opportunità di una azione di iniziativa popolare volta a scuotere le autorità competenti, silenti a più di un anno dalle prime richieste e denunce.
Il percorso scelto dall'amministrazione è stato quello di differire la soluzione del problema, allungandone i tempi con assoluta indifferenza verso le legittime richieste dei cittadini e prevaricazione dei loro diritti. La richiesta della deroga all'assessorato Territorio e Ambiente ne è la prova evidente.
L'assessorato, che concede la deroga, dimostra di scegliere la stessa linea e, in più, di agire in contrasto con il dettato normativo, come sostiene il presidente dell'Ordine dei Chimici, Eugenio Cottone. Anche la proroga è in violazione di legge, perché atto conseguente e perché in assenza dei presupposti vincolati alla concessione.
Ma, ritornando all'operato dell'amministrazione, che succede con la tardiva presa di coscienza dell'entità e gravità del fenomeno? Il sindaco, per ribaltare la responsabilità, denuncia la regione, che, a suo dire, non ha, a tempo debito, vigilato e provveduto. É la solita storia dello scarica-barile.
Chiede anche il riconoscimento dello stato di calamità con intervento della Protezione Civile. E lo ottiene. Ma può la Regione dar corso agli adempimenti conseguenti senza smentire se stessa, avendo prima concesso Deroga e Proroga?
Per quanto riguarda il giudizio sull'amministrazione comunale, rimane assodata l' incapacità totale di concepire una strategia di azione e confermata l' accusa di avere scelto di tutelare se stessa e non la salute dei cittadini.
Ma se la macchina amministrativa non funziona, una comunità può decidere di togliere la delega e riappropriarsi del diritto a decidere il suo destino.
“Manca il concetto: tu mi consegni una risorsa e io ho il dovere di riconsegnarla migliorata o almeno intatta, come prima. Il cittadino delega: consegna strade, acquedotti, bambini, vecchi, la vita, la qualità della vita, tu, amministratore, non devi rovinare.”
“...Questi conti non si fanno mai. Ora, cosa ci riconsegna questa amministrazione di alterato, per non aver saputo intervenire in quattro anni? Cosa è stato fatto? Sprechi, debiti e brutture con tanto di fanfara.”
I segnali della pochezza questo sindaco li ha dati all'indomani dal suo insediamento: riprese televisive per la piantumazione di una palma, piccone e casco in testa per il via ai lavori su un “francobollo”in forma di spazio urbano con arredo verde e panchine faccia a muro.
Che avviene, invece, oggi nella vicina Salemi, un tempo “muntagni di issu, chissa è Salemi passàtici a rassu “? Si elegge Sgarbi che annuncia come assessore Oliviero Toscano.
Salemi, come prima Gibellina e Segesta, diventerà un centro internazionale di cultura, come possono concepire uomini di intelligenza, “ sì, perché, se tu non capisci, non puoi provvedere”
“ ..e non è grave non avere conoscenze, è necessario avere intelligenza”
“ ...e anche umiltà”
“...E' necessaria l'eccellenza. Al governo i migliori, gli aristoi, come li chiamavano i greci. In Italia l'intelligenza al potere produsse il fenomeno del mecenatismo con l'esplosione del rinascimento. Corsi e ricorsi storici? Se per superare la crisi degli istituti comunali si dovesse passare, evitando gli incidenti di percorso, alle Signorie come un tempo, aprendo le porte agli Sgarbi di turno, sarebbe un nuovo rinascimento.
Indubbiamente un'accelerazione in questa direzione la impone una contingenza non di poco conto: con la crisi economica ogni comune dovrà, come una volta, gestire la spesa con le proprie risorse e sarà costretto a ben agire. Non c'è più l'ICI. Al suo posto, lo stato non dà niente. Per i comuni era un introito importante!
Gli amministratori dovranno essere più attenti, più oculati. Per forza di cose lo standard della classe politica deve migliorare. Ma poiché essa tende a conservarsi, allora è necessario il colpo di genio: è il caso di Salemi.
A Mazara del Vallo l'amministrazione sta a subire il ladruncolo di fili di rame, che con i danni alle centraline dei pozzi peggiora la già grave situazione idrica della città.
Ma è questa l'amministrazione con cui abbiamo a che fare e, visto che le voci isolate non hanno avuto eco, gli sforzi rimbalzano contro un muro di gomma e le denunce sono divenute carta straccia, è giunto il momento di alzare il tiro.
Tutti i cittadini di Mazara del Vallo, che senza colpa stanno subendo le gravi conseguenze dell'inquinamento dell'acqua potabile, diffidino le autorità, preposte per istituzione alla soluzione del problema, ad operare senza più ulteriore indugio per accertare in via definitiva le cause che hanno determinato l'inquinamento e, dopo di ciò, garantire ai cittadini la purezza dell'acqua che ogni giorno hanno diritto a bere.
La lettera va intestata a:
Procura della Repubblica di Marsala
Ministero della Sanità
Ministero dell'Ambiente
Protezione Civile
Assessorato Regionale alla Sanità
Assessorato Regionale all'Ambiente
Responsabile Provinciale ASL n.9
Sindaco di Mazara del Vallo.
Otto copie della stessa lettera, ciascuna inviata ad uno degli intestatari, che sarà segnato di volta in volta con una freccetta.
10.000 lettere per una protesta civile e intelligente, in un martellamento continuo.
É un invito ad essere protagonisti, in un esercizio di partecipazione libera.
Lettere diverse, per pretendere uno stesso diritto. Non mancheranno le parole per dirlo. Si può anche spigolare nel blog.
Definiti i termini dell'azione popolare, dopo un riesame della situazione a oggi, la seduta è tolta alle ore 19,30.
Il Comitato
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