Il giorno 9 del mese di aprile dell'anno 2008, alle ore 19.00 il Comitato si riunisce dopo un intervallo di due settimane. La seduta è dedicata alla pianificazione dell'incontro dell'indomani, 10 aprile, presso l'Auser. È prevista la presenza del sindaco.
Per le notizie trapelate nell'incontro del 28 febbraio con il vicesindaco, appare prioritaria la necessità di ottenere chiarimenti in ordine all'Ato Idrico. In seduta, intanto, si effettua una ricerca su internet e si ha la conferma che i sospetti sono, purtroppo, fondati.
L'Ato Idrico è una realtà.
Su internet si trova scritto “Autorità di Ambito Territoriale Ottimale n. 7 di Trapani (.................). La
convenzione di cooperazione è stata sottoscritta tra i Comuni e la Provincia appartenenti all'Ambito Territoriale Ottimale denominato Trapani, affinché essi si coordinino al fine di organizzare il servizio idrico integrato costituito dall'insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue.”
La discussione si apre sulla cattiva gestione degli Ato.
Fino ad ora, a livello locale, da quando esiste l'Ato Belice Ambiente, si è solo assaggiata la tariffa salata delle bollette della spazzatura e si conoscono tutte le vertenze aperte nei vari comuni, ma in molte città d'Italia già si sa quanto costa l'acqua da quando è stato creato l'Ato Idrico.
Per quanto riguarda l'Ato Belice Ambiente, la sua realizzazione ha determinato un appesantimento e non un alleggerimento degli apparati burocratici e operativi: in particolare il comune di Mazara del Vallo non ha dato all'Ato Belice Ambiente la disponibilità del personale, si è creata una struttura nuova, mantenendo la vecchia, gli stipendi dei gestori sono vergognosamente esagerati, la finalità è stata tradita.
Nella nostra provincia è stata avanzata la proposta di sciogliere l'Ato spazzatura: il servizio non è migliore, le fatture quadruplicate.
Si riflette, dunque, sul pericolo che correremmo una volta entrato a regime l'Ato Idrico che, si scopre, è un dato di fatto a livello di costituzione.
Si tratta di pensare alle azioni da attivare per bloccare l'iter di attuazione. Ma, sempre da internet, si scopre che le domande di partecipazione alla gara di appalto per l'affidamento della gestione sono state presentate entro il 20.02 2006.
Due anni fa, due anni nei quali i cittadini avrebbero potuto fare sentire la loro voce, se solo avessero saputo.
Non resta che sperare sugli effetti della moratoria posta in essere dal governo di sinistra e sulla lentezza con la quale si procede di solito nel sud. In questo caso potrebbero rimanere dei margini di azione.
E dunque il milione di euro per l'acquisto di un depuratore (utile ad eliminare l'alta concentrazione di nitrati nell'acqua di pozzi di Ramisella), che il vicesindaco si è vantato di aver ottenuto, quasi per grazia ricevuta e merito personale, non è che una briciola dei 45.000.000 che, si scopre, sono già nelle casse dell'Ato Idrico, di cui fanno parte 24 comuni della provincia di Trapani.
Già spendono e spandono, mentre i cittadini non sanno che si sta tramando alle loro spalle, che il denaro utile a tener in piedi il nuovo carrozzone dovrà uscire dalle loro tasche con le nuove e stragonfiate bollette che ci faranno pagare per l'acqua.
Poca cosa, veramente poca cosa, 1.000.000 di euro, stante la criticità della situazione. E il vice sindaco dice di essere stato bravo, bravissimo. E non manca di fargli sperticati apprezzamenti lo stesso sindaco. Ma questi due si rendono conto?
Già hanno cominciato a polverizzare senza nulla concludere.
Alla luce di quanto scoperto, è chiaro che l'amministrazione, tenendo per sé la “bella sorpresa dell'Ato Idrico”, si riserva di presentarla solo quando le condizioni saranno le più favorevoli, quando cioè i cittadini si saranno convinti che i servizi pubblici proprio non funzionano, non garantiscono, e che serve affidare ai privati.
E' di moda la privatizzazione di questi tempi, dobbiamo cedere tutto ai privati, perché sempre più facciano profitti. Non dovrà esistere più nulla che lo stato garantisca, nulla che sia assicurato a ciascuno come diritto.
Per la gravità del pericolo che si rischia di correre, si decide di chiedere al sindaco un rapporto dettagliato sull'ATO IDRICO ( i singoli comuni sono abilitati a fare dei progetti?......ecc.), e poi avanzare le richieste del comitato che rimangono sempre le stesse e cioè:
-grande Convegno
-pubblicazione degli atti
-bando di un Concorso internazionale per la soluzione definitiva , cioè perché sia avviato un
piano che porti ad eliminare per sempre il pericolo “nitrati nell'acqua” .
E, visto che il problema supera l'ambito comunale, come lo stesso sindaco dichiara nella delibera 8 febbraio 2008, che tutti i comuni concorrano sia agli atti propedeutici che alla realizzazione del piano di risanamento stesso.
E che l'amministrazione la smetta di continuare con l'escavazione di fantomatici pozzi. Si smetta di parlare di miscelazione, tanto non si troverà mai l'acqua adatta alla miscelazione. Non si parli più di
condotta volante. Via anche i silos.
Piuttosto, nelle more si sfrutti la sentenza del 2006 emanata dal TAR del Lazio - che dichiara illegittime le deroghe ai valori limite di sostanze nocive nell'acqua -
per chiedere alla Regione “la fornitura di acqua minerale ai cittadini, fino a che le falde acquifere non saranno bonificate”, come da diffida Codacons.
Resta da capire la motivazione dell'improvviso voltafaccia dell'amministrazione, che per quasi un anno ha dichiarato che l'acqua con percentuale alta di nitrati è potabile (e lo ha fatto dichiarare all'ufficiale sanitario) e all'improvviso fa una delibera ( 8 febbraio 2008 ) dove dichiara che la qualità dell'acqua è degradata, e la soluzione del problema “nitrati” è difficile perché supera l'ambito comunale, mentre prima era approntabile in tre mesi.
La seduta si chiude con le strategie da adottare per inchiodare il sindaco alle sue responsabilità.
Sono le ore 21,00
Il Comitato
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