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martedì 6 maggio 2008

Verbale 39

Il giorno 29 del mese di aprile dell'anno 2008 alle ore 18,30 il comitato si riunisce per discutere delle nuove strategie da mettere in atto.

Le risultanze dei recenti tentativi di ottenere informazioni direttamente dall'amministrazione (incontri Auser del 28 febbraio e 10 aprile con Giampiero Giacalone, in qualità di vicesindaco), costringono alla decisione di portare all'attenzione della cittadinanza lo scandalo della mancanza di trasparenza.

Anche attraverso la stampa è difficile ottenere informazioni: i giornalisti non riescono a strappare alcunché di chiaro e ogni loro articolo sembra uscito dall' ufficio stampa dell'amministrazione.

Nel patchwork dell'informazione fornita dal vicesindaco -di cui si ritorna a parlare- si rilevano comunque alcune novità: non si parla più di miscelazione, ora si parla di sostituzione di fonti. Ma anche questa soluzione viene giudicata una improvvisazione, frutto di pura fantasia, che, per essere più realistica, si presta a un equivoco di più lunga durata. E nel frattempo va avanti l'Ato Idrico e i cittadini senza avvedersene vengono portati all'accettazione del nuovo giogo.

Ha parlato di tre depuratori, il vice sindaco, in questo è stato più credibile: un solo depuratore non potrebbe fornire acqua sufficiente all'utenza che ne è priva.
Ma intanto si continuano a scavare pozzi e spendere denaro pubblico.

Ci si chiede come mai in tutto questo tempo nel quale l'emergenza si è sempre mantenuta alta non sia intervenuta e ancora non interviene la protezione civile.
E cosa impedisce alla magistratura di indagare, considerato che non sono mancate le denunce, sia di singoli cittadini che di interi comitati.

Perché l'amministrazione ancora non riconosce che l'ufficio acquedotto è sottodimensionato?

Tutto questo discende da una serie di inadempienze, leggerezze e incompetenze o piuttosto è studiato? Sembra che l'amministrazione abbia colto l'occasione per sfruttare l'intera vicenda al solo scopo di gestire appalti​, con il recondito progetto che il problema verrà risolto, ma da altri.

In assenza di trasparenza si legittima il sospetto. Molte le occorrenze che lasciano interdetti.

E, ritornando all'ultimo incontro con il vicesindaco, può, questi, impunemente dichiarare che il problema si risolverà entro l'anno? Può, dire seccamente” no “al convegno senza dare giustificazioni, mettendo quasi il comitato nelle condizioni di essere fischiato per una proposta decente, al punto da portarlo a chiedersi se questo problema interessa realmente i cittadini?

Pare che questa popolazione costituisca un sistema adattivo: si beve e non si muore subito, si può continuare a bere.

Si riapre la grande questio: riuscire a svegliare gli addormentati.

La seduta si scioglie, il comitato si assegna un difficile compito a casa: come trovare alleanze, in che modo diversificare le azioni, in quale nuovo contesto inserirle, come rimediare alla mancanza di cassa di risonanza.
Sono le ore 20,30.

Il Comitato

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