Dal 1993 l'ONU ha proclamato il 22 marzo Giornata Mondiale dell'Acqua per ribadire il diritto fondamentale ed inalienabile all'accesso all'acqua per tutti.
Spreco e noncuranza ci fanno spesso perdere di vista la necessità di proteggere questa fondamentale risorsa. La carenza di acqua pulita rappresenta un'emergenza mondiale e, in alcune aree del Pianeta, una vera e propria catastrofe.
L'acqua è un bene comune e appartiene a tutti gli abitanti della Terra.
3 commenti:
L’acqua non è una merce, i GSA raccoglie firme per una legge popolare
La privatizzazione dell’acqua, introdotta con la legge finanziaria dal Governo Berlusconi del 2002, ha generato una situazione di estrema gravità. L’acqua viene considerata una merce e non più un diritto: le future generazioni avranno acqua se potranno pagarla.
dal Gruppo Società e Ambiente
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CONSUMI E BOLLETTE
Acqua sempre più cara
In tre anni aumenti anche del 22% In Italia ci sono 356 tariffe diverse
Una giungla. Di tariffe, regole, contenziosi. Con aumenti incontrollati, investimenti non adeguati, cittadini insoddisfatti. Un problema ancora aperto quello del servizio idrico nazionale, a quattordici anni dalla legge Galli che avrebbe dovuto riordinare il settore, aprendo le porte ai privati. Oggi più che mai, nella Giornata mondiale dell'acqua.
A mettere il dito sulla piaga, è, in primo luogo, il Coviri (Comitato per la vigilanza sull'uso delle risorse idriche), organo della pubblica amministrazione che risponde direttamente al Parlamento. Che non è l'unico «controllore»: prolificano ovunque comitati e associazioni di consumatori con l'occhio attento sui rubinetti d'Italia. Un movimento trasversale, confluito nel «Forum per l'acqua bene comune » che ha raccolto oltre 400 mila firme a sostegno di una proposta di legge per ritornare al vecchio servizio pubblico. «Era iniziato l'iter per l'esame alla Camera — spiega uno dei portavoce, Marco Bersani —. Per adesso un obiettivo è già stato raggiunto: il blocco di nuovi affidamenti alle Spa».
Acqua bene comune, ma 2,5 miliardi di persone non ne hanno
Per la sedicesima volta, si celebra il 22 marzo la Giornata mondiale dell'Acqua: quest'anno la Giornata è dedicata al tema dell'importanza dei servizi igienici, a cui non hanno ancora accesso 2,6 miliardi di persone, esposte a diversi rischi sanitari. Di questi, 980 milioni sono bambini. Non si tratta di scarsità di risorse, ma di una vera e propria «mancanza di volontà politica». Lo denuncia il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon: «Siamo ancora ben lungi dal raggiungere gli obiettivi del Millennio – ha spiegato – gli esperti prevedono che nel 2015, ancora 2,1 miliardi di persone non avranno strutture igieniche di base; al ritmo attuale, nell'Africa subsahariana, l'obiettivo non sarà raggiunto prima del 2076». Insomma, altri settant’anni per veder realizzato un diritto fondamentale. Che quando è negato porta morti, giornate scolastiche perse, malattie, malnutrizione e povertà. E che può diventare causa di «conflitti internazionali». Lo spiega, in occa
sione della Giornata mondiale, il sottosegretario allo Sviluppo del governo britannico, Gareth Thomas che decrive per il futuro scenari ancora più minacciosi: «L'aumento delle temperature, unito a rigidità atmosferiche – infatti – determinerà una maggiore richiesta di risorse idriche». In Italia la campagna è seguita in particolare dalla Sinistra Arcobaleno. Il candidato premier Fausto Bertinotti ha inviato una lettera al quotidiano Il Manifesto , in cui ricorda che «l'accesso all'acqua deve essere garantito, non può essere negato, né comprato e venduto perché non si può comprare e vendere la sopravvivenza». Secondo Bertinotti – che nel suo programma di governo ha inserito la proposta di legge di iniziativa popolare per l’acqua pubblica , già sostenuta da 400 mila firme – «molti, troppi, in Italia hanno idee diverse e spingono per la privatizzazione, nelle destre e nel Pd. La Sinistra Arcobaleno no, in modo netto e inequivocabile». Anche An
gelo Bonelli dei Verdi rinnova l’impegno e ricorda che «l'acqua - aggiunge - è un bene pubblico di tutti il cui accesso deve essere garantito a tutti. È necessaria una grande opera infrastrutturale per ristrutturare le condutture e gli acquedotti in modo da abbattere le dispersioni e gli sprechi delle risorse idriche in modo da garantire i diritti di tutti i cittadini. Non è concepibile - conclude - che ancora oggi ci siano parti dell'Italia o zone di grandi città dove l'acqua deve esser portata con le autobotti».
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