Abbiamo ricevuto la notizia che Mons. Crociata, segretario della Cei, che a Mazara del Vallo ha compiuto i suoi primi studi e nella cui diocesi è stato nominato nel 2003 Vicario Generale, al Convegno "Sorella Acqua", che si è tenuto sabato 16 aprile ad Assisi, si è espresso a favore del referendum per l'acqua pubblica.
Qui di seguito riportiamo l'intervento introduttivo di saluto
16 aprile 2011
Convegno «Sorella Acqua» - Assisi
La sete, esigenza primaria e manifestazione di vita
Testo del saluto di S. E. Mons. Mariano Crociata, Segretario della CEI, al convegno “Sorella Acqua”, organizzato dai dieci distretti di Italia, Albania, Malta e San Marino del Rotary International, sabato 16 aprile alle ore 10.00 ad Assisi, presso il Teatro Lyrick, Santa Maria degli Angeli.
«Ogni uomo ha sete e passa da un pozzo all’altro; un vagare incessante, un desiderio inesauribile, rivolto ai molteplici bisogni del corpo e dello spirito. L’uomo è una grande domanda, che può essere soffocata con l’evasione o con l’attivismo». Prendo a prestito questo passaggio del Catechismo degli adulti, perché ci aiuta a collocare la nostra riflessione – e quindi la nostra attività – in un orizzonte culturale di ampio respiro. Né potrebbe essere diversamente.
Lo stesso itinerario quaresimale – parabola che dalla schiavitù conduce, attraverso l’aridità del deserto, a una terra di libertà – ripropone il simbolismo della sete come una delle esigenze primarie della vita; al tempo stesso, proprio la sete è manifestazione di vita.
Uno degli episodi evangelici più straordinari di questo tempo liturgico narra l’incontro del Cristo con la samaritana nell’ora più calda del giorno (Gv 4,1ss): ai bordi di un pozzo, l’umiltà di Gesù che chiede da bere incrocia la sete d’amore che la donna ha cercato di soddisfare moltiplicando le esperienze («Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito…»); sete d’amore che rinvia a Colui che solo può dissetare l’arsura della nostra ricerca («Viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano»).
È significativo rilevare che l’incontro narrato da san Giovanni avviene appunto ai bordi di un pozzo. Così era stato per il servo di Abramo, che vi aveva incontrato Rebecca, in vista del matrimonio con Isacco. Così è stato per Giacobbe, che vi trovò la futura sposa Rachele. Così per Mosè, che s’imbatté con Zippora, che diventerà poi sua moglie… Quante suggestioni sono, dunque, legate all’acqua! Acqua che lava, purifica, disseta; acqua che addirittura fa incontrare.
A nostra volta siamo qui perché non stentiamo a sentirci rappresentati in questa storia, che è storia sacra. Ed è proprio muovendo da questa storia che ci sentiamo coinvolti, custodi e responsabili di quella risorsa preziosa che anche oggi è l’acqua, bene troppe volte ridotto a merce, a valore economico, a oggetto di scambio, da cui si vede escluso chi non ha possibilità di reddito per assicurarsela.
A questo diritto umano fondamentale, legato al diritto stesso alla vita, circa un miliardo e mezzo di persone manca di un accesso adeguato; e più ancora sono quelle prive di una sufficiente disponibilità di acqua potabile: nel Sud del mondo l’acqua contaminata rimane causa diffusa di malattia e di morte, specialmente fra i bambini. Come osserva Benedetto XVI, «all’origine di non poche tensioni che minacciano la pace sono sicuramente le tante ingiuste disuguaglianze ancora tragicamente presenti nel mondo. Tra esse particolarmente insidiose sono le disuguaglianze nell’accesso a beni essenziali, come il cibo, l’acqua, la casa, la salute» (Messaggio per la Giornata mondiale della pace, 2007).
L’acqua rimane una risorsa male distribuita e male sfruttata. Senza indulgere in facili catastrofismi, accanto a zone nelle quali la scarsità di acqua è un fattore endemico – penso, in particolare, alla fascia dell’Africa Settentrionale – oggi ci misuriamo con un incremento significativo del processo di desertificazione; con il calo di disponibilità idrica, anche a fronte della crescita della popolazione mondiale; con un aumento dei consumi nell’attività produttiva; con l’inquinamento che ne frena, quando non ne impedisce l’utilizzo; con problemi di raccolta e di distribuzione che degenerano in sprechi, espressione di una politica sociale che non considera il dovere e la necessità di economizzare questo bene essenziale.
In questo scenario conservano tutto il loro peso i processi di privatizzazione, che vedono poche multinazionali trasformare l’acqua in affare, a detrimento dell’accesso alle fonti e quindi dell’approvvigionamento, con conseguente perdita di autonomia da parte degli enti governativi.
Il tema va affrontato dalla comunità internazionale, per un uso equo e responsabile di questa risorsa, bene strategico – l’oro blu! – attorno al quale si gioca una delle partite decisive del prossimo futuro. Richiede un impegno comune, che sappia orientare le scelte e le politiche per l’acqua, concepita e riconosciuta come diritto umano, come bene dalla destinazione universale.
L’Italia, fra l’altro, è tra i più grandi produttori e consumatori al mondo di acqua in bottiglia, con cifre in costante aumento, a beneficio di un’industria che diventa speculativa, quando si assicura enormi fatturati grazie a concessioni rilevate a prezzi irrisori.
A dire quanto queste problematiche tocchino la sensibilità comune, la Corte Costituzionale ha ammesso a referendum due quesiti, sui quali il popolo italiano sarà chiamato ad esprimersi nel prossimo mese di giugno: il primo riguarda la privatizzazione dell’acqua, le modalità di affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica; il secondo la determinazione della tariffa del servizio idrico integrato, in base all’adeguata remunerazione del capitale investito.
A tutto ciò è doveroso aggiungere una riflessione sul nostro stile di vita individuale, spesso poco incline a riconoscere l’importanza di educarsi e di educare ad un uso attento, sobrio e consapevole di beni che ci sono stati affidati perché li custodiamo quali doni preziosi, meritevoli di attenta cura; risorse essenziali, da rispettare e condividere secondo giustizia, avendo a cuore anche il futuro del nostro pianeta.
Il discorso sull’acqua, a ben vedere, ci porta veramente lontano, fino a farci sentire tutta l’urgenza di una diversa cultura, che porti anche a politiche diverse, attente a salvaguardare l’accesso a questo bene comune non mercificabile, capaci quindi di sostenerne una gestione che ne garantisca a tutti la distribuzione.
In questa luce, la Chiesa plaude ad ogni iniziativa volta a sensibilizzare sulle tematiche ambientali, causa per la quale la Conferenza Episcopale Italiana ha istituito anche una Giornata per la salvaguardia del creato, che viene celebrata ogni 1° settembre. La vostra partecipazione attiva a progetti di solidarietà non può, dunque, che incontrare una cordiale approvazione, per le possibilità che date a popolazioni già povere di accedere alle risorse idriche e quindi a condizioni igienico-sanitarie migliori; tanto più che il loro coinvolgimento nella difesa e nella gestione dell’acqua diventa via ad una partecipazione democratica e responsabile della cosa pubblica.
Se è vero che anche i luoghi parlano, l’esempio e l’intercessione di san Francesco d’Assisi ci aiuti a riscoprire il senso di quello sguardo di lode all’Altissimo, espresso nel Cantico delle Creature, al cui centro sta proprio il riferimento a “Sorella acqua”, portatrice di vita e di pace, la quale è «multo utile et umile et pretiosa et casta».
Mariano Crociata
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