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sabato 31 gennaio 2009

Verbale n. 62

Il giorno 28 del mese di gennaio dell'anno 2009 il comitato si riunisce alle ore 18.00.
La discussione è incentrata sulla scioccante notizia, appresa il giorno 26 dal TG locale e riportata l'indomani a mezzo stampa, secondo la quale Saverio Safina, caro, affettuoso e stimato amico sarebbe inspiegabilmente scomparso dopo essersi imbarcato a Palermo sul traghetto La Suprema di Grandi Navi Veloci, diretto a Genova.

Il fatto, nella sua cruda drammaticità, porta a riflettere e a constatare che con la scomparsa di Saverio Safina la città di Mazara del Vallo perde uno dei personaggi migliori. Uno degli uomini più competenti e preparati che la città abbia mai avuto.

Saverio Safina, a Mazara, instancabilmente e gratuitamente, con suo grande sacrificio intellettuale e economico si è intestato una miriade di iniziative che inspiegabilmente non sono state valutate comprese e apprezzate come meritavano. Come al solito, questa ingrata città rifiuta i figli migliori (ricordiamo Consagra, per il quale tanto si è speso Saverio), non li apprezza, non li valorizza, confermando il “nemo profeta in patria” di antica memoria.

Se la scomparsa è da attribuire a un atto estremo, così come riportato dai mezzi di informazione, è possibile che il peso delle fatiche sterili abbia schiacciato il nostro compianto amico, costretto a verificare giorno per giorno l'inutilità di ogni sforzo e a giungere alla triste consapevolezza dell'inutilità della esistenza stessa. Questa è la sofferenza dei migliori.

Se veramente di atto estremo si tratta, se tale è stato, è da interpretarsi anche come di ribellione e di condanna contro una comunità che non l'ha compreso e apprezzato.

La parentisi, all'interno dei temi oggetto dell'impegno del comitato, è doverosa e testimonia l'apprezzamento e la gratitudine nei confronti di una persona che il comitato ricorda con stima e affetto.

Il dovere, però, costringe a tornare a discutere sui fatti che continuano a verificarsi nella città.

Si è appreso, sempre a mezzo della televisione, che l'imprenditrice Bertolino, titolare della omonima distilleria - dietro sua espressa richiesta, presentata il 10.11.2008 alle autorità amministrative che dirigono questo territorio (regione e comune)- ha ottenuto da un anonimo funzionario della regione siciliana l'autorizzazione a scaricare nel territorio di Mazara del Vallo i fanghi da depurazione provenienti dalla sua produzione industriale.

Detta notizia, considerata nella sua grave essenzialità , induce alle seguenti considerazioni:

1. Perché un'autorità regionale (il funzionario che ha firmato l'atto autorizzativo) ha ritenuto di autorizzare la ditta Bertolino a scaricare i fanghi in questione a Mazara del Vallo e non nel territorio di Partinico, ove la ditta stessa ha i suoi stabilimenti?

2. Per quale motivo la ditta Bertolino, a cui è stato vietato dalle autorità del luogo di scaricare nel territorio di Partinico i fanghi da depurazione, ritenuti dannosi perché inquinanti, ha potuto ottenere l'autorizzazione a scaricarli nel territorio di Mazara del Vallo?

3. Per quale motivo detti fanghi a Partinico sono stati ritenuti dannosi e inquinanti e a Mazara del Vallo sono stati ritenuti non dannosi, anzi, utili alla concimazione dei terreni?

4. Perché l'amministrazione di Mazara del Vallo, informata del pericolo fin dal 1998, non ha ritenuto in tutti questi anni di vincolare la zona, dove la Bertolino intende scaricare i fanghi da depurazione, con precisa destinazione all'approvvigionamento idrico della città , considerato che la falda sottostante è quella che fornisce l'acqua potabile che viene distribuita nella rete idrica comunale?

I comuni, le province, le regioni e lo stato si governano producendo leggi o atti amministrativi. I discorsi a posteriori, anche se coloriti e violenti, come quelli fatti dall'amministrazione, e in particolare dal sindaco, sono quelli di quattro amici al bar, unico luogo dove possono essere ascoltati e apprezzati.

Chi amministra, a livello comunale provinciale, regionale e forse anche nazionale, per le dichiarazioni, e in assenza di atti apprezzabili dal punto di vista formale e utili per la comunità, dimostra di non avere la benché minima cultura di governo e per tale motivo i cittadini, costantemente sono costretti a discutere di queste ingiustizie e di queste sopraffazioni che potrebbero essere evitate, se, al posto di questi parvenu, ci fossero persone culturalmente preparate e adatte all'esercizio della funzione da esercitare.

I cittadini, prima organizzati in partiti, riuscivano a far sentire la loro voce, ora sono costretti a inventarsi i luoghi di aggregazione. I partiti sono scheletri che si reggono a mala pena, giusto per sopportare la campagna elettorale ad ogni scadenza di rito e assicurare ai politicanti di mestiere una delega in bianco.

Le sezioni si aprono solo alla vigilia delle elezioni, per captare voti e, siccome non c'è più alcuna motivazione etica a mettere insieme le persone, il collante è la promessa del soddisfacimento di un interesse individuale o di piccoli gruppi.

E a corrompere la gente è sufficiente anche una pizza.

I candidati non parlano più di programma. I cittadini non chiedono.

Occorre rivedere le nuove regole, che, pur contenendo alcune indicazioni a garanzia, quali la relazione del sindaco ogni sei mesi, di fatto non prevedono una sanzione per la mancata presentazione, e non prevedono verifica su relazioni poco serie, che sembrano uscire dalle mani di un ragioniere. Manca il controllo sugli atti amministrativi e, se si vuole perseguire giustizia, è necessario ricorrere al tribunale amministrativo regionale, con aggravio di ingenti oneri finanziari.

La legge è liberticida.
Ha funzionato nei primi tre anni, tanto che, in questo lasso di tempo, si è pensato, in nome della governabilità, di far nascere il partito dei sindaci.

Nel caso della città di Mazara del Vallo, si constata che il sindaco, come al solito, non si assume le responsabilità, e, per giustificare la sua incapacità amministrativa, la scarica sugli altri. Parla, parla.... nella convinzione che la stragrande maggioranza non è attenta e non lo ascolta, gli altri non capiscono, e i pochi che capiscono non hanno reale potere per contestarlo.

Parlando in modo criptato, indirizza i suoi discorsi agli uomini di potere. Non parla al cittadino.

La realtà è questa.

La seduta è tolta alle ore 20.00.
Il Comitato

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