da greenreport.it
Lombardia: l´acqua resta pubblica grazie alla battaglia dei sindaci contro la Regione
FIRENZE. I sindaci in Lombardia hanno vinto! L’acqua resterà pubblica e le reti non potranno essere messe sul mercato. I 144 amministratori lombardi avevano promosso un referendum contro i contenuti della legge regionale che in sintesi si sposavano bene con i contenuti dell’art.23 bis della legge 133/2008 approvata con il via libera della sinistra parlamentare proprio prima delle vacanze estive, che impone ai comuni di mettere sul mercato le reti idriche entro il 2010.
Ovviamente quanto successo in Lombardia può avere conseguenze anche nel resto del Paese e per questo il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua canta vittoria: «L´iperliberista presidente della Regione ha dovuto prendere atto della profonda opposizione popolare al suo disegno di imporre per legge la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato ed è stato costretto a modificare la legge regionale, riaffermando l´autodeterminazione degli enti locali nella scelta delle modalità di gestione di un bene comune e diritto umano universale come l´acqua».
Ora il Forum dei Movimenti per l’acqua chiede agli Enti locali protagonisti di questa battaglia vinta, un passo ulteriore «chiediamo che si approvino in tutti i Consigli comunali delibere in cui si dichiari l´acqua "bene comune e diritto umano universale" e il servizio idrico integrato come "servizio privo di rilevanza economica"- sottolineano dal Forum- e che si costruiscano dovunque tavoli di lavoro per progettare percorsi partecipativi per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, così come definiti dalla legge d´iniziativa popolare in questi giorni tornata all´esame del Parlamento».
In effetti è necessario costruire dal basso (bottom up) una vera democrazia partecipata dell’acqua che sappia però risolvere i problemi del settore che non riguardano solo il modello di gestione. Prima fra tutti chiarire il rapporto tra regolazione e gestione, tra soggetto controllore e controllato. C’è necessità di un organismo autonomo, competente, che sappia valutare attraverso specifici indicatori di sostenibilità l’efficienza di chi gestisce tenendo conto delle peculiarità della matrice di cui stiamo parlando.
Inoltre è necessario risolvere la questione degli investimenti per le infrastrutture necessarie (la tariffa da sola non li può sostenere) rivedendo anche la normativa. Detto questo però, vista la necessita di un Piano strategico di conservazione della risorsa, accompagnato da investimenti per la manutenzione delle reti e per il miglioramento qualitativo dell’acqua che arriva nelle nostre case e che restituiamo all’ambiente, riteniamo che tale filosofia possa essere condivisa fino in fondo solo da un soggetto pubblico.
greenreport
Newsletter del 29.01.2009
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