Il giorno 10 del mese di dicembre dell'anno 2008 il comitato si riunisce alle ore 18,30.
La riunione, slittata di un giorno rispetto alla cadenza rituale, si apre sulla scorta delle riflessioni maturate all'indomani della seduta consiliare del 4 dicembre del 2008, aperta al contributo dei cittadini e con un solo punto all'ordine del giorno: Relazione dell'Amministrazione Comunale sulla gravissima crisi idrica cittadina - esame - dibattito per la individuazione di iniziative per un'immediata soluzione della stessa.
Si commenta che la relazione non c'è proprio stata, in quanto, dopo l'apertura del presidente del Consiglio e l'intervento del consigliere Pinta - che ha accusato l'amministrazione di avere tenuto all'oscuro il Consiglio - , il sindaco, anziché relazionare, ha goffamente ribattuto e, polemico e sfuggente, in modo confuso e disordinato, con frequenti riferimenti ad antecedenti, ha impiegato tutto il tempo della durata dell'intervento a” incensiarsi” e imbrodarsi di elogi, e ha chiuso senza portare alcuna chiarezza sull'intera vicenda.
Anche il vescovo ha deluso: ci si aspettava che desse seguito alle chiare sollecitazioni di Rosario Lembo - che in occasione della tavola rotonda "Una nuova sobrietà per abitare la terra:L'ACQUA", organizzata dalla diocesi di Mazara del Vallo, invitava ad agire prima dell'affidamento della gestione dell'acqua a società private, in modo da interrompere l'iter che tanti danni ha procurato nelle città dove esso si è concluso - e, invece, è apparso rassegnato alla ineluttabilità della privatizzazione dell'acqua, limitandosi soltanto a richiedere il controllo sulle tariffe del canone.
Sono seguiti interventi di consiglieri e cittadini, i primi poco documentati e solo polemici, i secondi ben documentati, propositivi e agguerriti, in una escalation che ha raggiunto il culmine con l'ultimo intervento che si decide di pubblicare a breve, insieme ad altri stralci della seduta di consiglio.
Dopo aver condiviso le considerazioni sulla seduta consiliare, si commenta che, in definitiva, il lavoro svolto dal comitato è quello che avrebbero dovuto svolgere amministrazione e consiglieri, ai quali ultimi va il merito di aver convocato il consiglio in seduta aperta, ma anche il demerito di non essersi documentati a sufficienza sì da poter avanzare proposte conducenti.
Hanno parlato di istituire una commissione d'inchiesta. Oggi?
A due anni dall'esplosione del "caso nitrati"?
Dove sono stati questi consiglieri in tutto questo tempo? Di cosa si sono interessati?
Ci pensano adesso ad aprire un'inchiesta di tale portata?
E poi, una commissione consiliare, i cui membri sono politici, è nelle condizioni di condurre un'inchiesta che dovrebbe accertare le cause dell'inquinamento chimico che ha rovinato le falde dalle quali si emunge l'acqua che viene giornalmente utilizzata dai cittadini mazaresi?
E ancora, vista la rilevanza penale del fatto, per quale motivo il consiglio o l'amministrazione comunale non hanno ritenuto più correttamente di investire del problema l'autorità giudiziaria competente per territorio, che, avendone la possibilità, avrebbe potuto con più celerità accertare le cause e l'entità dell'inquinamento in questione e, senza ulteriori e inutili rinvii, perseguire i responsabili?
E, inoltre, all'apice dell'assurdo, perché il consiglio discute su fatti che già sono stati oggetto di approfondito studio da parte della Regione Siciliana? E’ di dominio pubblico, essendo stato realizzato il 3 ottobre 2008 a Trapani un convegno dal titolo " IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE IN SICILIA", organizzato dall'Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque ( oggetto del convegno era la presentazione del Piano, nella sua impostazione e struttura, con particolare riferimento al Sistema idrografico "Trapani Marsala" (bacini Lenzi-Forgia, Birgi, Arena-Modione, Isole Egadi e Pantelleria), a cura dell'Ing. Cecilia Corrao -Sogesid Sez. Palermo. -vai a post Verbale n.50- ), che la Regione Siciliana è intestataria di un approfondito, accurato e prezioso lavoro di indagine, durato oltre tre anni, a seguito del quale incontestabilmente risultano individuate le cause dell'inquinamento e indicate le possibili soluzioni per risolvere e combattere il perpetuarsi del superamento dei limiti di legge nella concentrazione di nitrati presente nell'acqua.
I consiglieri comunali sono delegati dai cittadini a risolvere i problemi che travagliano la collettività e questi consiglieri avrebbero dovuto documentarsi, studiare le questioni che assillano i cittadini e risolverle, utilizzando le loro competenze o facendosi collaborare alla bisogna da tecnici, enti, università, istituti di ricerca.
Essi, invece, a tre anni dalla scoperta del grave problema dell'inquinamento dell'acqua erogata ad uso potabile, hanno ritenuto di nominare una commissione di inchiesta che serve solo a perdere ulteriore tempo e a ingannare i cittadini, dando ad intendere che istituire una commissione equivale alla soluzione del problema.
E’ soltanto un'altra inutile spesa per i cittadini e, come al solito, il perpetuarsi dell'inganno, la spesa per la spesa. Nulla di nuovo sotto il sole.
Questa è gente che nell'interesse della città e dei cittadini non risolverà mai nulla, come il tempo fino ad oggi ha dimostrato. Siamo punto e daccapo.
Ma davvero si deve aver a che far con questa gente?
E’ necessario uscire dal vicolo cieco in cui la città si trova per aver subìto sindaci e programmi elettorali imposti, invitando i cittadini ad assumere il protagonismo almeno nell'elaborazione del programma, così da ribaltare l'iter che porta alle elezioni con un rituale che fa del cittadino uno spettatore e dei politici degli attori in un palcoscenico in cui si recita una farsa e a luci spente poi comincia la tragedia.
Se ne riparla anche per illustrare l'idea a chi non è stato presente alle precedenti sedute, con il quale si condivide che la città non potrebbe più sopportare una consiliatura ai livelli di quella attuale.
Il programma che un cittadino responsabile potrebbe elaborare, non è un'accozzaglia di interventi sulla città, pensati per l'effetto sull'elettorato, ma un insieme di obiettivi a medio e lungo termine, ordinato in vista del raggiungimento di fini definiti a seguito di un'attenta analisi dei bisogni della città, che sicuramente non prescindono dalla moralizzazione, dalla riconsiderazione del valore del denaro, dal contrasto al consumismo, dalla cultura, affinché finalmente si interrompa l'esodo delle migliori intelligenze e l'apartheid degli intellettuali e degli onesti.
Sarà difficile? Sarà possibile?
Un'idea, anche la più lungimirante può avere la forza di innescare un cambiamento. I fabbri una volta avevano solo un banchetto, un mantice e carbone inerte e da questi poveri attrezzi riuscivano a creare oggetti che ancora oggi sono ritenuti opera d'arte.
Su un'idea deve nascere aggregazione, lo si deve fare per la propria coscienza, per i figli e per il futuro della città.
Basta con l'ascoltare il pifferaio magico di turno che fino ad oggi ha agito nel suo esclusivo interesse, determinando questo stato di cose. Chi oggi si ripresentasse nelle stesse vesti, con la stessa intenzione, sempre e a tutti i costi con il medesimo inganno per perpetuare il potere che ha esercitato a danno della città, non abbia partita vinta!
La seduta si chiude alle ore 20.00.
Il Comitato
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