Messi in giro i primi volantini, la campagna di sensibilizzazione sui pericoli della privatizzazione dell'acqua ha camminato sulle gambe dei primi cittadini che li hanno avuti tra le mani e si è diffusa a macchia d'olio. Non è stato necessario spendere molte parole: parlare di Ato e di privatizzazione e sentirsi raccontare di piccoli e grandi disservizi o di aggravio fiscale è stato un tutt'uno.
Così “ La settimana dell'acqua”, avviata il 30 marzo, è cresciuta nelle mani dei cittadini e da semplice volantinaggio, è diventata una raccolta di firme grazie al suggerimento, colto al volo, di una cittadina consapevole e attiva. Al testo del volantino sono state aggiunte 32 righe, che subito si coprono di 32 firme. C'è chi lo ristampa a sue spese e lo fa circolare.
Muoversi a favore di qualcosa che obiettivamente è utile a tutti facilita l'azione e il concorso nell'azione.
Non c'è persona che vorrebbe l'Ato Idrico dopo l'esperienza dell'Ato Rifiuti.
È cresciuta una diffidenza tale verso la privatizzazione dei servizi pubblici che supera per gravità anche il giudizio negativo sull'attuale amministrazione locale a proposito della disastrata gestione dell'emergenza idrica che ha colpito la città dopo l'esplosione del “caso nitrati”.
Si coglie, sì, la rabbia dei cittadini, che in tutto questo tempo hanno registrato il disinteresse dell'amministrazione verso la ricerca delle cause dell'inquinamento della falda e il disservizio nell'erogazione idrica (ora che quantomeno la concentrazione di nitrati si è abbassata), ma tuttavia è chiaro a chiunque che una nuova amministrazione e la ristrutturazione dell'ufficio acquedotto possono benissimo garantire il servizio senza aggravio di spesa per i cittadini, mentre la migliore società che ne venisse incaricata per tutto l'Ambito Territoriale, dovendo, ovviamente, ricavarne un utile, farebbe pagare cara e amara l'acqua.
E inoltre, se non bastasse l'esperienza direttamente vissuta a seguito dell'istituzione dell'Ato Rifiuti, la notizia dei danni che subiscono i cittadini dei comuni che hanno dovuto privatizzare l'acqua è sufficiente a fare alzare il livello di guardia a tutti i cittadini.
Infatti, sebbene la stampa ufficiale raramente riporti le proteste che hanno segnato la storia degli Ato in Italia e, in questi ultimi mesi in Sicilia con modalità abbastanza efficaci e “vivaci”, (basti ricordare i menfitani che hanno minacciato di sparare con pistole ad acqua sul commissario che osasse solcare la soglia del palazzo municipale per impossessarsi delle chiavi del servizio idrico), le notizie per fortuna circolano ugualmente, sia attraverso la rete costituita dai vari comitati e movimenti che tramite internet. E i cittadini si responsabilizzano e si attivano.
Lunedì 6 aprile si concluderà la settimana dell'acqua e già si parla di chiamarla “ PRIMA SETTIMANA DELL 'ACQUA”, infatti si procederà per tutta la prossima con il coordinamento di tutte le associazioni, ambientaliste e no, in vista di uno schieramento di opposizione all'Ato Idrico che sortisca l'effetto di convincere il sindaco a convocare il consiglio comunale e giungere ad una delibera nella quale venga riconosciuto “ anche nello Statuto Comunale, che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio essenziale per garantire l'accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, e la cui gestione va, quindi, attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D. Lgs n. 267/2000.”*
*dal disposto della segreteria nazionale del Forum per gli Enti Locali
Verbale n.70(informale)
((Gli impegni assunti hanno fatto saltare la riunione settimanale di mercoledì 1 aprile. Le riflessioni di cui sopra sono il frutto di incontri informali e contatti telefonici)
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