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mercoledì 18 febbraio 2009

Verbale n.64

Il giorno 11 del mese di febbraio dell'anno 2009 il comitato si riunisce alle ore 18.00.
Si torna a discutere dell'inquinamento chimico della falda, per rilevare che esso ha origini diverse. Infatti, da un attento esame delle notizie raccolte, sembra che l'inquinamento in questione sia da addebitare - così come del resto risulta dallo studio effettuato, per conto della regione siciliana, dalla Sogesid - , in prevalenza, all'esercizio sconsiderato delle colture intensive presenti nel territorio e, in particolare, nelle zone prossime ai pozzi dai quali si emunge l'acqua che poi viene distribuita a mezzo delle rete idrica comunale.

Dallo studio della Sogesid , che in massima parte questo comitato condivide, è emerso anche che alla prima causa in questo studio indicata, è da aggiungere l'indiscriminato scarico in territorio di Mazara del Vallo di residui da trasformazione e da lavorazione industriale.

Della suddetta concausa si è avuta notizia attraverso i mass media che puntualmente, nel tempo, hanno riportato la cronaca dei procedimenti giudiziari discussi contro ditte ben individuate presso i tribunali di Marsala e Mazara.

Inoltre, la città di Mazara del Vallo non è servita per intero da una idonea rete fognante per lo scarico delle acque nere e non è funzionante il depuratore. Quartieri interi, quindi, scaricano senza controllo direttamente in pozzi neri non adeguati alla normativa.

Le zone in questione sono quelle che presentano nelle acque potabili una altissima percentuale di nitrati, a cui pare si sia aggiunta una altissima percentuale di inquinanti di origine biologica.

La zona di Trasmazzaro, la zona di Tonnarella, la zona di contrada Bocca Arena e quella che va fino a Torretta - tutte densamente popolate, specialmente nei mesi estivi - sono totalmente prive di fognatura. Gli insediamenti ivi esistenti sono, per quanto riguarda gli scarichi, gestiti da privati, i quali si adattano scaricando nei pozzi neri che nella maggior parte dei casi sono a perdere.

Questa situazione comporta, per la natura calcarea del terreno, friabile e permeabile, il percolare delle sostanze inquinanti, sia chimiche che batteriologiche, fino a raggiungere la falda.

Per affrontare, quindi, in modo serio il problema e risolverlo è necessario che le autorità preposte al controllo e preposte alla garanzia della salubrità dell'ambiente, e in particolare dell'acqua, vigilino sui fenomeni sopra indicati quali concause dell'inquinamento e impongano agli agricoltori, ai titolari delle ditte e ai privati il corretto comportamento e il rispetto delle norme che regolano la materia e sanzionino, nell'eventualità anche coattivamente, coloro che rifiutano di adeguarsi.

Si spera che gli amministratori avvertano, aiutati anche dalla lettura del presente verbale, la necessità di agire con urgenza, risolvendo in tal modo il problema ed evitando che lo stesso diventi, col trascorrere del tempo, irrisolvibile e quindi più pericoloso per la salute dei cittadini.

Il comitato fa presente che un buon amministratore è colui che ha la capacità di individuare i problemi nella loro entità e, in assenza di sua capacità tecnica, si fa collaborare da esperti qualificati, capaci di dare le soluzioni più idonee a risolvere i problemi.

La modestia non è un difetto. Il riconoscimento dei propri limiti nell'affrontare i problemi individuati è piuttosto un pregio.

Questi amministratori non sono unti dal signore, anche se immodestamente si ritengono “padri eterni”.
La seduta è tolta alle ore 20.10.
Il Comitato

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