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sabato 22 novembre 2008

Gela verrà risarcita per danni ambientali

Il Consiglio vira sull’ambiente

Questa volta l’Assemblea civica fa sul serio. Bisognerà attendere gli sviluppi futuri sulle risposte e iniziative che verranno poste in essere dall’Eni e dal Ministero dell’Ambiente per potere affermare che Gela sarà risarcita per i danni e i malanni provocati dalla presenza dell’industria petrolchimica. Intanto, in questa prima fase c’è un verdetto unanime del Consiglio comunale che trova la stessa amministrazione sulla stessa lunghezza d’onda. Crocetta di ritorno dalla sua missione romana che lo ha visto in contatto con gli alti funzionari del Ministero dell’Ambiente, ha fatto subito sapere che molto presto sarà avviata un’azione risarcitoria nei confronti della Raffineria per i danni accertati al territorio gelese. Ci sarà da esperire un’approfondita indagine sull’inquinamento che non si vede, quello più subdolo che si insinua sotto terra tra le falde e sulle polveri che col tempo si sono depositate nella piana e nel fondo marino. Una difficile ricerca delle prove per inchiodare la Raffineria alle sue responsabilità e potere così fruire degli indennizzi giusti e riparatori per quelle famiglie colpite da lutti.
Sono tante le morti di persone che avevano lavorato all’impianto di clorosoda dismesso nel ’94, tanti i morti per tumore ai polmoni, alla vescica, tanti i bimbi malformati. Non si parla di disastro ecologico, ma siamo quasi a questi livelli. Si stenta ancora ad avere un monitoraggio ed il libro dei tumori nonostante il grido di allarme lanciato dagli ambientalisti e da Antonio Rinciani che presiede un’associazione di genitori di bimbi malati.
Il sindacato si muove con prudenza data la delicatezza del problema. Non è una decisione scontata quella di mettere al bando l’utilizzo del pet coke per fare marciare la megacentrale elettrica. Per una eventuale riconversione dell’impianto occorrerà predisporre un piano industriale che preveda un altro combustibile (possibilmente il metano) per fare marciare la centrale.
Intanto il confronto con l’Eni richiesto dal Consiglio comunale servirà a chiarire tutti gli aspetti di questa triste e allarmante vicenda legata all’inquinamento ed ha trovare soluzioni accettabili nell’interesse del nostro territorio. Per ottenere il massimo occorrerà ricercare linee unitarie tra Consiglio, Giunta, sindacato, ambientalisti.
E’ chiaro che anche la Provincia per le sue competenze dovrà fare la sua parte e muoversi in sintonia. Si tratterà della solita impennata d’orgoglio o questa volta si fa sul serio? Ce lo auguriamo nell’interesse dei nostri figli e nipoti. Ma veniamo ad una sintesi della seduta di lunedì 17 novembre dove si è parlato di ambiente e so è deciso all’unanimità di dire no al pet coke utilizzato dalla Raffineria per produrre energia elettrica. La richiesta unanime è stata di invitare i signori dell’Eni a rispondere alle tante domande che il Consiglio ha da far loro.
Ad aprire i lavori è stato il vice presidente Dionisio Nastasi ha illustrato il lavoro fatto dalla Commissione ambiente ed i passi che si accinge a fare riguardo ai controlli dell’inquinamento al Petrolchimico. Tanti gli interventi registrati.
Paolo Cafà (DeS) ha sostenuto la tesi che la battaglia va fatta assieme all’amministrazione e che la seduta andava chiusa con l’approvazione di un documento bipartisan. Cosa che poi è avvenuta. Lucio Greco (Pdl) non è stato tenero con la Raffineria ma anche duro con l’Amministrazione di cui non si sa se ha avviato indagini conoscitive. Ha puntato il dito contro l’Eni e si è chiesto chi mai ha controllato se gli investimenti annunciati sono stati effettivamente realizzati. Ha parlato quindi di un grosso potere contrattuale che occorre costruirsi intraprendendo un’azione forte contro l’Eni. Anche la Cassarà si è dichiarata concorde nell’invitare gli interlocutori in aula consiliare per confrontarsi con i rappresentanti del popolo. Ha sostenuto la necessità di essere più pragmatici e di votare all’unanimità un documento forte. Una frecciatina a Lucio Greco che aveva elogiato l’operato del giudice Sutera Sardo intervenuto con mano pesante per la difesa della salute dei cittadini e che ora abbiamo perso. “Non dobbiamo essere nostalgici – ha replicato la Cassarà – non abbiamo perso nulla. In procura ci sono altrettanti bravi magistrati”.
Peppe Ventura (Pd) ha sostenuto di dovere fare una grossa rivoluzione per risolvere il problema dell’inquinamento, stabilire un calendario delle azioni da intraprendere e dare un termine alla Raffineria per la bonifica del territorio. Oltre a redigere dei documenti occorre anche essere consequenziali.
Trainito (Pdl) ha detto che occorre cambiare mentalità, dare un seguito al documento che si andrà ad approvare e invitare subito i nostri interlocutori assieme alle associazioni ambientaliste ed ai sindacati. Insistere sul risarcimento alle famiglie ed ai genitori dei bambini malformati.
Il socialista Rinciani che aveva lanciato l’allarme nel 2002, era stato accusato dai suoi stessi colleghi di fare allarmismo ingiustificato ed ora i fatti gli danno ragione. Anche lui si è dichiarato d’accordo ad invitare i dirigenti della Raffineria per un confronto pubblico e per conoscere ciò che intendono fare.

Autore : Nello Lombardo

da Corriere di Gela online

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