Il giorno 18 del mese di novembre dell'anno 2008 il comitato si riunisce alle ore 18,30.
Si analizza il risultato del primo approccio con il presidente di una società che gestisce una catena di supermercati, al quale è stata richiesta la collaborazione per avviare in città una campagna di educazione allo sviluppo sostenibile.
Le proposte illustrate sono state favorevolmente valutate e sulla base delle intese raggiunte si pensa che sarà possibile definire il progetto in un nuovo incontro già programmato.
Si passa, quindi, al tema che da due anni è costante per il comitato e cioè la presenza dei nitrati nell'acqua in distribuzione nelle zone di Tonnarella e Trasmazzaro.
Si ascolta la testimonianza del proprietario di un terreno sul quale passerà la condotta, il quale riferisce che gli è stato chiesto il permesso di posa in opera della tubazione. Siamo dunque in fase di realizzazione, ed è passato un anno dalla proroga della deroga, due anni dalla deroga e molti di più da quando il fenomeno è noto agli “addetti ai lavori”.
Si lavora a rilento, passa il tempo e i cittadini dimenticano che c'è un problema, un problema serio. La stampa sembra concorrere a far dimenticare quando titola “Lavori per aumentare la portata d'acqua potabile”* invece di esplicitare, quanto meno nell'articolo, che questa acqua potabile serve per miscelarla con quella non potabile e far abbassare la concentrazione di nitrati (che è quanto crede di poter fare l'amministrazione). Ma naturalmente non è utile far ricordare il pericolo che ancora corrono i cittadini utilizzando acqua inquinata.
Si parla di raddoppio della linea, si chiedono permessi per l'attraversamento dei tubi della nuova condotta, ma intanto si è pensato a riparare le perdite nella rete idrica?
Si segue la strada di aprire nuovi pozzi per trovare acqua con la quale diluire quella inquinata e non si approfondisce la ricerca delle cause che hanno determinato il fenomeno.
È soltanto l'agricoltura intensiva a determinare la forte presenza di nitrati nella falda o contribuiscono anche i reflui delle cantine?
Tutte domande di buon senso, ma non se le pongono gli amministratori.
Sempre di più si pensa, come comitato, alla necessità, all'urgenza di cavalcare l'ostacolo rappresentato dalle candidature imposte, imponendo ai candidati il programma, il programma elaborato da tante teste, quelle di tutti i cittadini.
Se non è troppo tardi, è il caso di avviare un sondaggio sulle questioni più salienti, per definire le grandi linee sulle quali operare le scelte e, su queste, due o tre opzioni per arrivare alla stesura di due, tre programmi da sottoporre a nuovo sondaggio e, dopo tutte le limature possibili, giungere alla definizione del programma maggiormente condiviso fra i cittadini, da sottoporre in incontri pubblici ai candidati. Chi dimostrerà di condividere più punti del programma, potrà ottenere i voti dei cittadini.
Siamo in un momento di vero stallo, dalla ormai lontana e dimenticata primavera, che svegliò la speranza dei cittadini, molti passi indietro sono stati fatti ed oggi ripartire significa ricominciare da zero.
Il progetto del programma ha bisogno di un percorso, un'analisi dei punti di forza e dei punti di debolezza di questa città, e si dovranno trovare le persone competenti per farlo, veri professionisti.
In fondo i cittadini chiedono cose essenziali, servizi fondamentali, a partire dall'acqua, giusto per toccare il problema più scottante.
Non gliene importa nulla delle inutili opere pubbliche, realizzate senza un programma organico di sviluppo, solo per spendere, spendere, spendere.
La spesa finalizzata solo a se stessa è il solo scopo di questa amministrazione.
Il comune di Mazara del Vallo, per opera di questi amministratori, ha contratto nei confronti della Cassa Depositi e Prestiti e nei confronti della BNL debiti per un ammontare che non può che essere definito astronomico. Ma questo non basta. A soli fini elettorali, l'amministrazione ha ritenuto, con una operazione dissennata, di rilevare i carrozzoni dell'ex IPAB (S. Agnese e S. Agostino), assumendo in carico non solo tutto il personale, inutile per il comune, ma anche tutti i debiti che questi fallimentari enti avevano contratto nella loro fallimentare amministrazione. Conseguenza l'ulteriore aggravio del bilancio comunale.
La somma di tutte queste operazioni, compreso il mancato rispetto del patto di stabilità, ripetuto negli anni, fa intravedere all'orizzonte per la città la dichiarazione di un sicuro dissesto economico, con la naturale conseguenza che a ripianare i debiti dovranno essere i cittadini incolpevoli, sui quali graverà il raddoppio delle tasse comunali. Come se già non pesassero troppo, considerato il poco o il niente in beni e servizi forniti!
Perché questa disastrata città, per colpa delle dis-amministrazioni che si sono susseguite, dai fasti di una volta non precipiti verso il limite prossimo di ultima città della provincia, per qualità di vita e assenza di prospettive di sviluppo, occorre sapere dove vanno a finire tutti soldi dei mazaresi, chiedersi se è normale che per i dipendenti si spenda il 70% del bilancio comunale, e rimanga così poco per servizi essenziali e gli investimenti vitali.
Bisogna cominciare a ragionare su queste cose. Chiedere la pubblicizzazione del bilancio comunale, come si fa in altri comuni e in tutte le aziende pubbliche e private. Ottenere la trasparenza anche a costo di caricarsi dell'onere di accedere alle informazioni e renderle pubbliche.
Attivarsi per creare un punto di riferimento, intercettando i giovani, i trentenni che sembrano scomparsi.
Il comitato intende seminare, ma prima di seminare, preparare il terreno.
Se lo sforzo, non sarà sufficiente, sarà da dire, “Non ci resta altro che piangere” utilizzando, come anticipo profetico, il titolo di un noto film di Massimo Troisi.
La seduta e' tolta alle ore 21,00
*Giornale di Sicilia domenica 16 novembre 2008
Nessun commento:
Posta un commento