In tutta Italia si vanno diffondendo i distributori di prodotti alla spina. Un modo di fare la spesa che fa bene all’ambiente e aiuta a risparmiare.
Prodotti alla spina: meglio per noi, e meglio per l’ambiente
All’estero sono una realtà già da diversi anni, in Italia hanno appena cominciato ad affermarsi. Sono i prodotti alla spina.
Un’abitudine pressoché estinta con l’avvento della grande distribuzione e la diffusione dei prodotti preconfezionati che la crisi economica e i problemi ambientali ha fatto tornare di grande attualità.
Ricorda infatti Ferrara Blog:
Acquistare prodotti sfusi, solo lo stretto necessario, per risparmiare e ridurre gli sprechi. Quello che una volta rappresentava un sistema “comune” di fare la spesa, e che forse in pochi ricordano, sta ritornando all’interno dei nostri supermercati e ipermercati come un modo nuovo, innovativo, ma soprattutto ecologico, di fare acquisti. Se simile è la modalità, molto diverso, oggi, è invece lo scopo. Perché accanto alle difficoltà economiche che i consumatori italiani stanno incontrando negli ultimi tempi, chi vuole operare nel mercato della distribuzione in maniera responsabile non può non considerare anche l’impatto che il proprio agire ha sull’ambiente.
I vantaggi di questo tipo di distribuzione sono molteplici. Ci guadagnano gli acquirenti, che non devono pagare il prezzo della confezione, l’imballaggio, il trasporto e lo stoccaggio. Ci guadagno le aziende, ci guadagnano i distributori, e soprattutto ci guadagna l’ambiente.
La Rete Nazionale Rifiuti Zero riporta i dati emersi al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione:
Oltre la metà dello spazio della pattumiera nelle case è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40 per cento della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. L’agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, che si moltiplicano anche per effetto delle strategie di marketing che puntano molto sulle confezioni per favorire le vendite, e a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose.
Mondocasa Blog riporta quello che è successo nel Lazio, nel periodo successivo all’installazione di 12 distributori di detersivo alla spina:
Quasi 27.000 kwh di energia risparmiata, 2.484 kg di anidride carbonica non emessa, 4.458 metri cubi di acqua non consumata e 18.579 bottiglie di plastica non utilizzata. [...]
Una scelta che coniuga risparmio economico (visto che il prezzo medio di un prodotto sfuso è di solo 1 euro) e rispetto per l’ambiente. Circa il 60% dei consumatori che hanno acquistato detersivo alla spina, infatti, hanno utilizzato lo stesso flacone, per la cui produzione, in media, occorre impiegare ben 239 litri d’acqua, 1,46 kWh d’energia, mentre l’emissione di anidride carbonica è pari 133,9 grammi.
Anche in Umbria i risultati sono piuttosto incoraggianti. Scrive TuttOggi:
Sono 14.382 i litri di detersivi alla spina venduti in Umbria nei primi mesi di attuazione del progetto per la riduzione dei rifiuti alla fonte. Le oltre 3mila 650 ricariche effettuate dagli acquirenti testimoniano che un quarto dei cittadini che hanno utilizzato il prodotto sono tornati al supermercato con il flacone vuoto per riempirlo di nuovo. In termini ambientali, l’iniziativa ha consentito di produrre 3mila 663 flaconi di plastica in meno e di risparmiare 219,78 kg di plastica e 122,53 kg di cartone per l’inscatolamento, equivalenti a circa 613 kg di anidride carbonica non emessa in atmosfera, 9,45 mwh non utilizzati di energia e 920 mila litri d’acqua non necessari per la produzione.
I primi a diffondersi in Italia sono stati i distributori di latte fresco. Riporta Sottovoce.360
Il latte è sempre lo stesso. Il prezzo, però, cambia ad ogni passaggio, salendo - secondo la Coldiretti - di oltre il 240% dal produttore a chi consuma. La causa sono i passaggi intermedi, come confezionamento e pastorizzazione, che ne fanno più che triplicare il prezzo. Non sorprende così che torni la domanda per il latte delle nonne, quello sfuso e crudo di cui si diceva un gran male in passato. E che oggi, invece, si fa largo nelle città italiane, dove aumentano di giorno in giorno i distributori di latte alla spina. Magari da associare alle verdure acquistate nei mercati che da poco i contadini stanno aprendo nelle città. Il boom del latte alla spina è un fenomeno dalle cause molteplici. C’è chi sostiene abbia più gusto, poiché ricco di grasso non omogeneizzato. Altri, invece, lo spiegano con le ragioni dell’ecologia, aiutata evitando molti passaggi di imbottigliamento. Il motivo principale sembra, però, quello economico.
Comprare il latte crudo ad uno degli oltre 750 punti vendita distribuiti in tutta Italia costa un euro al litro (un euro e venti per quello biologico), oltre il 30% in meno del prezzo di 1,49 euro che, in media, viene segnato nei supermercati.
Ma oltre ai liquidi molti altri prodotti possono essere venduti sfusi: pasta, legumi, olio, zucchero..le possibilità di espansione di queste iniziative sono preossoché infinite. Per chi volesse cercare il punto vendita di prodotti alla spina più vicino a casa propria, Ecoalfabeta propone un elenco di punti vendita sia per gli alimentari che per i detersivi e Blogeko riporta il link alla mappa della Ecologos. Per i distributori di latte alla spina c’è Milkmaps, mentre per i prodotti ortofrutticoli si può consultare il sito di Campagna Amica. E se vicino a voi non è ancora presente un punto vendita, potete scrivere alle catene della grande distribuzione per chiedere che venga attivato. Maggiore sarà l’interesse visibile e più probabilità ci saranno che questo tipo di iniziative abbiano un seguito.
Tag correlate: ambiente, detersivi, ecologia, grande distribuzione
Post pubblicato da: Tostoini il 06 Novembre 2008 - 24 posts su Liquida magazine.
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Tags: ambiente, detersivi alla spina, ecologia, grande distribuzione, latte alla spina, prodotti sfusi, rifiuti
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