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sabato 31 gennaio 2009

Mazara terra di conquista

Riceviamo e pubblichiamo

Dopo anni di continue lamentele e proteste, di noi cittadini verso le istituzioni, perché sostenevamo che ci avevano depredato di tutti gli uffici pubblici, ( vedi Ufficio di Registro, Catasto, Ente Riforma Agraria, Ufficio imposte, Tribunale, Uffici riscossione tributi, Consorzi,ecc…), finalmente sia la Regione che la Provincia, hanno dimostrato che la città di Mazara merita una grande attenzione, quasi a farla diventare il Centro. Ma di che?; Con un'ordinanza siamo diventati il centro più grosso della provincia per il conferimento della spazzatura RSU presso le nostre discariche di ben nove comuni. Mentre con un'ordinanza regionale, siamo diventati il centro dove è stato permesso alla ditta Bertolino di scaricare i residui di lavorazione in C/da San Nicola. Che vogliamo di più?

Biagio Hopps



Non ci resta che pregare data l'inerzia dei nostri rappresentanti politici, con l'unico santo che ci può ascoltare.



Santu Vitu di Mazara

Cu lu vrazzu 'nnarripare;

E lu populu divotu

Di nni scanza di terremotu;

E lu populu dilettu

Di unni scanzi d'ogni 'nfettu;

Via priamu cu cori piu

Di unni scanzi d'ogni castiu;

Tutti a vui facemu festa

Di unni scanzi d'ogni timpesta.

Verbale n. 62

Il giorno 28 del mese di gennaio dell'anno 2009 il comitato si riunisce alle ore 18.00.
La discussione è incentrata sulla scioccante notizia, appresa il giorno 26 dal TG locale e riportata l'indomani a mezzo stampa, secondo la quale Saverio Safina, caro, affettuoso e stimato amico sarebbe inspiegabilmente scomparso dopo essersi imbarcato a Palermo sul traghetto La Suprema di Grandi Navi Veloci, diretto a Genova.

Il fatto, nella sua cruda drammaticità, porta a riflettere e a constatare che con la scomparsa di Saverio Safina la città di Mazara del Vallo perde uno dei personaggi migliori. Uno degli uomini più competenti e preparati che la città abbia mai avuto.

Saverio Safina, a Mazara, instancabilmente e gratuitamente, con suo grande sacrificio intellettuale e economico si è intestato una miriade di iniziative che inspiegabilmente non sono state valutate comprese e apprezzate come meritavano. Come al solito, questa ingrata città rifiuta i figli migliori (ricordiamo Consagra, per il quale tanto si è speso Saverio), non li apprezza, non li valorizza, confermando il “nemo profeta in patria” di antica memoria.

Se la scomparsa è da attribuire a un atto estremo, così come riportato dai mezzi di informazione, è possibile che il peso delle fatiche sterili abbia schiacciato il nostro compianto amico, costretto a verificare giorno per giorno l'inutilità di ogni sforzo e a giungere alla triste consapevolezza dell'inutilità della esistenza stessa. Questa è la sofferenza dei migliori.

Se veramente di atto estremo si tratta, se tale è stato, è da interpretarsi anche come di ribellione e di condanna contro una comunità che non l'ha compreso e apprezzato.

La parentisi, all'interno dei temi oggetto dell'impegno del comitato, è doverosa e testimonia l'apprezzamento e la gratitudine nei confronti di una persona che il comitato ricorda con stima e affetto.

Il dovere, però, costringe a tornare a discutere sui fatti che continuano a verificarsi nella città.

Si è appreso, sempre a mezzo della televisione, che l'imprenditrice Bertolino, titolare della omonima distilleria - dietro sua espressa richiesta, presentata il 10.11.2008 alle autorità amministrative che dirigono questo territorio (regione e comune)- ha ottenuto da un anonimo funzionario della regione siciliana l'autorizzazione a scaricare nel territorio di Mazara del Vallo i fanghi da depurazione provenienti dalla sua produzione industriale.

Detta notizia, considerata nella sua grave essenzialità , induce alle seguenti considerazioni:

1. Perché un'autorità regionale (il funzionario che ha firmato l'atto autorizzativo) ha ritenuto di autorizzare la ditta Bertolino a scaricare i fanghi in questione a Mazara del Vallo e non nel territorio di Partinico, ove la ditta stessa ha i suoi stabilimenti?

2. Per quale motivo la ditta Bertolino, a cui è stato vietato dalle autorità del luogo di scaricare nel territorio di Partinico i fanghi da depurazione, ritenuti dannosi perché inquinanti, ha potuto ottenere l'autorizzazione a scaricarli nel territorio di Mazara del Vallo?

3. Per quale motivo detti fanghi a Partinico sono stati ritenuti dannosi e inquinanti e a Mazara del Vallo sono stati ritenuti non dannosi, anzi, utili alla concimazione dei terreni?

4. Perché l'amministrazione di Mazara del Vallo, informata del pericolo fin dal 1998, non ha ritenuto in tutti questi anni di vincolare la zona, dove la Bertolino intende scaricare i fanghi da depurazione, con precisa destinazione all'approvvigionamento idrico della città , considerato che la falda sottostante è quella che fornisce l'acqua potabile che viene distribuita nella rete idrica comunale?

I comuni, le province, le regioni e lo stato si governano producendo leggi o atti amministrativi. I discorsi a posteriori, anche se coloriti e violenti, come quelli fatti dall'amministrazione, e in particolare dal sindaco, sono quelli di quattro amici al bar, unico luogo dove possono essere ascoltati e apprezzati.

Chi amministra, a livello comunale provinciale, regionale e forse anche nazionale, per le dichiarazioni, e in assenza di atti apprezzabili dal punto di vista formale e utili per la comunità, dimostra di non avere la benché minima cultura di governo e per tale motivo i cittadini, costantemente sono costretti a discutere di queste ingiustizie e di queste sopraffazioni che potrebbero essere evitate, se, al posto di questi parvenu, ci fossero persone culturalmente preparate e adatte all'esercizio della funzione da esercitare.

I cittadini, prima organizzati in partiti, riuscivano a far sentire la loro voce, ora sono costretti a inventarsi i luoghi di aggregazione. I partiti sono scheletri che si reggono a mala pena, giusto per sopportare la campagna elettorale ad ogni scadenza di rito e assicurare ai politicanti di mestiere una delega in bianco.

Le sezioni si aprono solo alla vigilia delle elezioni, per captare voti e, siccome non c'è più alcuna motivazione etica a mettere insieme le persone, il collante è la promessa del soddisfacimento di un interesse individuale o di piccoli gruppi.

E a corrompere la gente è sufficiente anche una pizza.

I candidati non parlano più di programma. I cittadini non chiedono.

Occorre rivedere le nuove regole, che, pur contenendo alcune indicazioni a garanzia, quali la relazione del sindaco ogni sei mesi, di fatto non prevedono una sanzione per la mancata presentazione, e non prevedono verifica su relazioni poco serie, che sembrano uscire dalle mani di un ragioniere. Manca il controllo sugli atti amministrativi e, se si vuole perseguire giustizia, è necessario ricorrere al tribunale amministrativo regionale, con aggravio di ingenti oneri finanziari.

La legge è liberticida.
Ha funzionato nei primi tre anni, tanto che, in questo lasso di tempo, si è pensato, in nome della governabilità, di far nascere il partito dei sindaci.

Nel caso della città di Mazara del Vallo, si constata che il sindaco, come al solito, non si assume le responsabilità, e, per giustificare la sua incapacità amministrativa, la scarica sugli altri. Parla, parla.... nella convinzione che la stragrande maggioranza non è attenta e non lo ascolta, gli altri non capiscono, e i pochi che capiscono non hanno reale potere per contestarlo.

Parlando in modo criptato, indirizza i suoi discorsi agli uomini di potere. Non parla al cittadino.

La realtà è questa.

La seduta è tolta alle ore 20.00.
Il Comitato

Vittoria dei sindaci in Lombardia. L'acqua resta pubblica

da greenreport.it

Lombardia: l´acqua resta pubblica grazie alla battaglia dei sindaci contro la Regione

FIRENZE. I sindaci in Lombardia hanno vinto! L’acqua resterà pubblica e le reti non potranno essere messe sul mercato. I 144 amministratori lombardi avevano promosso un referendum contro i contenuti della legge regionale che in sintesi si sposavano bene con i contenuti dell’art.23 bis della legge 133/2008 approvata con il via libera della sinistra parlamentare proprio prima delle vacanze estive, che impone ai comuni di mettere sul mercato le reti idriche entro il 2010.

Ovviamente quanto successo in Lombardia può avere conseguenze anche nel resto del Paese e per questo il Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua canta vittoria: «L´iperliberista presidente della Regione ha dovuto prendere atto della profonda opposizione popolare al suo disegno di imporre per legge la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato ed è stato costretto a modificare la legge regionale, riaffermando l´autodeterminazione degli enti locali nella scelta delle modalità di gestione di un bene comune e diritto umano universale come l´acqua».

Ora il Forum dei Movimenti per l’acqua chiede agli Enti locali protagonisti di questa battaglia vinta, un passo ulteriore «chiediamo che si approvino in tutti i Consigli comunali delibere in cui si dichiari l´acqua "bene comune e diritto umano universale" e il servizio idrico integrato come "servizio privo di rilevanza economica"- sottolineano dal Forum- e che si costruiscano dovunque tavoli di lavoro per progettare percorsi partecipativi per la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato, così come definiti dalla legge d´iniziativa popolare in questi giorni tornata all´esame del Parlamento».

In effetti è necessario costruire dal basso (bottom up) una vera democrazia partecipata dell’acqua che sappia però risolvere i problemi del settore che non riguardano solo il modello di gestione. Prima fra tutti chiarire il rapporto tra regolazione e gestione, tra soggetto controllore e controllato. C’è necessità di un organismo autonomo, competente, che sappia valutare attraverso specifici indicatori di sostenibilità l’efficienza di chi gestisce tenendo conto delle peculiarità della matrice di cui stiamo parlando.

Inoltre è necessario risolvere la questione degli investimenti per le infrastrutture necessarie (la tariffa da sola non li può sostenere) rivedendo anche la normativa. Detto questo però, vista la necessita di un Piano strategico di conservazione della risorsa, accompagnato da investimenti per la manutenzione delle reti e per il miglioramento qualitativo dell’acqua che arriva nelle nostre case e che restituiamo all’ambiente, riteniamo che tale filosofia possa essere condivisa fino in fondo solo da un soggetto pubblico.

greenreport
Newsletter del 29.01.2009

venerdì 30 gennaio 2009

Il sindaco rispetti la normativa. LETTERA

Verbale n.61

Il giorno 21 del mese di gennaio dell'anno 2009, il comitato si riunisce alle ore 18.00.
Mentre si osserva che è immane il lavoro da fare, perché troppi i fronti su cui operare, l' attenzione torna a concentrarsi sul pericolo che potrebbe correre la città , se si dovesse veramente realizzare un campo da golf.

Per scongiurarlo, occorre porre in essere una strategia a tal uopo finalizzata, e, in particolare, informare la cittadinanza su quello che comporta la realizzazione del campo da golf, quale spreco d'acqua e pericolo di inquinamento delle falde.

Sulla questione si è discusso in modo sufficientemente chiaro nei verbali n. 57 e 58, cui si rimanda.

Rendere anche edotti del pericolo tutti coloro che per la funzione che ricoprono sono preposti alla tutela del territorio e della salute dei cittadini di questa città e in particolare i consiglieri comunali, i consiglieri provinciali, gli onorevoli regionali e nazionali che dai cittadini sono stati eletti.

Detti rappresentanti, di conseguenza, dovrebbero farsi portatori di tutti quegli atti amministrativi di loro competenza, utili a scongiurare il paventato pericolo. Non dovrebbero, quindi, agevolare o rendersi promotori del cambio di destinazione urbanistica o delle varianti urbanistiche funzionali alla realizzazione del paventato progetto.

L'azione che questi uomini politici dovrebbero intestarsi è auspicabile che diventi impegno anche del futuro sindaco e del futuro consiglio comunale. Detto impegno a tutela dell'equilibrio ecologico del territorio e a tutela della salute dei cittadini deve diventare centrale nel programma del futuro candidato a sindaco.

Messa a fuoco la strategia, si decide, intanto, di inoltrare al sindaco l'invito al rispetto del disposto indicato nel Decreto-Legge 19 agosto 2005, n.195, che sancisce l'obbligatorietà dell'informazione ambientale, dove per «informazione ambientale» si intende:

“qualsiasi informazione disponibile in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque altra forma materiale concernente: 1) lo stato degli elementi dell'ambiente, quali l'aria, l'atmosfera, l'acqua, il suolo, il territorio, i siti, naturali, compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversità biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi elementi; 2) fattori quali le sostanze, l'energia, il rumore, le radiazioni od i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli scarichi ed altri rilasci nell'ambiente, che incidono o possono incidere sugli elementi dell'ambiente, individuati al numero1); 3) le misure, anche amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonché le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell'ambiente di cui ai numeri 1) e 2), e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi; 4) le relazioni sull'attuazione della legislazione ambientale; 5) le analisi costi-benefici ed altre analisi ed ipotesi economiche, usate nell'ambito delle misure e delle attività di cui al numero 3); 6) lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d'interesse culturale, per quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell'ambiente di cui al punto 10 o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore di cui ai punti 2) e 3).”
(da Gazzetta Ufficiale N. 239 del 13 Ottobre 2005 )

Detto invito, che viene abbozzato in seduta, va inoltrato anche alle autorità che per istituto sono preposte al controllo.

Poi si discute delle rivolte dei sindaci dell'agrigentino contro la privatizzazione dell'acqua. Si rileva che il sindaco della città di Mazara del Vallo non si rende conto dei problemi che si scatenano rinunciando alla gestione pubblica dell'acqua.
Sta attendendo che la gestione sia aggiudicata ad una società come si attende un evento ineluttabile. Evidentemente non conosce quali poteri ha un sindaco, né si sforza di imparare a fare il sindaco, guardando chi è migliore di lui.

Perché il sindaco dichiara che è inutile opporsi? Perché il sindaco è contro i cittadini?

La seduta è tolta alle ore 20.00
Il Comitato

mercoledì 28 gennaio 2009

''eMPower'' Sulle dicisioni in materia ambientale piu' forza ai cittadini

AMBIENTE: AL VIA 'EMPOWER', PER DARE VOCE AI CITTADINI UE

(ANSA) - ROMA, 27 GEN - Ha preso il via e durera' per almeno due anni, ''eMPower'', progetto co-finanziato dall'Unione europea, nel programma eParticipation 2008, per ''dare modo ai cittadini europei di influenzare il processo decisionale e politico sui temi ambientali''. Al progetto, coordinato dall'Athens Technology Center, una societa' IT, partecipano tre organizzazioni ambientaliste, tre agenzie di stampa e due atenei universitari. Si tratta, rispettivamente di MedSOS, Circolo Festambiente, Liga para a Proteccao da Natureza, l'Agenzia ANSA, la Athens News Agency, l'Agencia de Noticias de Portugal, il Politecnico nazionale di Atene e il Politech Institute del Belgio. Il progetto ''EMPower'', che ha preso il via ufficialmente con l'inizio del 2009, intende motivare e rafforzare il coinvolgimento delle NGO e dei cittadini nel processo decisionale sui temi ambientali sia a livello nazionale che comunitario, ''fornendo - si legge in una nota - metodologie e strumenti per supportare la partecipazione dei cittadini nella promozione di iniziative pubbliche e d'interesse sociale''. (ANSA). VC
27/01/2009 20:47

lunedì 26 gennaio 2009

Verbale n.60

Il giorno 14 del mese di gennaio dell'anno 2009 il comitato torna a riunirsi dopo la pausa delle vacanze natalizie. La seduta si apre alle ore 18,30.

Si osserva che fra quattro mesi ci saranno le elezioni e non si può più correre il pericolo che venga eletto un quaquaraquà.

È necessario che il comitato si attivi per proporre ai futuri candidati a sindaco nuovi modi e mezzi per affrontare la campagna elettorale e vincerla, sicché, finalmente, per selezione si giunga al perfetto candidato a sindaco, a chi potrà veramente essere in grado di affrontare i temi che travagliano da troppo tempo la nostra città, ormai ridotta ad un insopportabile abbandono per l' incapacità degli amministratori che si sono susseguiti nel tempo.

Per seguire un metodo più democratico, è necessario che i candidati non propongano ai cittadini un fantasioso programma da loro articolato, ma, al contrario, è necessario - e, a questo punto, è corretto e utile - che il candidato a sindaco inverta l'uso fino ad ora praticato, promuovendo delle assemblee popolari e da queste, a seguito di articolato dibattito, desuma, raccogliendo le varie istanze, i punti che faranno parte del suo programma.

Il perfetto candidato a sindaco, in questa maniera, raccogliendo le istanze dei cittadini, assumerà la democratica veste di loro delegato e si impegnerà pubblicamente a risolvere nel modo più celere e qualitativamente migliore i problemi che dall'assemblea sono stati indicati.

Il perfetto candidato a sindaco si impegnerà ad intrattenere, nel lungo periodo del suo mandato, rapporti costanti con i cittadini che l'hanno eletto, a mezzo di periodici incontri assembleari, in modo da mantenere con essi un rapporto di fattiva collaborazione, intesa e comunicazione e da attuare la perfetta pratica democratica.

Il perfetto candidato a sindaco, atteso che i partiti non hanno più connotazione etica, né ideologica che possa giustificare gli inutili schieramenti, dovrà, quindi, essere scelto per gli impegni che egli avrà assunto - confrontandosi, in più occasioni, con i suoi elettori - per la sua personalità, per il suo alto livello culturale, per la sua specchiata integrità morale e per la sua volontà di contrasto al malaffare.

Il perfetto candidato a sindaco, se dimostrerà di avere queste qualità e porrà in essere questi comportamenti, sicuramente potrà avere la fiducia dei cittadini, i quali, siamo certi, non daranno fiducia a chi è vincolato da rapporti inconfessabili a quanti fino ad oggi sono stati responsabili dello sfascio.

La seduta è tolta alle ore 20.00.
Il Comitato

mercoledì 21 gennaio 2009

Diritto all'informazione ambientale. Decreto-Legge 19 agosto 2005, n.195

Gazzetta Ufficiale N. 239 del 13 Ottobre 2005


TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE 19 agosto 2005, n.195
Ripubblicazione del testo del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 195, recante: «Attuazione della direttiva 2003/4/CE sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale», corredato delle relative note.
(Decreto legislativo pubblicato nella Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 222 del 23 settembre 2005).

[...]
Art. 1.
Finalita'

1. Il presente decreto, nello stabilire i principi generali in
materia di informazione ambientale, e' volto a:
a) garantire il diritto d'accesso all'informazione ambientale
detenuta dalle autorita' pubbliche e stabilire i termini, le
condizioni fondamentali e le modalita' per il suo esercizio;
b) garantire, ai fini della piu' ampia trasparenza, che
l'informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente
messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi
di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati
facilmente consultabili, promuovendo a tale fine, in particolare,
l'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

[...]

Art. 2.
Definizioni

1. Ai fini del presente decreto s'intende per:
a) «informazione ambientale»: qualsiasi informazione disponibile
in forma scritta, visiva, sonora, elettronica od in qualunque altra
forma materiale concernente:
1) lo stato degli elementi dell'ambiente, quali l'aria,
l'atmosfera, l'acqua, il suolo, il territorio, i siti naturali,
compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversita'
biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi
geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi
elementi;
2) fattori quali le sostanze, l'energia, il rumore, le
radiazioni od i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli
scarichi ed altri rilasci nell'ambiente, che incidono o possono
incidere sugli elementi dell'ambiente, individuati al numero 1);
3) le misure, anche amministrative, quali le politiche, le
disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi
ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, nonche'
le attivita' che incidono o possono incidere sugli elementi e sui
fattori dell'ambiente di cui ai numeri 1) e 2), e le misure o le
attivita' finalizzate a proteggere i suddetti elementi;
4) le relazioni sull'attuazione della legislazione ambientale;
5) le analisi costi-benefici ed altre analisi ed ipotesi
economiche, usate nell'ambito delle misure e delle attivita' di cui
al numero 3);
6) lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la
contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita
umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d'interesse culturale, per
quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell'ambiente di cui
al punto 1) o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore di cui
ai punti 2) e 3);
b) «autorita' pubblica»: le amministrazioni pubbliche statali,
regionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici
ed i concessionari di pubblici servizi, nonche' ogni persona fisica o
giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche
ambientali o eserciti responsabilita' amministrative sotto il
controllo di un organismo pubblico;
c) «informazione detenuta da un'autorita' pubblica»:
l'informazione ambientale in possesso di una autorita' pubblica in
quanto dalla stessa prodotta o ricevuta o materialmente detenuta da
persona fisica o giuridica per suo conto;
d) «richiedente»: la persona fisica o l'ente che chiede
l'informazione ambientale;
e) «pubblico»: una o piu' persone, fisiche o giuridiche, e le
associazioni, le organizzazioni o gruppi di persone fisiche o
giuridiche.

Art. 3.
Accesso all'informazione ambientale su richiesta

1. L'autorita' pubblica rende disponibile, secondo le disposizioni
del presente decreto, l'informazione ambientale detenuta a chiunque
ne faccia richiesta, senza che questi debba dichiarare il proprio
interesse.
2. Fatto salvo quanto stabilito all'art. 5 e tenuto conto del
termine eventualmente specificato dal richiedente, l'autorita'
pubblica mette a disposizione del richiedente l'informazione
ambientale quanto prima possibile e, comunque, entro 30 giorni dalla
data del ricevimento della richiesta ovvero entro 60 giorni dalla
stessa data nel caso in cui l'entita' e la complessita' della
richiesta sono tali da non consentire di soddisfarla entro il
predetto termine di 30 giorni. In tale ultimo caso l'autorita'
pubblica informa tempestivamente e, comunque, entro il predetto
termine di 30 giorni il richiedente della proroga e dei motivi che la
giustificano.
3. Nel caso in cui la richiesta d'accesso e' formulata in maniera
eccessivamente generica l'autorita' pubblica puo' chiedere al
richiedente, al piu' presto e, comunque, entro 30 giorni dalla data
del ricevimento della richiesta stessa, di specificare i dati da
mettere a disposizione, prestandogli, a tale scopo, la propria
collaborazione, anche attraverso la fornitura di informazioni
sull'uso dei cataloghi pubblici di cui all'art. 4, comma 1, ovvero
puo', se lo ritiene opportuno, respingere la richiesta, ai sensi
dell'art. 5, comma 1, lettera c).
4. Nel caso in cui l'informazione ambientale e' richiesta in una
forma o in un formato specifico, ivi compresa la riproduzione di
documenti, l'autorita' pubblica la mette a disposizione nei modi
richiesti, eccetto nel caso in cui:
a) l'informazione e' gia' disponibile al pubblico in altra forma
o formato, a norma dell'art. 8, e facilmente accessibile per il
richiedente;
b) e' ragionevole per l'autorita' pubblica renderla disponibile
in altra forma o formato.
5. Nei casi di cui al comma 4, lettere a) e b), l'autorita'
pubblica comunica al richiedente i motivi del rifiuto
dell'informazione nella forma o nel formato richiesti entro il
termine di 30 giorni dalla data del ricevimento della richiesta
stessa.
6. Nel caso di richiesta d'accesso concernente i fattori di cui
all'art. 2, comma 1, lettera a), numero 2), l'autorita' pubblica
indica al richiedente, se da questi espressamente richiesto, dove
possono essere reperite, se disponibili, le informazioni relative al
procedimento di misurazione, ivi compresi i metodi d'analisi, di
prelievo di campioni e di preparazione degli stessi, utilizzato per
raccogliere l'informazione ovvero fa riferimento alla metodologia
normalizzata utilizzata.
7. L'autorita' pubblica mantiene l'informazione ambientale detenuta
in forme o formati facilmente riproducibili e, per quanto possibile,
consultabili tramite reti di telecomunicazione informatica o altri
mezzi elettronici.

Art. 4.
Cataloghi e punti d'informazione

1. Al fine di fornire al pubblico tutte le notizie utili al
reperimento dell'informazione ambientale, entro sei mesi dalla data
di entrata in vigore del presente decreto, l'autorita' pubblica
istituisce e aggiorna almeno annualmente appositi cataloghi pubblici
dell'informazione ambientale contenenti l'elenco delle tipologie
dell'informazione ambientale detenuta
ovvero si avvale degli uffici
per le relazioni con il pubblico gia' esistenti.
2. L'autorita' pubblica puo' evidenziare nei cataloghi di cui al
comma 1 le informazioni ambientali detenute che non possono essere
diffuse al pubblico ai sensi dell'art. 5.
3. L'autorita' pubblica informa in maniera adeguata il pubblico sul
diritto di accesso alle informazioni ambientali disciplinato dal
presente decreto.

Art. 5.
Casi di esclusione del diritto di accesso

1. L'accesso all'informazione ambientale e' negato nel caso in cui:
a) l'informazione richiesta non e' detenuta dall'autorita'
pubblica alla quale e' rivolta la richiesta di accesso. In tale caso
l'autorita' pubblica, se conosce quale autorita' detiene
l'informazione, trasmette rapidamente la richiesta a quest'ultima e
ne informa il richiedente ovvero comunica allo stesso quale sia
l'autorita' pubblica dalla quale e' possibile ottenere l'informazione
richiesta;
b) la richiesta e' manifestamente irragionevole avuto riguardo
alle finalita' di cui all'art. 1;
c) la richiesta e' espressa in termini eccessivamente generici;
d) la richiesta concerne materiali, documenti o dati incompleti o
in corso di completamento. In tale caso, l'autorita' pubblica informa
il richiedente circa l'autorita' che prepara il materiale e la data
approssimativa entro la quale detto materiale sara' disponibile;
e) la richiesta riguarda comunicazioni interne, tenuto, in ogni
caso, conto dell'interesse pubblico tutelato dal diritto di accesso.
2. L'accesso all'informazione ambientale e' negato quando la
divulgazione dell'informazione reca pregiudizio:
a) alla riservatezza delle deliberazioni interne delle autorita'
pubbliche, secondo quanto stabilito dalle disposizioni vigenti in
materia;
b) alle relazioni internazionali, all'ordine e sicurezza pubblica
o alla difesa nazionale;
c) allo svolgimento di procedimenti giudiziari o alla
possibilita' per l'autorita' pubblica di svolgere indagini per
l'accertamento di illeciti;
d) alla riservatezza delle informazioni commerciali o
industriali, secondo quanto stabilito dalle disposizioni vigenti in
materia, per la tutela di un legittimo interesse economico e
pubblico, ivi compresa la riservatezza statistica ed il segreto
fiscale, nonche' ai diritti di proprieta' industriale, di cui al
decreto legislativo 10 febbraio 2005, n. 30;
e) ai diritti di proprieta' intellettuale;
f) alla riservatezza dei dati personali o riguardanti una persona
fisica, nel caso in cui essa non abbia acconsentito alla divulgazione
dell'informazione al pubblico, tenuto conto di quanto stabilito dal
decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196;
g) agli interessi o alla protezione di chiunque abbia fornito di
sua volonta' le informazioni richieste, in assenza di un obbligo di
legge, a meno che la persona interessata abbia acconsentito alla
divulgazione delle informazioni in questione;
h) alla tutela dell'ambiente e del paesaggio, cui si riferisce
l'informazione, come nel caso dell'ubicazione di specie rare.
3. L'autorita' pubblica applica le disposizioni dei commi 1 e 2 in
modo restrittivo, effettuando, in relazione a ciascuna richiesta di
accesso, una valutazione ponderata fra l'interesse pubblico
all'informazione ambientale e l'interesse tutelato dall'esclusione
dall'accesso.
4. Nei casi di cui al comma 2, lettere a), d), f), g) e h), la
richiesta di accesso non puo' essere respinta qualora riguardi
informazioni su emissioni nell'ambiente.
5. Nei casi di cui al comma 1, lettere d) ed e), ed al comma 2,
l'autorita' pubblica dispone un accesso parziale, a favore del
richiedente, qualora sia possibile espungere dall'informazione
richiesta le informazioni escluse dal diritto di accesso ai sensi dei
citati commi 1 e 2.
6. Nei casi in cui il diritto di accesso e' rifiutato in tutto o in
parte, l'autorita' pubblica ne informa il richiedente per iscritto o,
se richiesto, in via informatica, entro i termini previsti all'art.
3, comma 2, precisando i motivi del rifiuto ed informando il
richiedente della procedura di riesame prevista all'art. 7.

[...]
Art. 6.
T a r i f f e
[...]


[...]
Art. 7.
Tutela del diritto di accesso

1. Contro le determinazioni dell'autorita' pubblica concernenti il
diritto di accesso e nel caso di mancata risposta entro i termini di
cui all'art. 3, comma 2, il richiedente puo' presentare ricorso in
sede giurisdizionale secondo la procedura di cui all'art. 25,
commi 5, 5-bis e 6 della legge 7 agosto 1990, n. 241, ovvero puo'
chiedere il riesame delle suddette determinazioni, secondo la
procedura stabilita all'art. 25, comma 4, della stessa legge n. 241
del 1990, al difensore civico competente per territorio, nel caso di
atti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionali, o alla
commissione per l'accesso di cui all'articolo 27 della citata legge
n. 241 del 1990, nel caso di atti delle amministrazioni centrali o
periferiche dello Stato.

[...]
Art. 8.
Diffusione dell'informazione ambientale

1. Fatto salvo quanto previsto all'art. 5, l'autorita' pubblica
rende disponibile l'informazione ambientale detenuta rilevante ai
fini delle proprie attivita' istituzionali avvalendosi, ove
disponibili, delle tecnologie di telecomunicazione informatica e
delle tecnologie elettroniche disponibili.

2. Per le finalita' di cui al comma 1, l'autorita' pubblica
stabilisce, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del
presente decreto, un piano per rendere l'informazione ambientale
progressivamente disponibile in banche dati elettroniche facilmente
accessibili al pubblico tramite reti di telecomunicazione pubbliche,
da aggiornare annualmente.
3. Entro due anni dalla data di entrata in vigore del presente
decreto, l'autorita' pubblica, per quanto di competenza, trasferisce
nelle banche dati istituite in attuazione dei piani di cui al comma
2, almeno:
a) i testi di trattati, di convenzioni e di accordi
internazionali, atti legislativi comunitari, nazionali, regionali o
locali, aventi per oggetto l'ambiente;
b) le politiche, i piani ed i programmi relativi all'ambiente;
c) le relazioni sullo stato d'attuazione degli elementi di cui
alle lettere a) e b), se elaborati o detenuti in forma elettronica
dalle autorita' pubbliche;
d) la relazione sullo stato dell'ambiente, prevista dall'art. 1,
comma 6, della legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive
modificazioni, e le eventuali relazioni sullo stato dell'ambiente a
livello regionale o locale, laddove predisposte;
e) i dati o le sintesi di dati ricavati dal monitoraggio di
attivita' che incidono o possono incidere sull'ambiente;
f) le autorizzazioni e i pareri rilasciati dalle competenti
autorita' in applicazione delle norme sulla valutazione d'impatto
ambientale e gli accordi in materia ambientale, ovvero un riferimento
al luogo in cui puo' essere richiesta o reperita l'informazione, a
norma dell'art. 3;
g) gli studi sull'impatto ambientale, le valutazioni dei rischi
relativi agli elementi dell'ambiente, di cui all'art. 2, comma 1,
lettera a), ovvero il riferimento al luogo in cui l'informazione
ambientale puo' essere richiesta o reperita a norma dell'art. 3.
4. Fermo restando quanto previsto al comma 3, l'informazione
ambientale puo' essere resa disponibile creando collegamenti a
sistemi informativi e a banche dati elettroniche, anche gestiti da
altre autorita' pubbliche, da rendere facilmente accessibili al
pubblico.
5. In caso di minaccia imminente per la salute umana e per
l'ambiente, causata da attivita' umane o dovuta a cause naturali, le
autorita' pubbliche, nell'ambito dell'espletamento delle attivita' di
protezione civile previste dalla legge 24 febbraio 1992, n. 225, e
successive modificazioni, e dalle altre disposizioni in materia,
diffondono senza indugio le informazioni detenute che permettono, a
chiunque possa esserne colpito, di adottare misure atte a prevenire o
alleviare i danni derivanti da tale minaccia.

6. Le disposizioni di cui ai commi 1, 2 e 3 non si applicano
all'informazione raccolta dall'autorita' pubblica precedentemente
alla data di entrata in vigore del presente decreto, a meno che tale
informazione non sia gia' disponibile in forma elettronica.

[...]
Art. 9.
Qualita' dell'informazione ambientale

1. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
garantisce, se possibile, che l'informazione ambientale detenuta
dall'autorita' pubblica sia aggiornata, precisa e confrontabile.
2. Per le finalita' di cui al comma 1, l'Agenzia per la protezione
dell'ambiente e per i servizi tecnici elabora, se necessario,
apposite specifiche tecniche da approvare con le modalita' di cui
all'art. 15, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica
8 agosto 2002, n. 207.

[...]
Art. 10.
Relazioni

1. A decorrere dall'anno 2005 e fino all'anno 2008, entro il
30 dicembre di ogni anno, l'autorita' pubblica trasmette al Ministero
dell'ambiente e della tutela del territorio i dati degli archivi
automatizzati previsti agli articoli 11 e 12 del decreto del
Presidente della Repubblica 27 giugno 1992, n. 352, relativi alle
richieste d'accesso all'informazione ambientale, nonche' una
relazione sugli adempimenti posti in essere in applicazione del
presente decreto.

2. Entro il 14 febbraio 2009 il Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio elabora, sulla base delle informazioni di cui
al comma 1 e secondo le modalita' definite a livello comunitario, una
relazione sulla attuazione del presente decreto.
3. Entro il 14 agosto 2009 il Ministero dell'ambiente e della
tutela del territorio trasmette la relazione di cui al comma 1 alla
Commissione europea. Detta relazione e', altresi', presentata dal
Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio al Parlamento e
resa accessibile al pubblico.
4. La relazione sullo stato dell'ambiente, prevista dall'art. 1,
comma 6, della legge 8 luglio 1986, n. 349, e' pubblicata dal
Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio con modalita'
atte a garantire l'effettiva disponibilita' al pubblico.

[...]
«Art. 12 (Archivio centralizzato delle amministrazioni
pubbliche).
[...]

Art. 11.
Aspetti organizzativi e procedimentali delle regioni e degli enti
locali
[...]


Art. 12.
Norme finanziarie e abrogazioni
[...]


Dato a Roma, addi' 19 agosto 2005

Autorità pubbliche. Obblighi in materia di informazioni ambientali

Tratto da greenreport.it 30/12/2008


Gli enti pubblici devono aggiornare il catalogo pubblico delle informazioni ambientali
di Eleonora Santucci

LIVORNO. E’ arrivato il tempo per le “autorità pubbliche” di adempiere ai propri obblighi in materia di informazioni ambientali: scade domani il tempo massimo per aggiornare il catalogo pubblico delle informazioni ambientali in loro possesso, per aggiornare il piano per renderle disponibili progressivamente su banche dati elettroniche, per inviare al ministero dell’ambiente e del territorio i dati relativi alle richieste di accesso in materia ambientale e per inviare la relazione sugli adempimenti posti in essere in applicazione della disciplina relativa all’informazione ambientale allo stesso dicastero.

Poi, entro il 14 febbraio 2009 il ministero dovrà elaborare una relazione sull’attuazione della disciplina sull’informazione ambientale, dovrà inviarla alla Commissione europea e dovrà renderla accessibile al pubblico.

Una serie di adempimenti (annuali) dettati dal legislatore statale del 2005 che con il Dlgs 195/05 ha recepito la relativa disciplina europea però del 2003 e che solo nell’agosto di questo anno è stata attuata grazie alla circolare ministeriale 4 agosto 2008. E tutto ciò al fine di garantire il diritto di accesso all’informazione ambientale e per garantire che l’informazione ambientale sia sistematicamente e progressivamente messa a disposizione del pubblico e diffusa, anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili, promuovendo, in particolare, “l’uso delle tecnologie dell´informazione e della comunicazione”.

Dunque le amministrazioni pubbliche statali, regionali, locali, le aziende autonome e speciali, gli enti pubblici e i concessionari di pubblici servizi, e pure ogni persona fisica o giuridica che svolga funzioni pubbliche connesse alle tematiche ambientali o eserciti responsabilità amministrative sotto il controllo di un organismo pubblico, deve rendere fruibili i dati relativi allo stato degli elementi dell´ambiente (quali l´aria, l´atmosfera, l´acqua, il suolo, il territorio, i siti naturali, compresi gli igrotopi, le zone costiere e marine, la diversità biologica ed i suoi elementi costitutivi, compresi gli organismi geneticamente modificati, e, inoltre, le interazioni tra questi elementi) e ai fattori quali le sostanze, l´energia, il rumore, le radiazioni, i rifiuti, anche quelli radioattivi, le emissioni, gli scarichi ed altri rilasci nell´ambiente, che incidono o possono incidere sugli elementi dell´ambiente.

E non solo questo. Perché le informazioni ambientali – secondo il disposto normativo – riguardano anche le misure amministrative, quali le politiche, le disposizioni legislative, i piani, i programmi, gli accordi ambientali e ogni altro atto, anche di natura amministrativa, le attività che incidono o possono incidere sugli elementi e sui fattori dell´ambiente e le misure o le attività finalizzate a proteggere i suddetti elementi.

E infine anche altre informazioni devono essere rese pubbliche come le relazioni sull´attuazione della legislazione ambientale; le analisi costi-benefici ed altre analisi ed ipotesi economiche, usate nell´ambito delle misure e delle attività. E naturalmente anche lo stato della salute e della sicurezza umana, compresa la contaminazione della catena alimentare, le condizioni della vita umana, il paesaggio, i siti e gli edifici d´interesse culturale, per quanto influenzabili dallo stato degli elementi dell´ambiente o, attraverso tali elementi, da qualsiasi fattore.

Insomma una serie di dati che possono incidere sull’intero “sistema”.
Del resto la disponibilità d’informazioni tempestive, pertinenti e affidabili sull’ambiente è assolutamente necessaria per consentire ai responsabili politici di far fronte ai problemi ambientali del nostro tempo. Ma non è sufficiente. I cittadini hanno il diritto di conoscere la qualità dell’aria e dell’acqua del luogo in cui vivono e di sapere se inondazioni, siccità e inquinamento minacciano i loro beni e le loro fonti di sostentamento.

domenica 18 gennaio 2009

Acqua inquinata. Atto ispettivo richiesto dall'On.Cristaldi

Si riporta il testo dell’atto ispettivo:

INTERROGAZIONE
(Risposta scritta)


Al Ministro Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, per sapere:- premesso:

- che il Decreto legislativo del 2 Febbraio 2001, n.31, disciplina la direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano e che tale direttiva deve essere osservata da tutti gli enti gestori, siano essi pubblici che privati;
- che nel territorio di Mazara del Vallo (Trapani) i risultati delle analisi dell’ARPA (Azienda Regionale Protezione Ambiente) hanno registrato sull’acqua in distribuzione concentrazioni di nitrati al di sopra della soglia ammissibile prevista dallo stesso decreto legislativo 31/2001;
- che dal giorno delle analisi dell’ARPA ad oggi non si sono registrate diminuzioni della concentrazione dei nitrati, anzi in certi periodi dell’anno (le analisi dell’AUSL n.9 della provincia di Trapani lo dimostrano) la concentrazione dell’azoto nitrico ha raggiunto valori proibitivi compresi tra 100 e 120 mg/l;
- che il Comune di Mazara del Vallo, per raggirare l’ostacolo, si è adoperata per superare quanto previsto dalle norme in vigore chiedendo ed ottenendo che l’Assessorato regionale preposto procedesse ad una deroga delle norme disciplinanti la materia, cosicché piuttosto che procedere ad azioni tendenti ad eliminare la causa di non potabilità, l’Assessorato regionale competente ha autorizzato la distribuzione dell’acqua proveniente dai pozzi di “Ramisella” (località in territorio di Mazara del Vallo) con concentrazione dei nitrati sino a 90 mg./l;
- che, in sostanza, un giorno prima della deroga il campione risultava assolutamente inquinato ed il giorno successivo alla deroga, la stessa acqua risultava completamente idonea al consumo umano, dunque potabilissima;
- che il Comune di Mazara del Vallo, nella sua atipica azione, ha ricercato nuove fonti idriche che hanno già prodotto la trivellazione di nuovi pozzi in Contrada “Fiumara” per poter procedere alla miscelazione dei pozzi di “Ramisella” con i nuovi pozzi di “Fiumara”, con il tentativo di ridurre la concentrazione dei nitrati. Nel giugno del 2008, durante la fase di trivellazione dei pozzi “Fiumara”, le Autorità competenti, viste le analisi del pozzo n.1 di “Ramisella” hanno predisposto la chiusura dello stesso pozzo per eccesso di nitrati, con valori pari a 161 mg./l. In sostanza, il pozzo n.1 nel giro di due anni ha fatto registrare un aumento della concentrazione in nitrati pari a 0,45 mg./l al mese. Se tutto questo si verificasse anche per i pozzi n.2 e n.3, ci troveremmo con il nemico nitrato nelle falde, il quale chimicamente concentrato si presenterebbe ancor più aggressivo per la salute,

quali urgenti ispezioni intenda disporre al fine di verificare la reale situazione della potabilità dell’acqua distribuita ai Mazaresi nonché la regolarità delle procedure attivate e citate nel presente atto ispettivo.


CRISTALDI

tratto dal
sito web ufficiale di Nicola Cristaldi

giovedì 15 gennaio 2009

Intervento presidente del Consiglio Crocchiolo(1)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 1

Intervento sindaco Macaddino(1)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 3

Intervento sindaco Macaddino(2)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 4

Intervento sindaco Macaddino(3)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 5

Intervento vescovo Mogaver o(1)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 6

Intervento vescovo Mogavero(2)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 7

Intervento Giacalone(1)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 8

Intervento Giacalone( 2)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 9

Intervento Messina(1) Consiglio comunale su crisi idrica Parte 10

Intervento Messina(2)Consiglio comunale su crisi idrica Parte 11

Intervento Giaramidaro(1) Consiglio comunale su crisi idrica Parte 12

Intervento Giaramidaro(2) Consiglio comunale su crisi idrica Parte 13

venerdì 9 gennaio 2009

Verbale n.59

Il giorno 10 del mese di dicembre dell'anno 2008 il comitato si riunisce alle ore 18,30.
La riunione, slittata di un giorno rispetto alla cadenza rituale, si apre sulla scorta delle riflessioni maturate all'indomani della seduta consiliare del 4 dicembre del 2008, aperta al contributo dei cittadini e con un solo punto all'ordine del giorno: Relazione dell'Amministrazione Comunale sulla gravissima crisi idrica cittadina - esame - dibattito per la individuazione di iniziative per un'immediata soluzione della stessa.

Si commenta che la relazione non c'è proprio stata, in quanto, dopo l'apertura del presidente del Consiglio e l'intervento del consigliere Pinta - che ha accusato l'amministrazione di avere tenuto all'oscuro il Consiglio - , il sindaco, anziché relazionare, ha goffamente ribattuto e, polemico e sfuggente, in modo confuso e disordinato, con frequenti riferimenti ad antecedenti, ha impiegato tutto il tempo della durata dell'intervento a” incensiarsi” e imbrodarsi di elogi, e ha chiuso senza portare alcuna chiarezza sull'intera vicenda.

Anche il vescovo ha deluso: ci si aspettava che desse seguito alle chiare sollecitazioni di Rosario Lembo - che in occasione della tavola rotonda "Una nuova sobrietà per abitare la terra:L'ACQUA", organizzata dalla diocesi di Mazara del Vallo, invitava ad agire prima dell'affidamento della gestione dell'acqua a società private, in modo da interrompere l'iter che tanti danni ha procurato nelle città dove esso si è concluso - e, invece, è apparso rassegnato alla ineluttabilità della privatizzazione dell'acqua, limitandosi soltanto a richiedere il controllo sulle tariffe del canone.

Sono seguiti interventi di consiglieri e cittadini, i primi poco documentati e solo polemici, i secondi ben documentati, propositivi e agguerriti, in una escalation che ha raggiunto il culmine con l'ultimo intervento che si decide di pubblicare a breve, insieme ad altri stralci della seduta di consiglio.

Dopo aver condiviso le considerazioni sulla seduta consiliare, si commenta che, in definitiva, il lavoro svolto dal comitato è quello che avrebbero dovuto svolgere amministrazione e consiglieri, ai quali ultimi va il merito di aver convocato il consiglio in seduta aperta, ma anche il demerito di non essersi documentati a sufficienza sì da poter avanzare proposte conducenti.

Hanno parlato di istituire una commissione d'inchiesta. Oggi?

A due anni dall'esplosione del "caso nitrati"?

Dove sono stati questi consiglieri in tutto questo tempo? Di cosa si sono interessati?

Ci pensano adesso ad aprire un'inchiesta di tale portata?

E poi, una commissione consiliare, i cui membri sono politici, è nelle condizioni di condurre un'inchiesta che dovrebbe accertare le cause dell'inquinamento chimico che ha rovinato le falde dalle quali si emunge l'acqua che viene giornalmente utilizzata dai cittadini mazaresi?

E ancora, vista la rilevanza penale del fatto, per quale motivo il consiglio o l'amministrazione comunale non hanno ritenuto più correttamente di investire del problema l'autorità giudiziaria competente per territorio, che, avendone la possibilità, avrebbe potuto con più celerità accertare le cause e l'entità dell'inquinamento in questione e, senza ulteriori e inutili rinvii, perseguire i responsabili?

E, inoltre, all'apice dell'assurdo, perché il consiglio discute su fatti che già sono stati oggetto di approfondito studio da parte della Regione Siciliana? E’ di dominio pubblico, essendo stato realizzato il 3 ottobre 2008 a Trapani un convegno dal titolo " IL PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE IN SICILIA", organizzato dall'Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque ( oggetto del convegno era la presentazione del Piano, nella sua impostazione e struttura, con particolare riferimento al Sistema idrografico "Trapani Marsala" (bacini Lenzi-Forgia, Birgi, Arena-Modione, Isole Egadi e Pantelleria), a cura dell'Ing. Cecilia Corrao -Sogesid Sez. Palermo. -vai a post Verbale n.50- ), che la Regione Siciliana è intestataria di un approfondito, accurato e prezioso lavoro di indagine, durato oltre tre anni, a seguito del quale incontestabilmente risultano individuate le cause dell'inquinamento e indicate le possibili soluzioni per risolvere e combattere il perpetuarsi del superamento dei limiti di legge nella concentrazione di nitrati presente nell'acqua.

I consiglieri comunali sono delegati dai cittadini a risolvere i problemi che travagliano la collettività e questi consiglieri avrebbero dovuto documentarsi, studiare le questioni che assillano i cittadini e risolverle, utilizzando le loro competenze o facendosi collaborare alla bisogna da tecnici, enti, università, istituti di ricerca.

Essi, invece, a tre anni dalla scoperta del grave problema dell'inquinamento dell'acqua erogata ad uso potabile, hanno ritenuto di nominare una commissione di inchiesta che serve solo a perdere ulteriore tempo e a ingannare i cittadini, dando ad intendere che istituire una commissione equivale alla soluzione del problema.

E’ soltanto un'altra inutile spesa per i cittadini e, come al solito, il perpetuarsi dell'inganno, la spesa per la spesa. Nulla di nuovo sotto il sole.

Questa è gente che nell'interesse della città e dei cittadini non risolverà mai nulla, come il tempo fino ad oggi ha dimostrato. Siamo punto e daccapo.

Ma davvero si deve aver a che far con questa gente?

E’ necessario uscire dal vicolo cieco in cui la città si trova per aver subìto sindaci e programmi elettorali imposti, invitando i cittadini ad assumere il protagonismo almeno nell'elaborazione del programma, così da ribaltare l'iter che porta alle elezioni con un rituale che fa del cittadino uno spettatore e dei politici degli attori in un palcoscenico in cui si recita una farsa e a luci spente poi comincia la tragedia.

Se ne riparla anche per illustrare l'idea a chi non è stato presente alle precedenti sedute, con il quale si condivide che la città non potrebbe più sopportare una consiliatura ai livelli di quella attuale.

Il programma che un cittadino responsabile potrebbe elaborare, non è un'accozzaglia di interventi sulla città, pensati per l'effetto sull'elettorato, ma un insieme di obiettivi a medio e lungo termine, ordinato in vista del raggiungimento di fini definiti a seguito di un'attenta analisi dei bisogni della città, che sicuramente non prescindono dalla moralizzazione, dalla riconsiderazione del valore del denaro, dal contrasto al consumismo, dalla cultura, affinché finalmente si interrompa l'esodo delle migliori intelligenze e l'apartheid degli intellettuali e degli onesti.

Sarà difficile? Sarà possibile?

Un'idea, anche la più lungimirante può avere la forza di innescare un cambiamento. I fabbri una volta avevano solo un banchetto, un mantice e carbone inerte e da questi poveri attrezzi riuscivano a creare oggetti che ancora oggi sono ritenuti opera d'arte.


Su un'idea deve nascere aggregazione, lo si deve fare per la propria coscienza, per i figli e per il futuro della città.

Basta con l'ascoltare il pifferaio magico di turno che fino ad oggi ha agito nel suo esclusivo interesse, determinando questo stato di cose. Chi oggi si ripresentasse nelle stesse vesti, con la stessa intenzione, sempre e a tutti i costi con il medesimo inganno per perpetuare il potere che ha esercitato a danno della città, non abbia partita vinta!

La seduta si chiude alle ore 20.00.
Il Comitato