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mercoledì 31 marzo 2010

Acqua - Depositati presso la Corte di Cassazione i quesiti per la campagna referendaria


Arriva in Cassazione la richiesta di abrogazione di tutte le norme che hanno reso possibile la privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.


Oggi, mercoledì 31 marzo, alle ore 9.30, il Comitato promotore del Referendum Acqua Pubblica, in rappresentanza di comitati, associazioni e sindacati (oltre un centinaio), ha depositato i tre quesiti referendari presso la Corte di Cassazione. Più tardi, alle 12.30, presso la sede della FNSI , si è tenuta una conferenza stampa per illustrare ai media i termini dei quesiti referendari e le modalità della raccolta firme.

Presenti tutte le realtà che promuovono e sostengono la campagna.

Interventi di Marco Bersani, rappresentante del Forum Italiano dei movimenti per l’acqua; Stefano Rodotà, giurista e tra gli estensori dei quesiti referendari; Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano; i rappresentanti degli Enti Locali per l’acqua bene comune e delle reti, comitati locali, associazioni, sindacati, ong e partiti.

Info sul sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua

martedì 30 marzo 2010

17 aprile Giornata internazionale delle lotte contadine

ROMA 17/18 Aprile 2010 Genuino Clandestino MANIFESTAZIONE NAZIONALE

Due giornate di mercati contadini, animazione, musica, informazione e socialità per rivendicare la legalità delle piccole realtà contadine.

Per il programma clicca qui


Siamo contadini e artigiani. Utilizziamo risorse abbondanti come il tempo e il lavoro umano e risparmiamo quelle preziose come l’acqua e la terra. Cerchiamo di vendere i nostri prodotti nel territorio che ci circonda, aggiungendogli così il valore di prodotto locale.Le normative igienico-sanitarie attualmente in vigore impongono a chiunque si occupi della trasformazione di prodotti alimentari, indipendentemente dall’entità della produzione e dal tipo di lavorazione, di dotarsi di laboratori specializzati che rispettino determinati standard di dimensioni e attrezzature. Infatti  le leggi che regolano il settore agro alimentare sono pensate per tutelare le grandi aziende agricole  e  stanno facendo   morire tutta  la piccola agricoltura locale e di alta qualità  favorendo le multinazionali dell’agrobusiness. Queste leggi ignorano le piccole realtà contadine, che così risultano fuorilegge e non possono avere accesso al mercato.Noi ci opponiamo a questo sistema di regole e di mercato e, in alternava, proponiamo l’autocertificazione dei nostri prodotti  e la vendita diretta  che, con il controllo sociale che implicano, rendono visibili le responsabilità del produttore e la qualità delle nostre produzioni Stare in piazza con i nostri prodotti e le nostre iniziative  è il modo più semplice che abbiamo per incontrare i consumatori e costruire con loro un legame sociale e  una rete di scambio alternativa.   Con la campagna Genuino Clandestino denunciamo un insieme di norme ingiuste che, equiparando i nostri prodotti a quelli delle grandi industrie alimentari li rende illegali.Tutti insieme difendiamo e diffondiamo i nostri prodotti perché tutti sappiano che sono genuini e affidabili.   Il 17 aprile aderiamo alla mobilitazione indetta da Via Campesina in occasione della giornata internazionale delle lotte contadine. contro le transnazionali che vogliono impossessarsi di sistemi di alimentazione e agricoltura in tutto il mondo.  

lunedì 29 marzo 2010

Sulla proprietà dell'acqua gli aborigeni insegnano

(ANSA) - SYDNEY 24 MAR - Aborigeni del nord dell'Australia lanciano una campagna per rivendicare diritti legali sui laghi, fiumi e bacini sotterranei della regione. Gli indigeni del Territorio del nord hanno già ottenuto il riconoscimento ai diritti tradizionali su alcuni corsi d'acqua; chi vuole utilizzare quelle aree deve ottenere l'autorizzazione e pagare un canone. La campagna, lanciata nell'ambito della Giornata mondiale dell'acqua, mira a ottenere gli stessi diritti e privilegi sulle acque dell'intero territorio.

Rifiuti pericolosi. In Campania si indaga e in Sicilia?

sabato 27 marzo 2010

Earth Hour 2010


Da questo blog rimbalzi l'appello al risparmio energetico lanciato dal WWF

Che cos’è?

E’ semplice come premere un interruttore

Il 31 marzo 2007 Sidney si spegne per un’ora, coinvolgendo 2,2 milioni di cittadini, uniti nel semplice gesto del click dell’interruttore. Nel 2008 il gesto fa il giro del mondo e a rimanere al buio sono 370 città con 50 milioni di click che fanno di Earth Hour un movimento globale per la sostenibilità. Nel 2009 milioni di persone in più di 3929 città di 88 paesi hanno aderito e la Rete registra, con video e foto da tutto il mondo, un fenomeno planetario. 
Quando si parla di clima, i governi di tutto il mondo latitano.
Ma il pianeta non può attendere e noi del WWF non molliamo.
Dopo l’esito deludente del vertice di Copenaghen, continuiamo a chiedere obiettivi concreti e davvero consistenti di riduzione delle emissioni di gas serra. Per il terzo anno consecutivo, il 27 marzo dalle 20.30, tutto il pianeta si spegnerà per un’ora nel grande evento mondiale organizzato dal WWF:
L’Ora della Terra.
Milioni di persone, anche quest’anno spegneranno le luci per chiedere di essere ascoltati.
Dalla risposta dei leader mondiali dipende il destino di tutta l’Umanità.

Ecco perché è importante il coinvolgimento di tutti, anche il tuo. Un impegno che non si limiti allo spegnimento della luce il 27 marzo 2010 dalle 20.30 alle 21.30, ma che si tramuti  in uno stile di vita quotidiano nel risparmio dell’energia e spieghi a chi ti è vicino l’importanza del tuo gesto.
Continuiamo a chiedere, ai governi, di impegnarsi seriamente per affrontare la crisi del clima.
tratto da http://www.wwf.it/oradellaterra/

giovedì 25 marzo 2010

Con la salute dei cittadini non si scherza!!!

L'inquinamento aumenta, diminuisce? Cosa fanno gli organi preposti al controllo?

Non si può continuare ad ignorare il gravissimo inquinamento della falda acquifera che approvvigiona l'acquedotto comunale.

Dopo l'intervista rilasciata all'emittente locale Tele8, il Comitato torna all'attacco con un nuovo sollecito al sindaco.

Clicca qui per leggere il precedente sollecito.

(clicca sull'immagine per leggere la lettera inviata ieri, 24.03.2010)
.

mercoledì 24 marzo 2010

La risposta di Jacona alle critiche sulla puntata "SoleVentoAlberi"

Ecco, in forma integrale, la risposta di Jacona alle numerose lettere inviate a Presa Diretta per la puntata "Sole Vento Alberi".

"Se rispondiamo con qualche ritardo alle vostre lettere lo
dobbiamo, ed è un bene, alla grande quantità di
riscontri
che ci sono pervenuti all'indomani della trasmissione di
"Sole Vento Alberi". Trattando il tema delle energie da
fonti rinnovabili abbiamo mosso un interesse che anche in
termini di ascolti è stato estremamente positivo. Stiamo
leggendo con attenzione tutte le vostre segnalazioni, in
particolare qualle che, ed è il vostro caso, ci segnalano
imprecisioni e criticano alcune scelte prese nel trattare
gli argomenti della puntata. Non aver minimamente accennato
alla geotermia, al comparto idroelettrico italiano, non aver
offerto sufficienti esempi positivi rispetto alle
possibilità offerte dal sistema italiano di
incentivazione,
in particolare il conto energia, aver concetrato troppa
attenzione e una lettura positiva alla realtà tedesca,
oltre
a una certa confusione nello spiegare la valenza positiva
delle centrali a biomasse (dire che bruciare pellets non
produce CO2 è un errore se non si spiega c he dove si
bruciano biomasse in maniera sostenibile la crrescita degli
alberi compensa la CO2 immessa in atmosfera. Non lo
ripeteremo): tutte queste sono critiche che accogliamo con
scrupolo e interesse. Non aver prestato adeguata attenzione
ad alcune segnalazioni giunteci quando ancora la puntata era
in lavorazione ha come spiegazione la difficoltà di
gestire,
in un tema tanto vasto e anche per noi difficile da
semplificare, la mole di informazioni e punti di vista su
una questione tanto variegata ed interconnessa come quella
dell'energia. Ci hanno scritto amministratori che non hanno
ritenuto adeguatamente rappresentati i loro sforzi di
contrastare un ricorso alle energie rinnovabili
esclusivamente in chiave speculativa, persone che hanno
trovato eccessivamente datata la nostra inchiesta; altri
hanno ritenuto dovessimo insistere sull'importanza del la
pianificazione. A rivedere la quantità di mail
pervenuteci
sul tema preciso, certamente analizzare più
approfonditamente i problemi legati alla produzione di
energia da biomasse in Italia avrebbe garantito maggior
completezza e esaustività. Nel ringraziarvi per aver
voluto
segnalarci tutto quanto vi sia sembrato meno che accurato,
se non a vostro avviso sbagliato, vi garantiamo la massima
attenzione nell'ascoltare le vostre osservazioni,
specialmente in questo momento di rimessa al lavoro per la
preparazione di nuove inchieste. Anche per questo contiamo
di ritrovarci a settembre per le nuove puntate di "Presa
Diretta". Grazie ancora
Cordialmente,
Riccardo Iacona, Francesca Barzini, Domenico Iannacone
e tutta la squadra di "Presa Diretta". "

lunedì 22 marzo 2010

Giornata Mondiale dell'Acqua

Oggi, 22 marzo 2010, giornata dell’acqua, dopo tante richieste per l'acqua pura e pubblica, ci spiace non avere una buona nuova da comunicare.

Nessuna risposta, nessun segnale...silenzi pericolosi
.

Ci limitiamo a diffondere il comunicato stampa inoltrato il 20.03.2010 all'emittente Tele8 e mandato in onda nei Tg della giornata.




Il Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo ha aderito alla grande manifestazione che si tiene in queste ore a Roma per la ripubblicizzazione dell'acqua.

Uno schieramento che difficilmente altre volte si era visto in Italia sfilerà in corteo per il riconoscimento dell'acqua come bene comune e diritto umano universale, per la ripubblicizzazione del servizio idrico, per la sua gestione pubblica e partecipativa, ma anche per la Tutela del territorio e dei beni comuni, della biodiversita' e del clima, ''contro la politica delle 'grandi opere', il mercato dei rifiuti, gli impianti energetici nocivi e il ritorno all'energia nucleare''.

In questa giornata, così importante per le associazioni ambientaliste, per tutte le numerose e variegate realtà sociali e culturali e gran parte del mondo cattolico, il Comitato da questa emittente lancia l'ennesimo appello all'amministrazione perché sia immediatamente avviata una vasta azione di tutela del territorio e delle sue acque.

Ricorda al sindaco che a Mazara del Vallo da tre anni si chiede che venga garantita la potabilità dell'acqua e che nelle sue mani sono state consegnate 2.000 firme per il risanamento dell'acqua e per la modifica dello statuto.

È un grido di allarme che intende far risuonare, mentre in queste ore a Roma il corteo sfila
da piazza di Spagna, aperto dallo striscione del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, con, subito dietro, i sindaci e gli enti locali del Coordinamento nazionale enti locali per l’acqua pubblica, tutti i comitati territoriali per l’acqua e le numerose realtà che hanno aderito: dalle associazioni dei consumatori, alle organizzazioni della cooperazione internazionale, alle organizzazioni sindacali, numerosi quotidiani e riviste, per giungere ai partiti.
Mazara del Vallo 20.03.2010
Il Comitato

sabato 20 marzo 2010

Per la ripubblicizzazione dell'acqua la grande manifestazione nazionale

Il Forum italiano dei Movimenti per l'acqua pubblicizza la manifestazione nazionale di oggi, 20 marzo 2010, per la ripubblicizzazione dell’acqua, per la tutela di beni comuni, biodiversità e clima, per la democrazia partecipativa.
Si può seguire la diretta al link: http://www.livestream.com/staffgrilliromani

mercoledì 17 marzo 2010

Sulla Manifestazione del 20 marzo, a Palermo si reclama l'attenzione dei mezzi di informazione

Per denunciare il silenzio stampa sulla manifestazione del 20 marzo il Forum siciliano dei Movimenti per l'acqua della provincia di Palermo venerdì 19 marzo organizza un SIT-IN presso gli studi della RAI regionale.

(clicca per ingrandire)

Sulla puntata SoleVentoAlberi di "PresaDiretta" Rai3

Mai affidarsi al giudizio anche di un bravo giornalista, perché in materia di energia il panorama è complicato e composto da una tale varietà di soluzioni che ci si deve costantemente confrontare punto per punto.

Anche all'interno degli ambientalisti, il nucleare, per esempio, da una scuola di pensiero è considerato positivamente, dall'altra, in un sistema politico dove non ci si può fidare, la stessa soluzione è aborrita: le centrali nucleari generano scorie, in Italia abbiamo fin troppi problemi di smaltimento di materiali tossici e il rischio che possiamo correre è alto.

E per l'eolico? Che dire da mazaresi? Abbiamo già detto.

In materia di energia, ciascuno deve, pezzo per pezzo, comporre il suo quadro.

Qui di seguito la lettera che i membri di NO Tubo, con molte sottoscrizioni di singoli e associazioni, hanno inviato al giornalista che ha realizzato la puntata SoleVentoAlberi andata in onda domenica 07.03.2010 su Rai3.

Egregio dott. Loiacono,
dopo l’ultima puntata di Presa Diretta del 7 marzo sentiamo il dovere e la necessità di
scriverle per puntualizzare alcune importanti cose.

In realtà, per essendo d’accordo sulla necessità di orientare il più possibile l’intero comparto della produzione energetica verso le fonti rinnovabili, siamo rimasti allibiti, ci perdoni la franchezza, per la superficialità con cui i vari argomenti sono stati affrontati nella trasmissione.

Nel nostro paese non sono certo i contributi che mancano, da noi le fonti alternative ricevono finanziamenti cospiqui, maggiori che in molti altri paesi.
Difatti, molto spesso, l’unico scopo delle ditte che presentano i progetti ( soprattutto quelli eolici perché hanno la capacità di muovere capitali pubblici più consistenti) è quello di realizzare l’impianto per agguantare pubblico denaro, secondario invece è invece farlo funzionare. E comunque, è ben diverso piantare torri di centocinquanta metri in vaste pianure sulle rive del Mare del Nord (dove almeno il vento c’è), che creare parchi eolici del genere sui più alti crinali delle montagne italiane.

Se molti progetti sono ostacolati dalle popolazioni, dai comitati di cittadini o dalle associazioni è solo perché sono deliranti e approssimativi, per questo motivo vengono proposti quasi sempre cercando di evitare ogni serio confronto.
Non scelte condivise quindi, ma imposte con la forza, il ricatto o con l’ipocrisia del “noi facciamo del bene” e qui si tira fuori l’ambiente da salvare, l’occupazione ecc… bonta loro.
In Italia purtroppo, caschi il mondo, l’unica cosa che conta è far quattrini.
La sua trasmissione del giorno sette ha di fatto amplificato la voce dei predatori di pubblico denaro.

La parte che comunque ci è risultata maggiormente scioccante è quella relativa alla produzione di energia da biomasse.
Non un’esperto forestale si è sentito.
Chi si è espresso, lei compreso, si è limitato a manifestare l’ansia di trasformare le foreste dell’Appennino in truciolame da ardere.
La sua espressione riferita ad un bosco da trasformare in gas ci è sembrata aberrante,
ci pare di ricordare che i termini fossero questi:
“ qui prima non ci veniva nessuno e tutto questo legname era inutile” .
Considerare inutile un bosco solo perchè nessuno lo brucia ci pare folle.
Anche senza addentrarsi in valutazioni di tipo naturalistico, si capisce che i boschi e le foreste sono qualcosa di molto più complesso e ricco di una serie di pali da ardere.
La quantità di anidride carbonica trattenuta dai boschi, soprattutto quelli maturi, non è poca cosa.
Dire che bruciandoli non se ne libera di nuova, perché comunque era gia in circolo, risulta incomprensibile.
Nella fase di decomposizione naturale di un albero il rilascio avviene in tempi molto lunghi, se questo viene arso il processo si riduce a pochi minuti, non è esattamente la stessa cosa.

Paragonare in ogni caso la realtà territoriale Austriaca, o di altri paesi europei, con quella italiana è fuorviante.
Il nostro territorio è in gran parte montuoso e il tipo di sfruttamento meccanizzato visto nel suo servizio sarebbe improponibile.
Ma la cosa che più ci ha sorpreso è la totale ignoranza sulle attuali condizioni del nostro patrimonio forestale.
E’ stato mostrato un rimboschimento di pini attorno al lago di Vico, individuando alcuni alberi malandati, e si è proiettata la stessa situazione su tutto l’Appennino.
Un rimboschimento di pini asiatici e un bosco naturale non sono affatto la stessa cosa.

Inoltre, potrà valutarlo dalle foto che alleghiamo, lo stato del nostro patrimonio forestale non è esattamente quello di “abbandono” che il suo servizio ha voluto far passare. Nella maggior parte del territorio (specie in Italia Centrale) lo sfruttamento è già intensivo e pesante, e la quantità di biomassa estratta dalle nostre foreste è imponente. La maggior parte dei boschi peninsulari è gestita a “ceduo”, con tagli a raso su vaste superfici, a intervalli di neppure 15 anni. I fenomeni di dissesto idrogeologico che ne derivano sono tanto imponenti quanto nascosti, nel senso che nessuno ne parla e si preferisce attribuire ogni colpa agli incendi, piuttosto che a “motosega selvaggia”, gestita per di più da terzisti che utilizzano extracomunitari “a cottimo”, lavoratori che non hanno un briciolo di formazione alle loro spalle. Senza parlare delle condizioni di sicurezza sul lavoro.
Per questo motivo, soprattutto, occorre razionalizzare la gestione della foresta italiana, legata ad un maggior rispetto complessivo dell’ecosistema forestale, che preveda la difesa del suolo e la produzione di assortimenti diversificati e non solo biomassa combustibile, così com’è ora. E all’interno di questa gestione è prevedibile anche un utilizzo del tipo da lei proposto, ma su base sicuramente molto diverse e in casi specifici ( esempi positivi per fortuna ci sono).


E’ desolante e triste vivere in un paese così.
C’è chi per fare affari ripropone il nucleare in barba a tutte le considerazioni economiche, di sicurezza e soprattutto di democrazia, gli italiani si sono già espressi chiaramente con un referendum.
Per contro, chi vorrebbe sostenere le altre fonti lo fa a volte, come è successo nella sua trasmissione, in modo approssimativo o comunque non meno aggressivo.

PS: tenga conto che chi sottoscrive questa lettera la ritiene uno dei migliori giornalisti italiani, segue la sua trasmissione, che è una delle oramai poche fonti di informazione rimaste nel paese. Ma quest’ultima trasmissione, come avrà capito, ci ha lasciati di sasso: è stata uno scivolone rovinoso su una buccia di banana.

martedì 9 marzo 2010

PRESADIRETTA Sole Vento Alberi 07.03.2010

L'energia da fonti rinnovabili, la grande scommessa per l'ambiente, il volano dell' economia nei prossimi anni. In Germania e Austria le leggi vigenti hanno incentivato gli investimenti di che vuole produrre elettricità dal sole, da....

















sabato 6 marzo 2010

E se reinventassimo il pubblico?

documento pubblicato ieri da Il Manifesto

COMMENTO | di Ugo Mattei
E se reinventassimo il pubblico?
Ci eravamo forse illusi che la grande crisi dell' autunno 2008 potesse cambiare le coordinate culturali in cui si muove l'Occidente. Così non è stato. L' impressionante opera ideologica di costruzione delle virtù del privato sembra aver tenuto. Non siamo arrivati in tempo. Il pubblico non ha saputo rifondarsi culturalmente, non ha saputo creare un argine di consenso capace di difenderlo dall'espropriazione e dal saccheggio. E il pensiero liberale non è stato chiamato a render conto del proprio ruolo nella devastazione produttivistica del nostro pianeta.

Molti, anche a sinistra, continuano a proclamarsi liberali senza vergogna, anzi con orgoglio. Ma a bene vedere privilegio di nascita (in Occidente) e cupidigia infinita nell'accumulo di ricchezze sono le coordinate di quel pensiero. Sviluppo e crescita sono le ossessive parole d'ordine dello stesso sindacato....

Concorrenza e competizione fra individui hanno soppiantato qualsiasi disegno di cooperazione e comunità. Il consumatore ha sostituito il cittadino. Non c'è area del pubblico in cui una privatizzazione (spuria) non sia stata realizzata o non sia quantomeno minacciata. Iri, Eni, banche, Alitalia, ferrovie, università, acqua, Tirrenia, beni culturali, sanità, demanio, manutenzione stradale, televisione, carceri, difesa, protezione civile... Prima era lo Stato imprenditore a essere sotto assalto; adesso si sostiene la logica del profitto perfino per quelle funzioni primarie (giustizia e difesa) che lo stesso pensiero liberale considerava riservate allo Stato, e da gestirsi perciò nella logica politica dell'interesse comune e non secondo quella della «mano invisibile».

Intendiamoci, gran parte del settore pubblico funziona male, l' Università baronale è indifendibile, i pendolari sono trattati come il bestiame... Il paradosso non è nell'analisi ma nella ricetta. A causa di un dito rotto uso male una mano per mangiare: amputiamola e svolgiamo la stessa funzione con i piedi!

Il pubblico che funziona male viene smantellato piuttosto che rafforzato, reso più debole piuttosto che ristrutturato. L'assunto di fede è che il privato funzionerà meglio, come se non avessimo abbastanza esempi di imprenditoria privata (certo non solo nel nostro paese) corrotta, miope e parassitaria, a cominciare dalla Fiat. Eppure piuttosto che far funzionare il pubblico, motivandone i lavoratori (riconoscendo per esempio che saranno pure fannulloni ma sono gli unici a pagare le tasse sul loro intero reddito), preferiamo mangiare con i piedi. Basterebbero i dati sull'evasione fiscale, che riguarda interamente il settore privato per capire come qui ci sia qualcosa che non va. Per capire che l'ideologia predatoria del capitalismo ha inventato la virtù del privato che è e resta ricerca materialista del profitto e dell'avere.

Un'onesta fenomenologia comparata deve confrontare il pubblico virtuoso col privato virtuoso e il pubblico patologico col privato patologico. La ricerca del modello misto deve partire da qui. Il privato, pur se virtuoso, persegue il profitto. Il pubblico l'«interesse pubblico» sotto forma di sostenibilità economica del servizio accompagnata alla distribuzione dei benefici a tutti coloro che, contribuendo alla fiscalità generale, ne sono i proprietari.

L'esclusione del profitto privato tipica del pubblico virtuoso inserisce un delta a suo favore nella gestione di qualsiasi attività economica sotto forma del quantum di profitto che, invece di essere assorbito dal capitale privato, viene ridistribuito fra tutti i consociati. La presenza di questo delta dovrebbe inserire una presunzione a favore del pubblico per ogni attività economica di pubblico interesse (includendo in quest'ambito la piena occupazione).

Non più quindi pubblico soltanto laddove il privato fallisce, ma, al contrario, privato soltanto laddove il pubblico fallisce. Per esempio, la salvaguardia occupazionale di una realtà come Termini Imerese dovrebbe passare attraverso l'allestimento di impresa pubblica senza scopo di lucro volta a operare in settori virtuosi dal punto di vista della sostenibilità ecologica: nuovi trasferimenti di denaro pubblico a operatori privati motivati dal profitto e dalla crescita è un paradosso frutto di un modello culturale che assume un ruolo meramente sussidiario del pubblico, quando sussidiario (ai sensi anche degli art. 41, 42 e 43 della Costituzione) dovrebbe essere quello del privato.

Negli anni della «fine della storia» il Nobel ultraconservatore James Buchanan ha indicato nella massimizzazione delle possibilità di essere rieletti la principale motivazione dei politici. Mentre un tempo dire a un politico: «Vuoi solo essere rieletto!» conteneva una nota di biasimo, oggi il pensiero dominante giustifica i continui tradimenti delle promesse di cambiamento (Obama docet), considerandoli passi necessari per la rielezione in un contesto dominato dalle corporations. Mi pare emerga così la natura del modello spurio fondato sul «contagio» politico e culturale fra pubblico e privato, in cui quest'ultimo apporta le sue motivazioni individualistiche, mentre il primo conferisce l'assicurazione contro il rischio d'impresa (too big to fail).

Possiamo osservare un rapporto inverso fra la dimensione di un'istituzione e la qualità del suo output. Grandi istituzioni, pubbliche o private che siano, tendono a risultati qualitativamente peggiori rispetto a piccole istituzioni. Il settore privato tende a crescere, per aumentare i profitti. Il settore pubblico viceversa presenta limiti di crescita strutturalmente collegati alla sua giurisdizione. In altre parole, mentre nel primo caso la fisiologia vuole una crescita quantitativa accompagnata da un declino qualitativo, nel secondo caso i limiti giurisdizionali possono essere tracciati e modificati al fine di governare il rapporto quantità/qualità.

È cioè possibile ripartire da una organizzazione del pubblico che punti alla dimensione ideale valutata dal punto di vista della qualità dell'output, cosa strutturalmente impossibile per il privato. Un privato che gestisce l'acqua vorrà che se ne consumi di più e uno che gestisce prigioni vorrà che ci siano più prigionieri. Per questo il settore pubblico va salvaguardato dal contagio con la logica del profitto.

È in questo ambito che sono da valutarsi le diverse ipotesi di federalismo più o meno accentuato rese possibili dalla riforma dell' art. 117 della Costituzione. La valorizzazione del comune, con potestà fiscale autonoma in riferimento al governo del territorio, è desiderabile perché l'azione politica, più vicina ai cittadini, può essere maggiormente oggetto di valutazione qualitativa. La fiscalità comunale potrebbe retribuire adeguatamente funzionari locali capaci e meritevoli, innescando così un circolo virtuoso dal punto di vista del capitale sociale.

D'altra parte i comuni, per dimensioni, tendono a essere deboli nei confronti di interessi privati anche di dimensioni relativamente modeste, il che comporta la necessità di rafforzare il livello politico-istituzionale sovraordinato. Amministrazioni regionali e soprattutto statali vanno a loro volta ri-armate a supporto dell'azione politica comunale e a tutela di quegli interessi «sovrani» la cui difesa deve essere rafforzata in quanto particolarmente appetibili per il grande capitale in virtù delle potenzialità di profitto monopolistico.

venerdì 5 marzo 2010

Pesticidi nel Mazzaro. Era il 2000

Fin dal 2000 il Ministero dell'Ambiente ha lanciato l'allarme sul gravissimo stato di inquinamento del fiume Mazzaro. Un circostanziato articolo pubblicato sul Giornale di Sicilia del 17 settembre 2000 denuncia che nelle acque del fiume, abbandonato alla più assoluta incuria, fra l'altro, è presente una rilevante quantità di pesticidi.

Nonostante l'allarme lanciato dal Ministero e osservate le condizioni in cui ancora oggi si trova il fiume, pare che nessuna autorità abbia ritenuto di dovere intervenire in modo radicale per scongiurare l'estendersi e l'aggravarsi dell'inquinamento.

Questo comitato ritiene che quanto rilevato dal Ministero ha sicuramente concorso all'inquinamento chimico delle acque di falda dalla quale si approvvigiona l'acquedotto comunale.

La notizia nella speranza che quanto oggi pubblicato possa aiutare le autorità, da altro distratte, ad affrontare seriamente il grave problema dell'inquinamento che, come si legge, da decenni incombe sulla città.
(clicca per ingrandire)

giovedì 4 marzo 2010

Il movimento per l'Acqua conquista altri spazi



COMUNICATO STAMPA

Lunedì 1 marzo si è costituito il “Forum Provinciale per l’acqua bene comune” aderente al “Forum Siciliano dei movimenti per l’acqua pubblica”
Promotori del Forum Provinciale di Enna sono state le tre organizzazioni sindacali rappresentate rispettivamente da E. Velardita, G. Aleo e B. Murgano, il Coordinamento dei Comitati Cittadini Ennesi rappresentati da C. Garofalo, E. Ferragosto e S. Pruiti, il Comitato Civico Acqua Leonforte rappresentato da A. Scavuzzo e G. Guagliardo, il Comitato di Agira rappresentato da E. Pistorio e la Federazione della Sinistra rappresentata da R. Consiglio.
I promotori hanno ampiamente discusso del problema dell’acqua, sia alla luce del recente provvedimento di legge approvato in Parlamento che ha privatizzato questo bene ritenuto da tutti un bene comune, essenziale all’individuo e di conseguenza non mercificabile, sia alla luce del fatto che la Provincia di Enna è stata tra le prime, ormai da anni, ad avere privatizzato il servizio.
Il Forum è aperto a tutte quelle associazioni ed organizzazioni, anche politiche, che a livello nazionale o territoriale hanno sposato la causa di non privatizzare il servizio idrico e di richiederne, li dove ciò è avvenuto, con opportune iniziative la ripubblicizzazione.
Il Forum, in linea con le decisioni prese e da prendere dai già costituiti Forum regionale e nazionale si impegna da subito ad organizzare un’ampia e significativa presenza alla manifestazione nazionale che si terrà a Roma il 20 marzo contro la privatizzazione dell’acqua e ad assicurare la presenza alla riunione del Forum regionale che discuterà, tra l’altro, della proposta di legge di iniziativa popolare, per la Regione Sicilia, di ripubblicizzazione del servizio idrico, sostenuta da decine e decine di Consigli Comunali e Sindaci di tutta la Sicilia organizzatisi allo scopo in un Coordinaemnto EE.LL. che hanno approvato con apposite delibere di Consiglio l’inserimento nei propri Statuti comunali della frase “ l’acqua è un bene comune privo di rilevanza economica, non sottoponibile nella sua gestione a logiche di mercato”.
I promotori, nel sancire i principi ispiratori del Forum, hanno aggiornato la riunione alla prossima settimana, nella quale decideranno e metteranno a punto le iniziative pubbliche da intraprendere in tutta la Provincia di Enna.

I promotori
CGIL-CISL-UIL
COORD.PROV.COMITATI CITTADINI ENNESI
COMITATO CITTADINO ACQUALEONFORTE
COMITATO DI AGIRA
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

mercoledì 3 marzo 2010

Ripubblicizzazione del servizio idrico.Il Consiglio Comunale di Sciacca delibera favorevolmente


(Notizia tratta da
"L'Altra Sciacca")


Durante la seduta 1 Marzo 2010, il Consiglio Comunale di Sciacca ha approvato la proposta di legge di iniziativa dei consigli comunali "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia".

Approfondimenti al link:
http://www.laltrasciacca.it/

martedì 2 marzo 2010

Acqua senza padroni!

Tutti a Roma
I comitati e i movimenti, nati in tutto il territorio nazionale spontaneamente per contrastare le logiche dei poteri forti, il 20 marzo, uniti, marceranno per la ripubblicizzazione dell’acqua, ma anche per rivendicare "l’inalienabile diritto di tutte/i a decidere e a partecipare alla gestione dell’acqua e dei beni comuni, del territorio e dell’energia, della salute e del benessere sociale."