Pagine

sabato 19 dicembre 2009

Il Parco delle Egadi e del Litorale del Trapanese

Il Pantano Leone di Campobello merita di essere accolto nel Parco delle Egadi e del Litorale del Trapanese



Raro esemplare di aquila minore ripreso al Pantano Leone



(clicca per ingrandire)

giovedì 17 dicembre 2009

Intervento del consigliere Mauro-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento di Leonardo Asaro-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento di Mons.Domenico Mogavero-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento del sindaco Ciro Carava'-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento di Pietro Vellutato-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento di Giovanni Giaramidaro parte I-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento di Giovanni Giaramidaro parte II-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

Intervento del consigliere Pecunia-Consiglio Comunale 19.11.2009

Seduta aperta su "Scarico di fanghi da distillazione da parte della ditta Bertolino in territorio di Mazara del Vallo"

martedì 15 dicembre 2009

Dibattito su privatizzazioni e beni comuni

Università La Sapienza

Facoltà di Fisica

Martedì 15 Dicembre
Ore 15.00

Nella settimana del vertice sul cambiamento climatico di Copenhagen

DIBATTITO SU PRIVATIZZAZIONI E BENI COMUNI


Cochabamba 2000:
la prima Guerra dell’Acqua.
In Bolivia un popolo ridotto alla sete dalle multinazionali si riappropria dell’acqua e della capacità di decidere.

Italia 2009:
il Governo privatizza l’acqua e i servizi pubblici. I cittadini e le comunità locali si mobilitano.

Copenhagen 2009:
i potenti del mondo si riuniscono nel vertice sull’ambiente per prendere ancora una volta decisioni inutili e insufficienti sul destino del mondo. Gli attivisti di tutto il mondo si ritrovano per contestarli e proporre alternative reali.

Incontro con:

* OSCAR OLIVERA, protagonista della Guerra dell’Acqua in Cochabamba, sindacalista e membro della Coordinadora del Agua y la Vida di Cochabamba, Bolivia.

* RAQUEL GUTIERREZ, scrittrice e attivista messicana.

* JOHN HOLLOWAY, docente di sociologia all’Università di Puebla, Messico. Esperto di movimenti sociali. Autore di “Cambiare il mondo senza prendere il potere”


Partecipa:

* MARCO BERSANI, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


Intervengono: attivisti e studenti di ritorno dalle mobilitazioni di Copenhagen


Durante l’incontro verrà presentato “La Rivoluzione dell’Acqua, la Bolivia che ha cambiato il mondo” Ed. Carta a cura di Yaku e verranno proiettate e messe a confronto le immagini della rivolta di Cochabamba e delle mobilitazioni di Copenhagen.


Assemblea di Fisica
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Associazione Yaku (www.yaku.eu)


BIOGRAFIE OSPITI INTERNAZIONALI

Oscar Olivera Foronda. Segretario del sindacato operaio di Cochabamba, Bolivia. Esponente del Coordinamento in Difesa dell’Acqua e la Vita (Coordinadora en defensa del Agua y la Vida), l’organizzazione popolare nata all’indomani della Guerra dell’Acqua di Cochabamba (aprile 2000)per difendere il diritto all’accesso all’acqua, e per promuovere la gestione orizzontale e partecipata dei beni comuni (tipico anche della stessa cultura indigena andina), Oscar è stato insignito nel 2002 dal premio Goldman (il cosiddetto “nobel per l’ecologia”), un riconoscimento a livello mondiale per il suo impegno a favore della lotta in difesa dell’acqua come diritto umano, ambientale e bene comune. Con tale premio, Oscar ha fondato la Fundacion Abril, che si occupa di cooperazione internazionale sulle tematiche dell’acqua e del diritto dei lavoratori.
Dal 2006 la Fundacion Abril è partner dell’associazione Yaku in diversi progetti ed iniziative, e dal 2008 è referente del progetto Scuola Andina dell’Acqua.

Raquel Gutiérrez Aguilar. Matematica, sociologa, autrice di numerosi saggi (L’ultimo, del 2008, è “Il ritmo del Pachakuti”), fondatrice del Centro di Studi Andini e Mesoamericani, A partire nel suo Messico, poi in San Salvador, un lungo ed intenso percorso di battaglie ed attivismo per i diritti civili l’ha esposta all'esilio, ventenne, in Bolivia, e al carcere, nell'aprile del 1992, quando senza processo è stata detenuta per cinque anni a La Paz. Con lei c’era anche Alvaro García Linera, attuale vicepresidente del governo Morales. Raquel Gutiérrez è stata scarcerata il 25 aprile 1997 dopo un lungo sciopero della fame che attirò l'attenzione internazionale sul suo caso favorendone la liberazione. Nel 2001 ha potuto far ritorno in Messico, dove attualmente vive e lavora come scrittrice e docente e con un gruppo di donne ex detenute.

John Holloway. E’ un giurista, sociologo e filosofo irlandese. Si è interessato con i suoi lavori all’esperienza del movimento zapatista messicano. Nato a Dublino, è stato a lungo docente di Scienze Politiche all’Università di Edimburgo. Dal 1991 vive in Messico, dove insegna all’Università per le Scienze Umane e Sociali di Puebla. Tra gli altri, ha pubblicato il libro “Cambiare il mondo senza prendere il potere” ed Carta

giovedì 10 dicembre 2009

Il movimento dei sindaci contro la privatizzazione dell'acqua

"...Nei prossimi giorni ci si attende che si riuniscano i consigli comunali di tante altre città medio-piccole, come Vittoria nel ragusano e altri comuni delle province di Catania e Trapani come Mazara del Vallo. La speranza è che il movimento dei sindaci trovi la forza anche nelle città maggiori...". Alessandra Fava su il manifesto
(leggi tutto l'articolo, clicca per ingrandire)


lunedì 7 dicembre 2009

Rifiuti tossici nelle cave in disuso

(clicca per ingrandire)


Ma come si fa a sopportare la passività sulle emergenze?
Sempre così a Mazara del Vallo, poi, quando il peggio è avvenuto, si grida, si cerca il colpevole e si fa a scarica barile.

Amministratori e consiglieri dove eravate, dove siete adesso che nella vicina Marsala si agisce per indagare sulle piaghe di questo territorio? Quante volte si è dovuto dire che le cave tra Marsala e Mazara del Vallo nascondono scorie radioattive! Quanta gente deve ancora morire per accorgervi che "forse" qualcosa "dovete" fare!

Dovete lavorare!

Siete pagati per questo. Come potete dormire la notte, sapendo che da voi dipende la salute dei cittadini? Se non siete capaci, studiate, se non capite ciò che studiate, fatevelo spiegare, ma non continuate, per favore, non continuate a chiedervi che cosa sta accadendo e chi mai l'ha fatto accadere.

Questo lo fanno i cittadini, voi dovete produrre atti. E, invece, convocate consigli comunali e provinciali nei quali vi mostrate sprovveduti e buoni solo a fare dichiarazioni di principio.

Ma finiamola! I cittadini chiedono perché l'acqua è inquinata, chi l'ha inquinato, cosa si nasconde nelle cave, cos'altro attenta alla loro salute oltre ai nitrati. E chiedono soprattuto, anzi pretendono, perché è un loro diritto, l'eliminazione del pericolo.

E voi non rispondete.

Il Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio ha dovuto raccogliere 4.016 firme, nel lontano 1998, per bloccare l'insediamento di una megadistilleria che avrebbe avvelenato terra, acqua e aria.

Nel 2007 ne ha raccolto 315 a sostegno dell' esposto-denuncia sull"effetto nitrati" in falda.

Nel mese di maggio di questo anno, ha avviato ancora una raccolta firme per contrastare un nuovo problema: la privatizzazione dell'acqua e sempre chiedere la soluzione del "problema nitrati" (ancora nulla è stato fatto). E sono 2000 le firme consegnate a luglio per la soluzione dei due problemi, dei quali non si sa quale sia il peggiore.

Ma, insomma, cosa devono fare ancora questi cittadini?

È possibile che lavorino da assessori e consiglieri, mentre gli assessori e i consiglieri fanno i cittadini?

E guardatevi attorno una buona volta! Quantomeno imitate quello che fanno le amministrazioni dei comuni vicini.
Li leggete i giornali?

venerdì 4 dicembre 2009

Due rubinetti in strada per centocinquanta famiglie

...con le parole di Alex Zanotelli

Napoli, 4 DICEMBRE 2009
Acqua privatizzata
“ANCORA UNA VOLTA, MALEDETTI VOI….!”

Quanto sta accadendo in queste ore a Zingonia, in provincia di Bergamo, è sconvolgente. Cento cinquanta famiglie di migranti - che abitano in sei condomini - sono da due giorni senza acqua, dopo l’azione di distacco del gestore A2A. L’azienda lombarda - che è la stessa che gestisce l’inceneritore di Acerra - non ha tenuto in nessun conto la difficilissima situazione economica delle famiglie di Zinconia, molte delle quali con bambini piccoli, tagliando i tubi e mettendo due rubinetti pubblici in strada. Ieri sera erano tanti i senegalesi e i magrebini che gridavano nelle strade di Zingonia “acqua, acqua”, ignorati dall’intera stampa nazionale. Hanno provato a racimolare tutti i loro piccoli risparmi, offrendo di pagare subito quello che era possibile. Ma il comune di Ciserano e A2A hanno chiesto decine di migliaia di euro solo per poter iniziare la trattativa.
E’ dunque chiaro ora cosa nasconde l’articolo 15 del decreto Ronchi approvato dal parlamento. Questa è la vera faccia della privatizzazione dell’acqua, che creerà altra esclusione sociale, attaccando gli ultimi, i più deboli, costringendo centinaia di famiglie a lavarsi in strada in pieno inverno. Tagliare l’acqua ai più poveri è un atto contro l’umanità che non ci potrà lasciare indifferenti

Alex Zanotelli

giovedì 3 dicembre 2009

Chi ci salva dai nitrati?

L'acqua a Mazara del Vallo non è buona.
La falda è inquinata per la presenza di una altissima concentrazione di nitrati che, da più di dieci anni, per molti mesi continuativamente, oltrepassa i limiti di legge, e non di poco.

Ad oggi, le proteste dei cittadini, le richieste di intervento a tutela della salute pubblica, indirizzate ai sindaci di turno, non hanno sortito effetti risolutivi.

Si potrebbe dire che, se fino ad ora la gestione pubblica non si è dimostrata adeguata, passando alla gestione privata, si potrebbe avere finalmente l'acqua buona.

È quanto il Governo ha pensato per tutti i problemi riguardanti il servizio idrico nazionale, anche dietro richiami dell'Ue, antichi e recenti: far fare ad altri quello che i comuni non sanno fare o non possono fare per mancanza di fondi.

Per queste ragioni è nata la Legge Galli ed oggi l'Art. 15 del decreto Ronchi recentemente approvato, ne rafforza l'indirizzo verso l'assoluta privatizzazione.

Ma la legge Galli, 5 gennaio 1994 n.36, pensata come rimedio, si è tradotta in un danno peggiore.Con la nascita degli ATO, infatti, i Comuni che hanno consegnato le reti a società private hanno solo visto gli aumenti del canone e ancora aspettano il risanamento delle reti.

Questa è storia. Le tariffe, tra il 2002 e il 2008, sono aumentate del 30% e gli investimenti nei servizi nel decennio 1990-2000 sono calati del 70%).
E, d'altra parte, si è mai vista una società che reinveste tutti gli utili per il bene del cliente? Piuttosto risparmia sulla materia prima e sul processo produttivo per fare maggiori utili.

E dunque, nel caso in questione, premesso che il risparmio sulla materia prima non si pone perché la "materia prima acqua" non la si acquista in quanto l'acqua è in natura, la prassi seguita dalle società che si sono accaparrate la gestione del servizio idrico è quella di lasciare le reti colabrodo, ridurre i controlli sulla qualità e caricare sui cittadini-utenti la spesa per strutture, mezzi e personale, quest'ultimo aumentato, negli ATO, oltre misura per ragioni clientelari.

Solo le società pubbliche garantiscono il servizio senza utili e, se c'è volontà politica, possono pure indebitarsi per garantirlo al meglio.

Ma, con l'approvazione del decreto legge 135/09 (decreto Ronchi), avvenuta il 10 settembre, e la successiva conversione in Legge del 19 novembre, questa possibilità è morta.

Una volta che sarà formulato il regolamento attuativo, in data odierna all'esame del Consiglio dei Ministri, bisognerà fare i conti con l'Art.15 che prevede alla data del 31 dicembre 2011 la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubbliche, controllate dai comuni (in essere alla data del 22 agosto 2008) o la cessione del 40% del pacchetto azionario.

Ad oggi a Mazara del Vallo le reti non sono state consegnate ad alcuna società privata, abbiamo ancora, contrastando l'applicazione della legge Galli e dell'Art.15, la possibilità di agire nei confronti dell'amministrazione, fatta di concittadini che rispondono agli elettori, che bevono la stessa acqua, che, se abbiamo votato bene, possono sempre risolvere tutti i problemi e garantire un buon servizio e la qualità dell'acqua, per se stessi e per tutti i cittadini.

Potremmo nutrire le stesse aspettative se a gestire fosse una multinazionale che sta da un'altra parte del mondo, disconosce principi ed etica e per il denaro distrugge il mondo?

La città di Mazara del Vallo recentemente ha scelto un sindaco che in campagna elettorale e appena eletto si è impegnato con il Comitato per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio e tutti si attendono gli atti conseguenti.

Ha sottoscritto l'adesione al Coordinamento degli Enti Locali per l' Acqua Bene Comune e ha promesso la modifica dello statuto per dichiarare l'acqua bene comune non mercificabile, la cui proprietà è pubblica.

Quest'ultimo è il primo e più sicuro atto di contrasto, con effetto immediato, che ogni comune può compiere.
Tutto ciò per allinearsi agli indirizzi del Forum italiano dei movimenti per l'Acqua.

Sul fronte locale, contemporaneamente, ha dichiarato assoluto impegno a risolvere il "problema nitrati" e risulta abbia prodotto atti in questa direzione già prima di occupare la carica di sindaco.

Se non ci si affretta a vincolare la proprietà dell'acqua al Comune, oggi o mai più si potrà risolvere questo problema. L'inquinamento della falda acquifera, incombe pesantemente sui cittadini come una spada di Damocle e rischia di aggravarsi.

È incredibile l'immobilismo con il quale i preposti al controllo e la magistratura lasciano che i cittadini assistano all'impunita aggressione al territorio, tale da determinare l'inquinamento dell'acqua di falda.

Solo l'individuazione dei colpevoli permette di bloccare la causa e di conseguenza l'effetto. E solo ai colpevoli è da addebitare il risanamento, come legge vuole, a costo zero per il Comune.
Ma quante volte si è detto!
I cittadini sono stanchi di aspettare chi li salverà dai nitrati.

mercoledì 2 dicembre 2009

Lago di liquami nella piana di San Nicola

Da ACLI Anni Verdi riceviamo e pubblichiamo

Nella Piana di San Nicola, in direzione della contrada Campana Misiddi, nei pressi della discarica del comune di Campobello di Mazara, proprio nella zona SIC e ZPS che per le specie animali dovrebbe costituire il corridoio naturale di connesione tra il Pantano Leone e la Riserva Lago Preola e Gorghi Tondi, in seguito allo scarico di liquami di ogni sorta si è formato un nuovo specchio d'acqua putrida e maleodorante.



Gli automobilisti che transitano per la strada che costeggia questo lago di liquami spesso sono colti dal dubbio che possano essere gli scarichi della distilleria Bertolino. Non è così, perché questi sono scarichi abusivi di cui nessuo parla e che nessuno si preoccupa di bloccare.
I naturalisti di ACLI Anni Verdi e dal 2007 che in maniera pressante invitano sia il Comune di Campobello di Mazara, sia il Distaccamento Forestale di Castelvetrano, ad adoperarsi affinché pongano fine a quest'altro sconcio che, tra l'altro, rispetto ai fanghi della Bertolino, minacciano più da vicino i pozzi comunali di San Nicola.
ACLI Anni Verdi

Comunicazione al sindaco

Ill.mo Signor Sindaco
On. Nicola Cristaldi
Comune di Mazara del Vallo


Mazara del Vallo li 01.12.2009
Oggetto: Modifica dello Statuto




Ill.mo Signor Sindaco,

noi del Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo abbiamo seguito la sua attività dal momento del suo insediamento e sappiamo che sta lavorando per realizzare quanto promesso in campagna elettorale. Assorbito dai numerosi impegni, forse non ha ancora avuto il tempo di ricordarsi di averne assunto uno con il Comitato. Avremmo atteso ancora, ma quanto è avvenuto a livello di governo nazionale ci impone di richiederLe di onorare al più presto l'impegno.

Mercoledì 18 novembre è stata votata la fiducia alla Camera sul decreto 135/09 e giovedì 19 novembre è stato approvato definitivamente il testo del decreto (302 voti a favore e 263 contrari).

La sua conversione in legge sottrarrà ai cittadini ed alla sovranità delle Regioni e dei Comuni l’acqua potabile di rubinetto.

Noi pensiamo che sia un epilogo da scongiurare, sia per un concetto inviolabile che annovera l’acqua come un diritto universale e non come merce, ma anche per le ripercussioni disastrose che una privatizzazione potrebbe generare sui cittadini in funzione della crescita delle tariffe.

In piena campagna elettorale questo Comitato Le ha sottoposto un questionario con sei domande a risposta chiusa - un sì /no da sbarrare – con il quale Le richiedeva di esprimere “la Sua personale posizione e le azioni che intendeva intraprendere nei confronti dei cittadini ed elettori per garantire una gestione pubblica, partecipata e solidale da parte dei cittadini”.

Lei ha risposto con un sì a tutte le sei domande:

- qualora eletto, si è dichiarato disponibile ad affrontare, tra i primissimi punti del Suo mandato, la questione relativa al "BENE COMUNE ACQUA" e alla sua gestione;

- si è impegnato ad inserire nello Statuto comunale il riconoscimento che “l'acqua è un bene comune, un diritto universale e che, a tal fine, il Servizio Idrico Integrato (SII) deve essere sottratto alle logiche del mercato e considerato privo di rilevanza economica”;

- si è impegnato, una volta eletto, a far aderire il Comune al Coordinamento Regionale e Nazionale degli EE.LL. per la gestione del servizio idrico (cosa che ha già fatto, con la delega al vice sindaco a dichiarare l'adesione nell'incontro che si è tenuto il 7 luglio a Palermo, nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni ;

- si è reso disponibile ad impegnare il Comune per difendere, a livello di Assemblea dell'ATO, la gestione pubblica dell'acqua attraverso società totalmente controllate dai comuni o l'affidamento a strutture consortili di Diritto Pubblico, condivise con altri comuni che prevedano meccanismi di partecipazione dei cittadini;

- si è impegnato a sostenere, a livello di Regione Siciliana, la presentazione di una proposta di legge di ripubblicizzazione del Servizio Idrico che affidi ai Comuni la scelta dei modelli di gestione diretta del Servizio idrico attraverso Enti di Diritto Pubblico;

- si è impegnato a contrastare con atti amministrativi ed iniziative politiche il processo di privatizzazione dell'acqua, in atto nella propria provincia.

Lunedì 6 luglio le sono state consegnate 2000 firme a sostegno della richiesta di delibera per inserire nello statuto l'affermazione che l'acqua è un bene pubblico e per sua natura non soggetto a speculazione o a commercio.

Nel riceverle, Lei ha riconfermato l'impegno assunto in campagna elettorale e si è dichiarato disponibile ad adottare i provvedimenti a tal uopo conseguenziali e che con la presente sollecitiamo.

Come è a sua conoscenza, da quando il Forum italiano dei movimenti per l'Acqua ha lanciato la campagna "Salva l'Acqua", molti Comuni hanno già deliberato in tal senso e molti sono quelli che si accingono a farlo in questi giorni.

Le comunichiamo che in data odierna siamo stati convocati dalla Commissione Consiliare per le Garanzie Statutarie e in quella sede abbiamo consegnato tutta la documentazione in nostro possesso, utile per procedere alla modifica dello statuto, così come avevamo già fatto in data 26 marzo 2009, consegnandola al sindaco pro tempore. Documentazione che è sicuramente a sua conoscenza.


Rispettosi saluti

Per il Comitato
Silvana Mannone

Per l'acqua pura e per l'acqua pubblica

Comunicato Stampa
Il Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo - in attesa di essere ricevuto dal sindaco, che in campagna elettorale si è dichiarato a favore dell'acqua pubblica - ha accettato l'invito del presidente della Commissione Consiliare per le Garanzie Statutarie.

Ieri, 1 dicembre, alle 11.00, una delegazione del Comitato composta da Silvana Mannone e Giovanni Giaramidaro si è incontrata con la Commissione per fornire le informazioni utili a contrastare la privatizzazione dell'acqua attraverso la modifica dello statuto, oltre che illustrare tutte le iniziative programmate dal Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua, cui il Comitato aderisce, e dal Coordinamento degli Enti locali per l'Acqua Bene Comune.

I componenti la Commissione sono apparsi abbastanza determinati a portare in consiglio la proposta di modifica dello statuto.

Successivamente, alle ore 18.00, la delegazione ha tenuto una relazione all'Auser per informare i soci sui problemi locali relativi alla minaccia di nuovi sversamenti di fanghi da distillazione in territorio dove insistono i pozzi di approvvigionamento idrico.

Ha proseguito aggiornando sull'Art. 15 del decreto Ronchi recentemente approvato e sulle azioni messe in campo a livello nazionale dal Forum e localmente dal Comitato in sintonia con il Forum stesso.

Ancora una volta è stata riscontrata sensibilità e partecipazione da parte dei soci.

Sono stati programmati ulteriori incontri e il presidente, prof. Vito Ingrasciotta, si è impegnato a verificare la disponibilità di rappresentanti dell'amministrazione ad intervenire presso la sede dell'Auser, in interlocuzione con i soci e con i rappresentanti del Comitato, allo scopo di convenire sulle azioni utili a scongiurare i pericoli derivanti sia dall'inquinamento che dalla privatizzazione dell'acqua.

Oggi, martedi 2 dicembre, è stata inviata al sindaco una lettera per sollecitarlo a dare seguito agli impegni assunti in campagna elettorale.
Il Comitato
.

martedì 1 dicembre 2009

Le reti idriche siciliane fanno gola

di Rosario Battiato

http://www.qds.it/index.php?id=2333


Consumo. La gestione idrica nello scenario siciliano.
Il decreto. La Camera dei deputati ha approvato la legge che recepisce una direttiva europea sui servizi pubblici. Uno degli articoli riguarda la regolarizzazione delle partecipate pubbliche.
La conseguenza. Tutti i servizi in house cessano il 31 dicembre 2011, compresi quelli dell’acqua: parte delle Spa che gestiscono i servizi idrici dovranno essere in quota a società private.

Tags: Acqua, Servizi Idrici, Licia Minacapilli, Roberto Cota, Raffaele Fitto


PALERMO - Il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Cota, ha spiegato agli italiani che, nonostante l’approvazione blindata del decreto Ronchi, dove si prevede la liberalizzazione dei servizi pubblici locali compresa la gestione dell’acqua, non ci sarà nessuna multinazionale che verrà in Italia a rubare l’acqua.
La realtà è invece del tutto differente se si prende in considerazione la situazione siciliana dove si prevedono rincari clamorosi delle bollette, il distacco dei contatori per le famiglie inadempienti, mentre alle spalle dell’intero sistema agiranno gli enti gestori in mano alle le grandi multinazionali italiane e straniere che già da tempo si sono insediate nell’isola. L’approvazione del dl Ronchi da parte dei deputati ha idealmente concluso il percorso iniziato dalla Legge Galli nel 1994.

Adesso la gestione del sistema idrico integrato sarà privatizzata e le società già presenti all’interno degli enti gestori nell’Isola sono pronte a lanciarsi in un mercato che promette consumi di acqua in crescita ed aumento delle tariffe che diventeranno tra le più alte d’Italia. Nel 2011 sarà dato il via agli appalti cui potranno partecipare anche società miste. Il ministro Raffaele Fitto difende la maggioranza affermando di aver ottemperato agli obblighi europei e annuncia che entro il 31 dicembre il governo varerà il regolamento di attuazione della riforma.

“Adesso accadrà che la considerazione di acqua come bene comune e quindi oggetto di bisogno diverrà oggetto di business e soprattutto per i siciliani si prevedono tempi duri”. Le parole di Licia Minacapilli, avvocato e attivista del Forum per l’Acqua pubblica, annunciano la prosecuzione di una battaglia che le associazioni stanno già affrontando da diverso tempo. Il decreto Ronchi, seppur mantenendo formalmente l’acqua una risorsa pubblica, di fatto ne affida la gestione ai privati dal momento che la quota di capitale in mano pubblica non potrà essere superiore al 30%. Si è così compiuto il processo iniziato nel lontano 1994 con la Legge Galli attraverso il full recovery cost e la definizione di Ato e del ciclo integrato dell’acqua.

Attualmente in Sicilia si pagano 1,36 euro al metro cubo, una delle tariffe più alte d’Italia, conferma l’ultimo rapporto Utilitas di Federutility, e nel giro di pochi anni, entro il 2015, questa cifra toccherà quota 1,52 euro a metro cubo. La media attuale è tra le più alte del Meridione, ma spicca anche nel Nord del Paese, superando, ad esempio, Veneto, Friuli, Lombardia e Piemonte. Anche nel dettaglio ad Agrigento, ad esempio, secondo Cittadinanza Attiva e Osservatorio dei prezzi, dati del 2008, l’acqua è costata 445 euro annui, una tariffa quattro volte superiore a Milano (106 euro annui). “In Sicilia - ha commentato Minacapilli - gli enti gestori dovranno ammortizzare gli investimenti per le infrastrutture carenti e per la necessità di mantenere in organico anche il personale in esubero”.

Di diverso avviso Raffaele Fitto, ministro per i rapporti con le Regioni, che ha specificato come quella sugli aumenti “sia una polemica strumentale e priva di contenuti perché viene fatta da chi ha provato a fare negli anni scorsi la stessa cosa senza riuscirci”. Ma chi si muove nella foresta degli enti gestori dell’acqua, al punto che lo scorso luglio Francesco Cascio, presidente dell’Ars, aveva esplicitamente chiesto di mantenere pubblico il servizio idrico come risorsa imprescindibile per i cittadini? I grandi gruppi nazionali e internazionali, già ben piazzati all’interno dell’attuale sistema di gestione, potranno adeguatamente affondare i loro interessi nel sistema idrico.

Ad esempio attualmente a Palermo l’ente gestore del servizio sono le Acque Potabili Siciliane, 82 comuni per 1,2 milioni di abitanti ed investimenti complessivi per oltre 850 milioni di euro, di cui 324 nei prossimi 5 anni, una partecipata al 52% da Acque Potabili spa di Torino, che lo scorso 7 ottobre ha firmato il contratto di servizio con l’Amap Spa, una ex municipalizzata. La S.A.P. è costituita dalla Iride Acqua Gas spa (30,86%) di Genova e dalla Smat (30,86%), la Società Metropolitana Acque di Torino.
A Caltanissetta il servizio idrico integrato è invece affidato alla Società Acque di Caltanissetta Spa, che si legge come Società Aqualia - Gestion Integral del Aqua s.a. di Madrid, capofila delle società che compongono Caltacque. Anche a Siracusa non ci si discosta molto da tutto il resto dell’isola visto che la Sogeas Ato Idrico 8 s.p.A è costituita dalla Sogeas Spa (82%) e dalla Saceccav Depurazione Sacede S.p.A (18%). Quest’ultima è interamente privata, costituita da Saceccav Costruzioni, Saceccav Servizi, Architetture Informatiche, Consorzio Seprium, Acque Rieti, Ecologica e Villa Alba e ha sede a Milano, mentre la prima, escludendo la partecipazione al 60% del Comune di Siracusa, appartiene alla Sorgesa Spa di Milano.

I principali sistemi acquedottistici dell’isola sono gestiti da Siciliacque spa, subentrata nel 2004 all’Eas, e che godrà di questa concessione fino al 2044. Il 25% del pacchetto azionario è mano alla Regione Sicilia, che all’inizio ne deteneva il 5% ma poi ha assorbito il 20% dell’Eas, e per il 75% da Veolia, che è una utility francese. I sistemi acquedottistici precedentemente gestiti da E.A.S. e oggi da Siciliacque sono tredici: Alcantara, Ancipa, Blufi, Casale, Dissalata Gela - Aragona, Dissalata Nubia, Fanaco - Madonie Ovest, Favara di Burgio, Garcia, Madonie Est, Montescuro Est, Montescuro Ovest e Vittoria - Gela.


Articolo pubblicato il 01 dicembre 2009

La manifestazione di sindaci, assessori e consiglieri comunali contro il decreto Ronchi di fronte all'Assemblea regionale siciliana

Da lasiciliaweb

Ddl popolare per l'acqua pubblica

All'Ars sit in di centinaia di amministratori comunali di tutta la Sicilia contro la privatizzazione. In prima linea anche un prete di Menfi con una pistola giocattolo: "E' un bene per la vita, bisogna resistere". Tutti chiedono una legge regionale contro il decreto Ronchi

PALERMO - Sindaci, assessori e consiglieri comunali in rappresentanza di circa 100 comuni siciliani hanno manifestato di fronte l'Assemblea regionale siciliana per dire "no" alla privatizzazione delle reti idriche.

Insieme a loro anche i rappresentanti di alcuni comitati cittadini. Tutti chiedono l'approvazione di un disegno di legge all'Ars per la "ripubblicizzazione" delle reti, e chiedono al presidente della Regione di ricorrere contro il decreto Ronchi, recentemente approvato dal Parlamento nazionale, che di fatto facilita la privatizzazione dell'acqua, permettendo di conferire a ditte esterne tutti i servizi pubblici locali.

Il prossimo 4 dicembre i consigli comunali delle amministrazioni che si oppongono alla privatizzazione delle reti idriche si riuniranno in contemporanea per avviare la procedura di presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare all'Ars, che prevede il ritorno alla gestione pubblica delle reti idriche in Sicilia.

LA LEGGE E' FERMA ALL'ARS
. Attualmente all'Ars è depositato un disegno di legge che chiede il ritorno alla gestione pubblica delle risorse. Il ddl, che su iniziativa delle amministrazioni comunali dovrebbe essere 'trasfromato' in testo di iniziativa popolare, parte dal presupposto che sebbene l'acqua continui ad essere considerata bene pubblico, "la privatizzazione della gestione e delle reti idriche, di fatto, la trasforma in una risorsa sulla quale i privati possono lucrare".

Altra questione di attualità è legata alla recente approvazione da parte del parlamento nazionale del 'decreto Ronchi', che prevede la liberalizzazione dei servizi pubblici locali da parte dei comuni, fra questi anche l'acqua. Chi si oppone alla privatizzazione chiede che la Regione, forte oltretutto della propria autonomia legislativa, debba ricorrere presso la Corte Costituzionale contro il decreto, come hanno già annunciato altre regioni.

IL PRETE CON LA PISTOLA
. In prima linea nella lotta contro la privatizzazione dell'anche padre Saverio Catanzaro, parroco della Chiesa Madre a Menfi (Ag) che ha sfila con una pistola ad acqua. "Lo dice il Vangelo, non è giusto fare affari sulla povera gente: fedeli, cittadini, munitevi di una pistola ad acqua e resistete a questo sopruso".

"La pistola ad acqua è una provocazione - prosegue - ma anche un simbolo per chi vuol resistere pacificamente di fronte ad una ingiustizia. L'acqua è un bene per la vita e sulla vita nessuno deve metter le mani. La privatizzazione, dove c'è stata, ha portato arricchimento per pochi e disagi per tanti. Qualcuno dice che è l'affare del secolo, forse è vero. Io ascolto la gente, e la gente è contraria alla privatizzazione". Quando al comune di Menfi, nei mesi scorsi, è arrivata la richiesta di consegna delle reti idriche, le campane della Chiesa Madre hanno suonato a morte. "Era la morte della democrazia", conclude padre Catanzaro.

I SINDACI
. "Il nostro obiettivo - dice Rosario Gallo, sindaco di Palma di Montechiaro (Ag) - è fare arrivare al parlamento regionale un testo forte, supportato da una decisa e chiara volontà popolare. Serve l'approvazione di almeno 40 consigli comunali che rappresentino una popolazione di 400 mila persone. Ma parallelamente intendiamo avviare anche la raccolta di firme, servono 10 mila adesioni".
Il disegno di legge, intanto, è già stato depositato all'Ars dal deputato regionale del Pd Giovanni Panepinto, che è anche sindaco di Bivona (Ag). "In questo modo - aggiunge Gallo - abbiamo anticipato i tempi".

"Portiamo avanti questa battaglia - dice Michele Botta, sindaco di Menfi (Ag) - perchè che lo chiedono i cittadini. Basta andare nei comuni vicini, dove il servizio è già stato privatizzato, per rendersi conto che la realtà è sconfortante. Le tariffe sono aumentate e i servizi sono peggiorati, se c'è un guasto gli interventi sono effettuati in media dopo 10 o 15 giorni".
25/11/2009