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sabato 30 ottobre 2010

Nulla si crea, nulla si trasforma

Mercoledì 13 ottobre, secondo appuntamento dalla ripresa dei lavori.
Come al solito la discussione va sull'onda dei fatti di cronaca nazionale e locale, per approdare ai temi che il comitato privilegia e che non prescindono dal quadro generale della società.

I TG straripano di casi di imbarbarimento, sembra che la gente, esacerbata dalla mancanza di lavoro e da una vita che perde senso e valore, agisca e reagisca a nervi scoperti su fatti che, pur negativi, non sono che di ordinaria normalità. A una coda non rispettata davanti a uno sportello, a un incidente d'auto, che causa la morte di un cane, si reagisce fino ad uccidere.

Il livello di imbarbarimento cui si è giunti non è solo locale, è generale e Berlusconi è visto come il maggiore responsabile di questa deriva. Gli effetti del suo governo sono, infatti, da considerare più gravi in campo sociale, economico e culturale che in quello strettamente politico.

Intanto lui dichiara che il partito è da rifondare, è il partito che ha sbagliato, non il governo.

Il tema dei partiti, del loro proliferare e dei politici e dei loro voltafaccia è un tema senza fine ed è per questo che la discussione, con brusca virata, passa agli apporti che dagli amici giungono al Comitato. Uno di essi ci ha inviato il link di un interessante video sul riciclaggio.

I rifiuti possono divenire risorsa, materia prima che un'industria utilizza per creare una materia prima-seconda
.

È l'uovo di Colombo: i cittadini "regalano" alla ditta i rifiuti selezionati con scrupolo, la ditta regala ai cittadini il disinquinamento. E ci guadagna! Perché attraverso la lavorazione di quel rifiuto, vende un prodotto che ha già un mercato e in più crea occupazione, che, di questi tempi, non è cosa da poco.

Ma si mandino a quel paese gli Ato Rifiuti e si impiantino industrie del riciclaggio! La verità è che il problema non si vuole risolvere. Certo un tempo non esisteva, eppure l'uomo ha sempre mangiato e consumato.

Alla pagina delle spigolature, su un recente numero della settimana enigmistica, si legge che, a New York, nel '700, la spazzatura, buttata nelle strade, veniva smaltita da maiali appositamente mandati a nutrirsene.

A Mazara del Vallo, negli anni 50, Manzo aveva l'appalto della spazzatura e allevava maiali, gli avanzi li vendeva ai contadini che li usavano per la concimazione della terra.

Una volta, la gran parte di ciò che veniva buttato era umido, di altro si buttava veramente poco. Ogni oggetto veniva costruito perché durasse nel tempo e veniva riparato cento volte prima di essere buttato. Oggi, invece, si costruisce per la breve durata e il consumo perpetuo.

Ed è così che cresce la montagna di rifiuti, di cui l'umido è appena il 5%.
Abbiamo creato un mostro.

Chi ha voluto che il mondo si inquinasse? Abbiamo una imprenditoria che crea un eccesso di rifiuti, una imprenditoria che ha voluto utilizzare il sottoprodotto del petrolio per creare la plastica, causa prima dell'aumento dei rifiuti, e tanto altro di nocivo.

La differenziata può riportare l'orologio indietro: far tornare al riutilizzo, non attraverso la riparazione del manufatto, ma attraverso il riciclaggio.

Il 95% della spazzatura è riciclabile al 100%, il 5% di umido, che resta, può essere avviato al compostaggio.

Costruire inceneritori per risolvere il problema-rifiuti è un delitto, se poi si pensa che sono costruiti con i nostri soldi.....

Piuttosto si parli di centrali di compostaggio per creare ottimo concime, che poi si vende come fertilizzante. Concime senza chimica. Ma, si sa, così si cozza contro la speculazione che c'è dentro il grande affare-rifiuti.

Come per la droga - che rimane un problema perché crea un mercato di cui anche le stesse comunità per tossicodipendenti sono parte - anche per i rifiuti si è creato un problema per alimentare un mercato, quello degli Ato e degli inceneritori.

Un'orrenda speculazione innescata su un bisogno.

E non si pensi che il responsabile dell'inquinamento sia solo chi lo causa, è anche, e tanto quanto, chi lo giustifica. Occorre sanzionare chi ha creato la causa prima.

Volendo fare un paragone tra chi immette sul mercato clandestino la droga e chi immette sul mercato ufficiale oggetti inquinanti, entrambi sono da considerare parimenti responsabili della devastazione, l'uno della società e l'altro dell'ambiente.

In assenza di provvedimenti che producano una inversione di tendenza, rimane, come unico rimedio, l'esercizio del consumo critico.

Il cittadino, che non discrimina i prodotti non inquinanti da quelli inquinanti, si fa esso stesso responsabile, in quanto, con il suo dissennato comportamento, alimenta non solo il trend speculativo dei produttori di manufatti inquinanti, ma anche il malaffare che in questi ultimi tempi è cresciuto sulla gestione dei rifiuti.

martedì 19 ottobre 2010

Mazara Verde

Non è un sogno, il Comitato ne ha parlato alla ripresa degli incontri.

Il giorno 30 settembre alle ore 17,30, dopo la pausa estiva, sono ripresi i lavori chiusi con la notizia del successo della campagna a favore del referendum per l'acqua pubblica, ed è stato di buon auspicio riaprirli con un'altra buona notizia giunta dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua: l'8 e 9 settembre si è tenuta a Firenze l'assemblea nazionale, che si è chiusa con un appello alla mobilitazione di quanti hanno contribuito a raccogliere le firme.

Il Comitato decide di impegnarsi fin da adesso (1), ma nel frattempo tiene un occhio vigile su quanto in questa città accade a un anno e poco più dalla elezione del nuovo sindaco, al quale bisogna riconoscere un'attenzione maggiore a tamatiche che altri hanno trascurato, una delle quali è il verde pubblico.

Le aiuole delle ville comunali sono curate, i ficus, che hanno sostituito le palme del lungomare San Vito, crescono rigogliosi. E, anche se qualcuno obietta che la prova del nove la si avrà quest'inverno e che gli ulivi piantumati nella rotatoria di Bocca Arena sono secchi, non c'è paragone rispetto agli interventi della precedente amministrazione.

Basti vedere lo scempio di via Salemi, dove gli alberi si ergono stecchiti. Sono costati un sacco di soldi e la ditta fornitrice non ne ha curato l'attecchimento. Ciò che è vivo lo si deve alla cura di qualche vicino.

Si dovrebbe suggerire al sindaco di intervenire su questa area, sostituendo gli alberi con altre essenze arboree adatte al clima, esclusa la palma che oggi è a rischio.Se la caratteristica si perde, pazienza, ma vanno piantumati nuovi alberi.

Nelle città più belle, l'ingresso è un paradiso, un giardino che invita ad entrare, perché non farlo anche a Mazara del Vallo? Gli spazi da destinare a verde pubblico non mancano.

Basterebbe che il sindaco incaricasse l'ufficio tecnico di redigere una mappa per l'identificazione delle aree, nella quale dovrebbero essere presenti, a parere del Comitato, quelle di proprietà comunale e le regie trazzere, che ormai da tempo sono state abbandonate dall'ente comune, oltre alle aree che l'ANAS ha espropriato a seguito della costruzione dell'autostrada, previa richiesta della mappa completa, al fine di ottenerne l'afffidamento in comodato.

Quindi si potrebbe passare ad altre aree quali, ad esempio, l'appezzamento di terreno a forma triangolare esistente in via Castelvetrano, tra la circonvallazione e la stessa via Castelvetrano, che potrebbe essere espropriato. Un'altra area, questa da rilevare, è quella non utilizzata esistente a ridosso della scuola media G. Boscarino, una volta occupata, dopo il terremoto del 1981, dai capannoni dell'ufficio tecnico comunale.

Per finire si potrebbe, finalmente, realizzare a ridosso di Mazara 2, come da progetto, il giardino esteso 36.000 mq.

Il verde pubblico è parametro indicativo della vivibilità di una città.

Ma prima, un creativo, bravo a fare grafici, faccia vedere l'attuale e il possibile.

Il tutto a costo zero, non è necessario comprare le piante, la forestale le regala, è nel suo compito: se un comune fa un piano di verde, la forestale consiglia e regala le essenze idonee.

Se poi si ripristinasse la festa dell'albero come un tempo, quando gli scolari con le proprie mani piantumavano gli alberi nelle aree assegnate dal comune, allora sì che i cittadini si riapproprierebbero del verde.


(1)
Mazara ha sviluppato una sensibilità sul problema acqua, confermata dai dati ufficiali, dai quali emerge che nella provincia di Trapani l'apporto maggiore lo ha dato la città di Mazara del Vallo.

Se poi si calcolassero le firme rimaste nei cassetti di qualche distratto, allora sarebbero confermate le 2000 raccolte da questo comitato lo scorso anno per la richiesta di modifica dello statuto a favore dell'acqua pubblica. Modifica, che ci risulta già apportata.

Si aspetta che il sindaco traduca in atti gli impegni assunti in campagna elettorale e sottoscritti in un documento divenuto pubblico per essere stato pubblicato su questo blog e sul sito del Forum italiano dei movimenti per l'acqua.

2000 mazaresi hanno acquisito la consapevolezza che l'acqua è un diritto umano e deve essere garantita a tutti, 2000 mazaresi saranno gli attivisti della campagna referendaria che insieme a tutta la cittadinanza attiva in Italia raccoglieranno le firme utili al successo del referendum per l'acqua pubblica.